MALTA
Malta. Censimento sulla frequenza alla Santa Messa domenicale
di Fra mario Attard
La
Chiesa cercherà di introdurre un piano pastorale che include una maggiore
assistenza ai più vulnerabili della società nel tentativo di affrontare i
problemi di presenza di massa. La partecipazione domenicale è stata proiettata
a diminuire ulteriormente nei prossimi anni fino ad arrivare al solo 10% della
popolazione cattolica di Malta fino al 2040. I dati sono emersi da un
censimento fatto nel dicembre del 2017 che hanno dimostrato che la domenica
soltanto il 37% della popolazione partecipa alla messa. Nei commenti, a seguito
della pubblicazione dei risultati del censimento, un portavoce della Chiesa ha
detto che la ricerca è stata uno dei temi principali discussi durante una
recente convivenza per i sacerdoti. Insieme ai membri dei consigli pastorali
parrocchiali, i parroci analizzeranno ora la situazione nella loro parrocchia,
sulla base dei risultati del censimento e dell’indagine che ha anche raggiunto
coloro che non frequentano la messa. I fattori da considerare comprendono se la
celebrazione della messa e di altri sacramenti si svolge nei momenti più
convenienti per le famiglie e gli individui nelle loro comunità, ha detto il
portavoce.
Un
altro passo per garantire che la Chiesa fosse pastoralmente efficace
collettivamente alla luce dei risultati sarebbe quello di includere un piano
pastorale che richiama nuovi modi per portare il suo messaggio alle persone,
sostenuto da opere di carità. Questi includono diverse iniziative della Chiesa
che assistono i poveri, i malati e i più vulnerabili nella società, ha detto il
portavoce, aggiungendo che anche l’accento sulle nuove generazioni sarebbe
stato intensificato. Secondo il censimento, più della metà dei partecipanti hanno
un’età superiore ai 50 anni, confermando la percezione che coloro che
aderiscono all’obbligo della messa domenicale sono una popolazione che si sta
invecchiando. Il numero dei giovani cattolici fino a 14 anni che vanno alla messa
domenicale si è dimezzato dal 42%, nel 2005, a un semplice 22%, nel 2017. La
cifra è ancora peggio per quelli nel gruppo di età leggermente più anziani dov’è
stato notato un calo dal 40% al 19% tra quelli di età compresa tra il 15 e il
24 anni.
Per
la Chiesa maltese, uno dei passi per raggiungere le persone sarà un piano
pastorale incentrato su una nuova evangelizzazione sostenuta da opere di
carità. La Chiesa continuerà ad assistere i poveri, indipendentemente dal fatto
che partecipino o no alla messa, come ha fatto nel corso dei secoli. Il
portavoce ha detto che l’obiettivo principale della Chiesa sarebbero le
generazioni più giovani, come testimoniato durante l’ultimo Sinodo dei vescovi
dedicato interamente ai giovani e alla fede, così come le recenti celebrazioni
della giornata mondiale della gioventù a Panama guidate da Papa Francesco. Occorre
ricordare le tre osservazioni fatte dall’attuale vescovo ausiliare, mons. Joseph
Galea-Curmi, sull’attendibilità della messa domenicale. In primo luogo, dobbiamo
lavorare duramente, affinché la celebrazione della messa sia realmente una
celebrazione significativa che aiuti le persone nel loro incontro con il Cristo
risorto.
Sono
già in atto sforzi in diverse parrocchie, dove troviamo molti esempi di buone
pratiche con la partecipazione di diversi laici. Questi sforzi devono essere
più ampiamente conosciuti, apprezzati e incoraggiati. Dobbiamo mettere più
cuore nei nostri sforzi, affinché le persone che vengono in Chiesa siano fatte
sentire i benvenuti. Dobbiamo lavorare duramente, affinché le persone non
considereranno la messa come una cosa noiosa, ma come fonte di energia e di
vita. Soprattutto, dobbiamo sottolineare l’intimo vincolo della celebrazione
eucaristica alla vita quotidiana dei credenti. Dobbiamo lavorare duramente,
affinché la celebrazione della Santa Messa sia veramente una celebrazione
significativa. Le sfide sono grandi, soprattutto quando si considera che, come
ha indicato il censimento, ci sono quasi 1000 messe tenute a Malta ogni fine
settimana.
In
secondo luogo, dobbiamo lavorare duramente per vedere che i giovani cattolici
maltesi riconoscono il dovere, la necessità e il valore della messa settimanale
domenicale. Questo dipende tantissimo da quanto forte questa convinzione è da
una giovane età. Perciò, è la famiglia cristiana che deve seminare il seme
della convinzione nei giovani. Un fattore sorprendente che emerge dal sondaggio
è il gran numero di intervistati che vanno a messa la domenica non
regolarmente, ma ogni tanto. Questo fenomeno non è unico per Malta, ma è
prevalente in altri paesi del mondo. Queste persone godono di una sorta di
legame, ma purtroppo non è coerente. Essi sono veramente mancanti nel loro
cammino di fede.
In
terzo luogo, dobbiamo sforzarci a raggiungere coloro che hanno recitato tutti i
contatti con la Chiesa. Emerge molto chiaramente dallo studio che ci sono un
certo numero di persone maltesi che professano di essere cattoliche, ma non
vengono in chiesa. Nel nostro lavoro pastorale, non dobbiamo mai accontentarci
di coloro che si presentano, ma dobbiamo anche includere nel nostro cuore e
nelle nostre preghiere quelli che non vengono mai, quelli che sono nella
periferia e li raggiungono. Pur rispettando appieno le loro scelte di vita
libera, dobbiamo anche mostrare a queste persone il grande valore della messa
nella vita e mostrare a loro che sono assenti un legame essenziale con la loro
vita di fede. Che queste rilevantissime osservazioni di mons. Galea-Curmi
vengono studiate e messe in pratica per restaurare continuamente la Chiesa di
Cristo a Malta.
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