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 mercoledì 3 aprile 2019

MALTA

Malta – Concerti di musica quaresimali dal coro della Cattedrale Metropolitana

di Fra Mario Attard


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Il Jubilate Deo Choir, che è il coro della Cattedrale Metropolitana, terrà due concerti per questi ultimi giorni prima della celebrazione del mistero pasquale cioè la passione, morte e resurezione di Nostro Signore Gesù Cristo. Entrambi i concerti sono intitolati Miserere. I concerti, diretti dal maestro di Cappella Christopher Muscat, si terranno presso le residenze del coro il venerdì 5 aprile alla Concattedrale di San Giovanni, a La Valletta, e lunedì 15 aprile presso la Chiesa parrocchiale di Naxxar. Questi concerti hanno una musica sacra di oltre sette secoli, dal canto gregoriano e polifonia rinascimentale alle opere di compositori contemporanei. Durante i concerti, ci saranno brevi riflessioni spirituali (in maltese) per aiutarci a capire meglio il grande mistero che si sta celebrando. Il momento clou della serata sarà il Miserere di Gregorio Allegri, un’opera di una bellezza immensa e profonda spiritualità scritta durante il pontificato di Urbano VIII, rigorosamente a uso della Cappella Sistina. Tuttavia, secondo la tradizione, il giovane Mozart tornò a casa e trascrisse la musica a memoria.

Nel corso della sua quarantacinque anni di storia, il Jubilate Deo Choir si è affermato come uno dei cori più importanti di Malta nel campo della musica sacra con spettacoli di pietra miliare come la prima esecuzione maltese dell’Oratorio di Natale di Camille Saint-Saens, nel 2005, la Messa da Requiem di Paolino Vassallo e l’opera Il-Wegħda (La promessa) di Charles Camilleri, nel 2006, oltre a numerose rappresentazioni premiere mondiali tra cui l’Oratorio Fino ai Confini della Terra di Marco Frisina, nel 2017. Il coro è, particolarmente, rinomato per il suo lavoro pioneristico nel rilanciare l’arte del canto fermo oltre che per le sue raffinate interpretazioni del repertorio polifonico. L’ingresso a entrambi i concerti è gratuito. I concerti iniziano alle ore 19.30. Ai committenti, viene ricordato cordialmente che l’uso del tacco a spillo o dei tacchi stretti e l’uso della fotografia flash alla Concattedrale di San Giovanni è strettamente vietato. Accompagnati da questa musica così sacra e intensa lasciamoci trasportare da questa celebre riflessione sulla passione di Nostro Signore Gesù Cristo scritta per noi da San Alfonso Maria de Liguori, il vescovo cattolico e compositore napoletano, fondatore della Congregazione del Santissimo Redentore, autore di opere letterarie, teologiche e di famosi melodie.

Cristiano, alza gli occhi e guarda Gesù morto su quel patibolo col corpo pieno di piaghe, che ancora mandano sangue. La fede t’insegna ch’egli è il tuo Creatore, il tuo Salvatore, la tua vita, il tuo liberatore; è quegli che ti ama più di ognuno altro, è quegli che solo può renderti felice. Sì, Gesù mio, lo credo; voi siete quello che mi avete amato sin dall’eternità, senza alcuno mio merito; anzi prevedendo le mie ingratitudini, solo per vostra bontà mi avete dato l’essere. Voi siete il mio Salvatore, che colla vostra morte mi avete liberato dall’inferno tante volte da me meritato. Voi siete la mia vita, per la vostra grazia che mi avete donata, senza la quale io sarei rimasto morto in eterno. Voi siete il mio padre e padre amoroso, perdonandomi con tanta misericordia tante ingiurie che vi ho fatte. Voi siete il mio tesoro, arricchendomi di tanti lumi e favori invece dei castighi a me dovuti. Voi siete la mia speranza, giacché fuori di voi io non posso sperare alcun bene da altri. Voi siete poi il mio vero ed unico amatore; basta dire che siete giunto a morire per me. Voi in somma siete il mio Dio, il mio sommo bene, il mio tutto.

Uomini, uomini, amiamo Gesù Cristo, amiamo un Dio che si è sacrificato tutto per nostro amore. Egli ha sacrificato gli onori che gli spettavano su questa terra, ha sacrificato tutte le ricchezze e le delizie che poteva godere, e si è contentato di fare una vita umile, povera e tribulata; finalmente, per pagare colle sue pene i nostri peccati ha voluto sacrificare tutto il suo sangue e la vita, morendo in un mar di dolori e di disprezzi. Figlio, dice il Redentore da quella croce a ciascuno di noi, figlio, che più doveva io fare per esser da te amato, che morire per te? Vedi se vi è nel mondo chi ti abbia amato più di me tuo Signore e Dio. Amami dunque, almeno per ricompensa dell’amore che ti ho portato. Ah Gesù mio, come posso pensare che i miei peccati vi han ridotto a morire di dolore su d’un patibolo infame, e non piangere sempre per la pena di aver cosi disprezzato il vostro amore? E come posso vedervi pendente da questo legno per amor mio, e non amarvi con tutte le mie forze?

Ma come va, Signore, che voi siete morto per tutti noi, acciocché niuno di noi viva più a se stesso Et pro omnibus mortuus est Christus, ut et qui vivunt iam non sibi vivant, sed ei qui pro ipsis mortuus est et resurrexit (II Cor. V, 15), e io poi, invece di vivere solo per amarvi e darvi gloria, par che son vivuto solo per affliggervi e disonorarvi? Deh mio Signor crocifisso, scordatevi delle amarezze che vi ho date, delle quali mi pento di vero cuore, e tiratemi colla vostra grazia tutto a voi. Io non voglio vivere più a me stesso, ma solo a voi, che tanto mi avete amato e meritate tutto il mio amore. Vi dono tutto me e tutte le cose mie senza riserba. Rinunzio a tutti gli onori e piaceri di questa terra, e mi offerisco a patire per amor vostro quanto vi piace. Voi che mi date questa buona volontà, voi datemi, vi prego, la forza di eseguirla. O Agnello di Dio sacrificato sulla croce, o vittima d’amore, o Dio innamorato, potessi morire per voi, come voi siete morto per me! O madre di Dio Maria, ottenetemi voi la grazia di sagrificar tutta la vita che mi resta all’amore del vostro amabilissimo Figlio”.


 


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