ESERCITO ITALIANO
Missione UNIFIL: caschi blu italiani controllano la Blue Line
di Redazione
Nella missione UNIFIL, I caschi blu
italiani assicurano il controllo della linea di demarcazione tra Libano e
Israele. I caschi blu italiani nella missione UNIFIL in Libano, continuano
senza sosta, ad assicurare il controllo della Blue Line. In particolare, i
militari della Joint Task Force Lebanon, su base Brigata “Aosta”, hanno assunto
il comando del Settore Ovest della missione UNIFIL (United Nation Interim Force
in Lebanon) dallo scorso 8 maggio e, a oggi, hanno già effettuato oltre 10.000
attività di monitoraggio della linea di demarcazione (Blue Line), di cui oltre
1.700 condotte da Italbatt, contribuendo non solo alla stabilità dell’area, ma
soprattutto a dare impulso all’incremento della percezione di sicurezza da
parte della popolazione locale che, grazie alle oltre 300 pattuglie effettuate
in concorso con le LAF (Lebanese Armed Forces), ripone, grazie a questo sforzo
congiunto, piena fiducia nelle proprie istituzioni e nella missione UNIFIL. La
Blue Line rappresenta quella linea “pratica” di demarcazione, lunga circa 51
chilometri nell’area della Joint Task Force Lebanon (JTF-L) – Sector West, che
separa il Libano da Israele e che, convenzionalmente, permette l’identificazione
di violazioni accidentali tra le parti.
La Task Force di manovra a guida
italiana (Italbatt), su base reggimento “Lancieri di Aosta” (6°) di Palermo,
insieme alle unità del battaglione di fanteria del 62° Reggimento “Sicilia” di
Catania assicura, quotidianamente, sulla base della risoluzione 1701 delle
Nazioni Unite il monitoraggio della cessazione delle ostilità, favorendo il
mantenimento della stabilità nell’area di interesse, in un contesto in cui l’equilibrio
si coniuga con l’operato imparziale e trasparente dei peacekeepers del
contingente italiano. Il generale di Brigata Bruno Pisciotta, comandante della
JTF-L, ha affermato che: “in questo
contesto operativo le attività di pattugliamento condotte sul terreno sono la
condizione necessaria, ma non sufficiente per garantire la sicurezza dell’area.
Non esistendo ancora un confine
internazionalmente riconosciuto, tra le attività condotte dai caschi blu
italiani, quello del pattugliamento
del tratto di pertinenza della linea blu che insiste nell’area di Italbatt,
insieme al contributo ghanese
(Ghanbatt) e irlandese (Irishbatt) nelle zone di pertinenza, costituisce l’asse
portante della stabilità del settore”.
“Nell’ambito
della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – ha
concluso il comandante dell’Operazione ‘Leonte XXVI’ – ci viene chiesto un impegno operativo vigile, duraturo e garante del ruolo ‘super partes’ delle
Nazioni Unite. Per questo, noi Peacekepeers dobbiamo uscire dalle basi, in primo luogo, per incontrare i
sindaci, le autorità religiose e i principali attori economico-istituzionali
del Paese, per consolidare, in un ambiente sempre più sicuro e stabile, la possibilità del dialogo. Ciò ci permetterà
di comprendere appieno le reali esigenze e le aspettative della popolazione per il miglioramento delle
loro”.
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