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 martedì 21 maggio 2019

MALTA

Università di Malta: Conferenza teologica “Riconsiderare la trascendenza”

di Fra Mario Attard


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Venerdì 10 e sabato 11 maggio, la Facoltà di Teologia presso l’Università di Malta, ha organizzato con ampio successo una conferenza teologica internazionale. Il tema della conferenza è stato attualissimo, ha affrontato il tema: “Riconsiderare la trascendenza”. La sede della conferenza è stato l’Auditorium della facoltà di ICT presso l’Università di Malta. La prof.ssa Yvonne Dohna Schlobitten della Pontificia Università Gregoriana di Roma ha tenuto il discorso d’apertura, mentre il prof. Gianluigi Pasquale della Pontificia Università Lateranense di Roma ha relazionato nel secondo giorno della conferenza. La conferenza ha avuto cinque sessioni plenarie con quattro relatori che affrontavano ogni sessione. La prima sessione ha contestualizzato il tema della trascendenza in vista dell’antropologia biblica. Nella seconda sessione, il tema è stato esaminato alla luce della storia del pensiero, principalmente con riferimento ai maggiori filosofi teologi tra cui Gregorio di Nissa, Tommaso d’Aquino, Bonaventura, Kierkegaard e altre figure contemporanee. La trascendenza è stata di conseguenza studiata nella terza sessione in vista della spiritualità e da una più ampia prospettiva religiosa.

Nella quarta sessione plenaria, i relatori hanno cercato di fornire una definizione ecclesiale e sociale di trascendenza. Infine, il tema è stato esaminato in vista del desiderio dell’umanità di raggiungere le realtà più grandi. La conferenza ha tentato di motivare il motivo per cui dobbiamo riconsiderare nuovamente la trascendenza e riflettere su dove ci troviamo tra “presenza” e “assenza”. Sono stati 23 i conferenzieri, nove dei quali accademici locali. I restanti relatori provenienti da Dortmund, Heidelberg, Kaunas, Leopoli, Parigi, Praga, Roma, Torun, Verona e Wroclaw. Le più recenti conferenze organizzate dalla facoltà di teologia si sono concentrate sui Sinodi sulla famiglia, la riforma e la resilienza. Nel 2018, il relatore principale è stato il vincitore del premio Templeton prof. Tomáš Halík della Charles University di Praga. Questa magnifico incontro mi ha fatto apprezzare quello che dice la Bibbia. Se uno dice: “Io amo Dio”, ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto. Questo è il comandamento che abbiamo ricevuto da lui, “chi ama Dio ami anche suo fratello” (1 Gv 4, 20-21).

L’autrice che mi ha consolidato in questa convinzione è stata Etty Hillesum, la ragazza ebrea olandese che trovò Dio proprio durante la Shoah. Interessante che per Etty pregare significava esattamente coinvolgersi nella dinamica dell’agape di Dio per tutti i Suoi figli. Infatti essa scrive: “Dobbiamo abbandonare le nostre preoccupazioni per pensare agli altri, che amiamo. Voglio dir questo: si deve tenere a disposizione di chiunque si incontri per caso sul nostro sentiero, e che ne abbia bisogno, tutta la forza e l’amore e la fiducia in Dio che abbiamo in noi stessi e che ultimamente stanno crescendo meravigliosamente in me. O l’uno o l’altro: o si pensa solo a se stessi e alla propria conservazione, senza riguardi, o si prendono le distanze da tutti i desideri personali e ci si arrende. Per me, questa resa non si fonda sulla rassegnazione che è un morire, ma si indirizza là dove Dio per avventura mi manda ad aiutare come posso”. Questo sì che è un modo eccezionale e rivoluzionario di riconsiderare il mistero della trascendenza nei nostri giorni pieni di ogni genere di inquietudini!


 


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