MALTA
Il panegirico dell’Assunta a Imqabba
di Fra Mario Attard
Quest’anno, per la solennità di Maria
Assunta in Cielo, la Divina Provvidenza mi ha chiamato a fare il panegirico per
la grandissima festa della Madre di Dio alla Parrocchia di Imqabba. Come sapete
già, nella letteratura greca e latina il panegirico consiste in una orazione
elogiativa o celebrativa in onore di personaggi illustri. Ovviamente, quando
quella tradizione fu saggiamente aggiustata e perfezionata dal cristianesimo il
panegirico divenne un discorso scritto o pronunciato in lode di un santo. E,
che santo, nel mio caso! Perché, giovedì 15 agosto ho avuto la grazia di fare
il panegirico della regina dei santi, Maria Santissima, la Madre Di Dio e la
nostra Mamma, Assunta in anima e corpo al Cielo!
Il panegirico fu basato su due lati
assai ed eternamente nemici l’un dell’altro. Su un lato, c’è la puzza e sull’altra
parte il profumo. La puzza del grande drago, il serpente antico, colui che
chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, che fu precipitato
sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli (Ap 12:9). La sua
è una puzza che San Paolo la definisce chiaramente nella sua lettera ai Galati
come le opere della carne (Gal 5,19). Secondo l’apostolo delle genti, queste
opere sono ben note (Gal 5,19). Ecco per voi, carissimi fratelli e sorelle, la
puzza del grande sconfitto che è mai esistito ed esisterà, fino alla fine dei
tempi, sia nel cielo che sulla terra e anche sotto terra: fornicazione,
impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia,
gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del
genere (Gal 5,19-21). Come dice benissimo il grande Paolo, chi le compie non
erediterà il regno di Dio (Gal 5,21).
Poi, l’apostolo presenta il profumo
di Cristo. Infatti, nella sua Seconda Lettera ai Corinzi, Paolo dice: “Siano rese grazie a Dio, il quale ci fa
partecipare al suo trionfo in Cristo e diffonde per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza nel mondo
intero! (2 Cor 2,14). Dunque, conoscere il Cristo significa essere famigliare con il suo profumo.
Secondo la lettera ai Galati, il profumo di Cristo ha un nome, il frutto dello Spirito Santo (Gal 5,22). E, per l’apostolo dei gentili (quelli che
non sono Ebrei), questo profumo
consiste nel seguente frutto dello spirito, ossia: amore, gioia, pace,
pazienza, benevolenza, bontà,
fedeltà, mitezza, dominio di sé (Gal 5,22). Paolo sa che con questo
elenco ha fatto il colpaccio. Lui stesso ammette: contro queste cose non c’è
legge (Gal 5,23).In
questo senso, Maria è la donna e il discepolo per eccellente che è profumata
del profumo di Cristo. Secondo
il vescovo e dottore della Chiesa (doctor zelantissimus, cioè dottore zelante
per indicare il suo costante impegno
per un agire pastorale radicato nell’amore a Dio e al suo popolo) e fondatore
della Congregazione del Santissimo
Redentore, Sant’Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787) Maria è profumata da Dio in
ben dieci modi. Come scrive il grande pastore zelante per le anime, Sant’Alfonso, nel suo libro Le Glorie di
Maria, la Madre di Dio ‘ebbe tutte le virtù e tutte in grado eroico’. Esso da la successiva lista delle
virtù che coronarono la vita della Madonna: l’umiltà di Maria, la carità di
Maria verso Dio, la carità di Maria verso il prossimo, la fede di Maria, la
speranza di Maria, la castità di
Maria, la povertà di Maria, l’obbedienza di Maria, la pazienza di Maria e la
preghiera di Maria”.
Come ben scrive nella sua
introduzione per questa opera dogmatica di mariologia, composta nel 1750, Sant’Alfonso
dice: “L’affermazione che tutte le grazie
vengono dispensate soltanto per mano di Maria e che tutti quelli che si salvano
si salvano solamente per mezzo di questa divina Madre, si può dire come necessaria conseguenza che dal
predicare Maria e dalla fiducia nella sua intercessione dipende la salvezza di tutti. Pienamente
consapevole di questa stragrande realtà nella chiusura del panerigico lo Spirito Santo, a cui ci
pregavamo insiemi all’inizio del panegirico, mi mostrò a proporre la
consacrazione a Maria del presbitero francese e fondatore della Compagnia di
Maria e delle Figlie della Speranza,
San Luigi Maria Grignion de Montfort (1673-1716). Propongo che anche tu, che stai leggendo queste umilissime
riflessioni su Maria, cominci la tua giornata con questa potentissima consacrazione alla Madre di
Dio: Io, (nome), peccatore infedele, rinnovo oggi e ratifico nelle tue mani, O Maria Immacolata, i voti
del mio Battesimo. Rinunzio per sempre a Satana, alle sue seduzioni e alle sue opere
e mi dò interamente a Gesù Cristo, la Sapienza incarnata, per portare la mia croce dietro a Lui tutti i giorni
della mia vita. E affinché io gli sia più fedele che nel passato, ti scelgo
oggi, o Maria, alla presenza di tutta la Corte celeste, per mia Madre e
Padrona. A Te, come uno schiavo, io
abbandono e consacro il mio corpo e l’anima mia, i miei beni interni ed esterni
e il valore stesso delle mie buone
opere passate, presenti e future, lasciandoti un intero e pieno diritto di disporre di me e di tutto ciò che mi
appartiene, senza eccezione, a tuo piacimento, alla maggior gloria di Dio nel tempo e nell’eternità. Amen”.
VIVA SANTA MARIA ASSUNTA IN CIELO, LA
SANTISSIMA PADRONA DI IMQABBA E DI TUTTO L’UNIVERSO!
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