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 sabato 23 febbraio 2019

MALTA

Davanti ai volti sofferenti

di Fra Mario Attard


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Sono andato a visitarla nel reparto oncologico. Sono entrato nella sua camera. Sempre, con molta gentilezza e rispetto. E sono andato, esattamente, nelle prime ore della sera. E lì, in questa camera ormai famosa, perché è visitata da parecchi visitatori, a quell’ora c’era soltanto lei e la sua mamma. Devo dire che quel giorno era più silenziosa dal solito. Non so! Forse, perché era il momento per la sua siesta. E chi, a Malta, quando ha la possibilità di fare una dormitina dopo mezzogiorno, non la fa? Allora, sono entrato gentilmente. Mentre, ovviamente, la mamma era seduta lì, sulla poltrona, a guardare la TV. Accanto alla figlia sofferente, e assai vulnerabile, che stava riposando come poteva sul lato sinistro del cuscino. Questa è una delle tante storie che ci sono a Malta e ovunque. Sì! Dico ovunque, con certezza! Perché, e sfortunatamente, dove la malattia colpisce – direi – quella maledetta malattia, fa il suo feroce cammino e la sua esasperata espansione. Fanno bene i medici a cercare di fermarla. Oso dire, a tutti i costi. Perché, e in tutta verità, c’è veramente un costo alla vita? Ma quanto costa la vita umana?

No! La vita non ha un costo! E Dio ci protegge. Ma ogni vita, volutamente vissuta, porta con essa l’opportunità. Una opportunità di cercare il volto dell’altra persona. A volte, di fronte a questa realtà assai difficile, basta uno sguardo, un sorriso e la presa della mano. E lì, in questo atto, si dice tutto e tanto, ma tanto di più! Allora, di fronte ai volti sofferenti occorre cercare la faccia dell’altro. Proprio come dice benissimo il filosofo francese di origini lituane e di formazione ebrea, Emmanuel Lévinas (1906-1995). Nel suo saggio, intitolato Totalità e Infinito, Lévinas scrisse: “L’Altro uomo non mi è indifferente, l’Altro uomo mi concerne, mi riguarda nei due sensi della parola ‘riguardare’. In francese, si dice che ‘mi riguarda’ qualcosa di cui mi occupo, ma ‘regarder’ significa anche ‘guardare in faccia’ qualcosa, per prenderla in considerazione”.

Ma “guardare in faccia” non è per Lévinas un atto passivo. No! Al contrario! Quando si “guarda in faccia” uno deve sporcarsi le mani! Perché “il guardare in faccia” ha sempre l’obbligo etico di aiutarsi. Dice Lévinas:Nel semplice incontro di un uomo con l’Altro, si gioca l’essenziale, l’assoluto: nella manifestazione, nell’‘epifania’ del volto dell’Altro scopro che il mondo è mio nella misura in cui lo posso condividere con l’Altro. E l’assoluto si gioca nella prossimità, alla portata del mio sguardo, alla portata di un gesto di complicità o di aggressività, di accoglienza o di rifiuto. Davanti alle facce sofferenti tu e io abbiamo la responsabilità di esserli vicino. Papa Francesco non smette a sottolineare proprio questo: essere fratelli e sorelle per gli altri! Che soffrono in silenzio!”.

Nel suo 48esimo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio 2015, intitolato Non Piú Schiavi ma Fratelli, Papa Bergoglio scrisse:Dobbiamo riconoscere che siamo di fronte a un fenomeno mondiale che supera le competenze di una sola comunità o nazione. Per sconfiggerlo, occorre una mobilitazione di dimensioni comparabili a quelle del fenomeno stesso. Per questo motivo, lancio un pressante appello a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, e a tutti coloro che, da vicino o da lontano, anche ai più alti livelli delle istituzioni, sono testimoni della piaga della schiavitù contemporanea, di non rendersi complici di questo male, di non voltare lo sguardo di fronte alle sofferenze dei loro fratelli e sorelle in umanità, privati della libertà e della dignità, ma di avere il coraggio di toccare la carne sofferente di Cristo, che si rende visibile attraverso i volti innumerevoli di coloro che Egli stesso chiama «questi miei fratelli più piccoli” (Mt 25,40.45).

Nella presenza, c’è la differenza! Davanti ai volti sofferenti rimani lì. In silenzio! Stendi la tua mano della pace e farli capire che tu sei lì perché loro sono importanti! Perché, e senza loro, il mondo non è piú lo stesso! Il mondo e, soprattutto tu, ne hai veramente bisogno! Prima di tutto, sono i tuoi fratelli e sorelle!


 


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