MONDO CATTOLICO
Il giornalista cattolico
di Alfonso Saya
Tanti
anni orsono, in un articolo pubblicato sulla Gazzetta del Sud, “Il Cardinale
Poletti, i giornalisti e la verità”, ho contestato un articolo di Franco
Cangini, in difesa del cardinale, presidente, allora, della CEI, perché si
scagliava in una sua dichiarazione, contro i mass-media, la stampa laica, la tv.
Il Cangini, nel suo articolo, sosteneva che il giornalista, non può
testimoniare la verità e il bene, in quanto non possiede la prima e non
incontra, spesso, il secondo, fra le notizie del giorno. Io l’ho contestato,
affermando che non bisogna fraintendere e che il cristiano, come tale, possiede
la Verità e il Bene (“Io sono la Verità!” dice Cristo) e può, quindi,
testimoniarla e comunicarla per essere “il sale e la Luce del mondo!”. Non può,
il giornalista cattolico, disinteressarsi, deve essere responsabile della
formazione della pubblica opinione; deve essere sensibile al “BENE COMUNE!”. La
Verità, sostenevo, è, sì, una conoscenza, una “bella sicurezza, una certezza, rende
veramente, liberi, perché basata sul Verbo di Dio fatto uomo! Il giornalista,
degno di tal nome, dunque, non può fare a meno, non può prescindere dalla
Verità che lo deve illuminare per esplicare, con coscienza e onestà, la sua
professione. Alla domanda del Cangini: “Che
c’entra immischiare la Verità col ‘mestiere del Giornalista’”, rispondevo
affermando che la Verità c’entra, perché il Giornalismo, per non essere
asservito e manipolato, deve servire la Verità e promuovere il BENE COMUNE e
che la Fede non è un affare privato, deve rispecchiarsi nella vita, deve
tradursi nelle opere.Il
Giornalista cristiano deve sfidare la cultura materialista e proporre una
cultura ispirata ai Valori cristiani, contribuendo, così, al rinnovamento della
società, poiché il mestiere del Giornalista, non consiste soltanto nell’informare,
ma nel formare, nel portare il proprio contributo creativo, nella Luce della
Verità, nella fedeltà alla coscienza, per risolvere i problemi scottanti della
società, per contrastare gli “agenti delle tenebre” che sono, più che mai, all’opera,
per sedurre gli uomini e inquinare la pubblica opinione, l’atmosfera che
respiriamo. Il giornalista deve ubbidire e servire la VERITÀ e influenzare l’opinione
pubblica, alla pace, alla sincerità, a una sana vita familiare, alla
corresponsabilità, al BENE COMUNE. Ho riproposto questo mio articolo, poiché penso
che sia in perfetta sintonia con la celebrazione della 60° Anniversario dell’UCSI.
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