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 mercoledì 17 aprile 2019

UNIVERSITÀ TELEMATICA

Formazione a distanza: Nuova frontiera dell’apprendimento

di Tiziana Santoro


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Secondo l’interpretazione del sociologo Zygmunt Bauman la nostra è l’era della “modernità liquida” in cui la società e le sue strutture sono sottoposte a un processo di “fluidificazione” generato da fenomeni globali. I valori e i parametri spazio-temporali non appaiono più delineati e distinti, bensì sono costantemente oggetto di ridefinizione, mutano forma e sostanza. La globalizzazione ha determinato un interscambio di flussi di persone, informazioni, beni e materiali che veicolano velocemente abbattendo le barriere spazio-temporali e prefigurando una ridefinizione delle relazioni e anche del modo di fare informazione e formazione. Se prima i luoghi della cultura erano identificati esclusivamente con un territorio geografico in cui gli uomini si riunivano per creare relazioni, produrre storia e cultura e in cui investire beni economici e risorse; oggi si fa strada una nuova prospettiva, quella del “non-luogo” designata dall’antropologo Marc Augé. Stazioni e centri commerciali sono solo alcuni dei “non luoghi' che i flussi attraversano per soddisfare bisogni e costituiscono crocevia di transito in cui tutti sono di passaggio, ma non investono, non creano relazioni significative, non producono storia.

Nell’epoca delle telecomunicazioni il “non-luogo” per eccellenza è la rete. Sempre flussi maggiori di persone agiscono online: comprano, viaggiano, si informano e apprendono, ridefiniscono i tempi e gli spazi del loro agire e persino nuove modalità di “integrazione” fra gruppi o di “alienazione individuale”. La “vita in rete” ha, infatti, ridefinito profondamente i concetti di spazio e tempo: ha agito da moltiplicatore delle informazioni attraverso tempi ravvicinati e spazi dilatati, spingendo chi naviga a consumare brevemente le informazioni o a dilatarle da una coordinata geografica ad un’altra, abbattendo di fatto distanze e tempo. Una opportunità, ma anche un’esigenza in un’epoca in cui i tempi del lavoratore si moltiplicano e l’ottimizzazione del tempo si impone come necessità per poter produrre di più, essere più flessibili, stabilire più contatti. Questo è lo scenario storico-sociale che spiana la strada ad un nuovo sistema per fare e consumare formazione e aggiornamento professionale. Un canale - quello delle piattaforme c-learning - attivato da Università ed Enti che promuovono cultura e che “democratizzano” la fruizione delle conoscenze e ampliano l’offerta formativa.

Gli spazi della formazione sono sempre meno identificabili con l’Istituto, l’edificio, la classe. Persino le scuole statali oggi operano in rete e stabiliscono relazioni tra e con entità culturali differenti e si qualificano come realtà aperte e proiettate sul territorio. Tutti connessi e tutti in relazione, tutti consumatori e implementatori di conoscenze. La formazione a distanza si avvale di strumenti telematici che consentono al discente di dedicarsi all’apprendimento e all’aggiornamento in qualunque momento della giornata e in qualunque luogo si trovi. Questa particolare modalità di formazione si è rivelata nel tempo molto utile, perché ha consentito la realizzazione di “una formazione permanente”, che accompagna gli iscritti a partire dalla prima immatricolazione all’università e prosegue consentendo l’aggiornamento e la professionalizzazione post-laurea. L’innovazione che piace agli utenti è soprattutto quella che consente di personalizzare il proprio curriculum professionale accedendo ad un’offerta formativa che non si identifica esclusivamente con un territorio, ma permette di attingere al patrimonio culturale e alle proposte di enti e associazioni che operano anche in realtà differenti e distanti.

Ciò ha modificato profondamente anche il ruolo del docente, il quale si configura sempre più come tutor disposto ad accogliere le richieste e le esigenze di un’utenza diversificata e a rimodulare, all’occorrenza, le unità didattiche di apprendimento per consentire un accesso più rapido ed efficace alle conoscenze. L’espletamento delle lezioni attraverso proiezioni video, la possibilità di accedere alle conferenze, di scaricare dispense in formato pdf costituiscono un modo più immediato per apprendere ed ottimizzare i tempi sfruttando persino i “momenti morti” delle giornate: in treno, sull’autobus, sui tram, durante le pause lavorative tra un turno e l’altro; questa modalità d’apprendimento permette anche di compensare i cali d’attenzione del lavoratore, che può riascoltare o rileggere i concetti sino a fissarli più agevolmente nella memoria a lungo termine. Oggi non soltanto gli enti privati, ma persino quelli pubblici e il Ministero della pubblica Istruzione si avvalgono dell’implementazione della formazione, aggiornamento e ricerca attraverso le piattaforme e-learning.

Il MIUR pubblicizza sul proprio sito gli Enti riconosciuti e accreditati per l’esercizio della suddetta formazione, in modo conforme alle linee programmatiche previste per il personale docente. Già nel 1955 Gaetano Martino - Ministro degli Affari Esteri noto per aver promosso il rilancio della Comunità Economica Europea - discuteva con i partner europei della possibilità di creare un’unica Università e di instaurare una rete di relazioni necessaria alla formazione del “cittadino europeo”, basata sulla condivisione di valori e il rilascio di titoli aventi una validità legale attraverso cui agevolare la libera circolazione delle professionalità. La creazione di consorzi interuniversitari riconosciuti in Europa fornisce nuove prospettive e agevola i giovani anche a compiere esperienze professionali e di formazione fuori dalla propria circoscrizione territoriale, in modo che siano maggiormente attinenti al profilo professionale con cui desiderano identificarsi. Il docente-tutor ha il ruolo di interpretare le richieste del discente e di agevolarlo a compiere scelte di formazione che corrispondano alle sue esigente di conoscenza, ma anche di realizzazione nel contesto di lavoro.

Alcune università telematiche, infatti, offrono persino opportunità di stage e fungono da mediatrici con i datori di lavoro. Attraverso un portale telematico, che informa sulle figure professionali richieste dal mercato, mettono in rete le candidature, accettano le auto-candidature, consentendo ai giovani di proporsi celermente presso un numero sempre crescente di soggetti, senza recarsi sul luogo personalmente. Le università telematiche, inoltre, contribuiscono alla ricerca e agevolano le relazioni tra ricercatori, consentono una diffusione degli esiti dei loro studi in tempo reale, la compartecipazione a distanza delle attività laboratoriali e la costituzione di equipe di ricerca anche tra poli universitari distinti. Tutto ciò è realizzabile utilizzando strumenti che sono alla portata di tutti: una connessione ad internet e una strumentazione idonea alla ricezione e alla registrazione delle informazioni (pc, registratore, tv, telecamera), oltre ad una piattaforma interattiva per la gestione delle lezioni, messa a disposizione dall’ente che materialmente eroga i corsi.

Bastano un username e una password per accedere alla piattaforma, iscriversi ai corsi online disponibili e seguirli. Anche le relazioni tra studenti si modificano, perché incentrate sull’alto tasso di interattività tra gli allievi (comunicazioni in forum, discussioni aperte per ogni corso, e-mail), sul contenimento dei costi dei corsi, sulla facilità di distribuzione del materiale didattico (anche interattivo, che spesso viene caricato sulla piattaforma o inviato via mail) e sull’aumento della personalizzazione della formazione e dell’apprendimento. Questo approccio consente anche la creazione di “classi virtuali inclusive” che democratizzano e permettono l’accesso alla formazione anche a studenti con bisogni educativi speciali o disturbi specifici di apprendimento. Le uniche controindicazioni all’apprendimento in piattaforma e-learning attengono, piuttosto, alla sfera umana delle relazioni tra discente-docente che non è certamente agevolata dalla mediazione dei mezzi telematici; alla difficoltà per gli studenti alle prime armi di scegliere l’Ente di Formazione o l’Università più accreditata e rispondente alle linee guida ministeriali; alla diversificazione dei costi anche in funzione di sovvenzioni e della politica formativa imposta dai rettori.

Un panorama così vasto, che moltiplica in modo crescente le offerte per l’apprendimento e le proposte di stage, implica uno sforzo da parte dei ragazzi, i quali devono tenersi aggiornati e saper monitorare il mercato dell’offerta formativa per operare scelte consapevoli e funzionali al conseguimento dei loro obiettivi di studio e lavorativi; costoro devono essere in grado di filtrare consapevolmente le proposte di formazione che vengono pubblicizzate sui portali. L’avvertenza indispensabile da considerare, quando si ha a che fare con le tecnologie, è sempre la medesima: spetta all’uomo la capacità di utilizzare il potenziale offerto dalle macchine, di dominarle senza finire a sua volta dominato o strumentalizzato da esse. Ben venga la formazione e-learning, dunque, per tutti coloro che sanno porsi come attori attivi e non passivi del proprio processo di formazione-apprendimento.


 


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