MESSINA
Messina. “Leggere il Presente”: Eraldo Affinati ha raccontato “Tutti i nomi del mondo”
di Redazione
L’Aula Magna del Rettorato è stata
teatro del secondo incontro della Rassegna “Leggere il presente”, organizzata
dall’Ateneo in collaborazione con Taobuk. Ospite dell’Università peloritana è
stato lo scrittore e insegnante di letteratura Eraldo Affinati. L’incontro è
stato introdotto dal prorettore vicario, prof. Giovanni Moschella, mentre la
giornalista, dott.ssa Patrizia Danzè, ha dialogato con l’autore su “Tutti i nomi
del mondo”, un romanzo intriso di realismo, sofferenza, storie di vita,
speranza e volontà di riscatto dei vari personaggi (26 nomi). Si tratta di
individui provenienti da ogni parte del mondo e la maggior parte di loro sono
studenti, transitati nel corso degli anni dalla “Penny Wirton” (una Scuola
gratuita di italiano per immigrati che l’autore ha fondato assieme alla
moglie), che Affinati descrive durante un raduno simbolico sul colle Oppio, a
Roma.
“Questo
romanzo – ha dichiarato Affinati – rappresenta
un grande appello che un professore fa per iscrivere sul registro ideale le persone più importanti della sua vita.
Studenti, defunti, vivi, persone di famiglia. La componente del viaggio, per me
è molto importante per raccontare delle storie, ma prima di ogni altra cosa è fondamentale comprendere sempre qual è la
stazione di partenza. In ‘Tutti i
nomi del mondo’ c’è anche questo, insieme ad un bilancio esistenziale ed una
sorta di manifesto della mia
esistenza da scrittore-insegnante. Sono un romano, nato dall’unione di un padre
che è stato figlio illegittimo e di
una madre che, a 17 anni, ha vissuto gli orrori della guerra, fuggendo dalla
deportazione durante la sosta del treno.
Lei non era un’ebrea, ma fu consegnata ai nazisti dopo la fucilazione di mio nonno che era un
partigiano. I miei genitori non hanno mai trovato le parole giuste da dirmi, perché non le conoscevano ed io
con la mia attività di insegnante e scrittore mi sono reso conto di aver voluto risarcire i miei
genitori, abbandonandomi alla ricerca delle parole e al mio istinto conoscitivo. Lo stesso istinto che
mi accomuna a tutti i personaggi che ho conosciuto: giovani, svantaggiati, ultimi e immigrati, che fanno
parte di questo romanzo e hanno vissuto la loro esperienza alla scuola ‘Penny Wirton’. Come gli altri
libri, anche questo nasce dal desiderio di conoscere, da un viaggio incominciato per ritrovare le radici
e le ragioni del ritorno”.
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