MALTA
Sant’Agostino e l’amicizia
di Fra Mario Attard
Venerdì
1 febbraio, all’Istituto Agostiniano di Malta, il tema fondamentale della Lectio Augustini, dell’anno accademico
2018-2019, dal intitolato “Agostino e altri...”. Il professore agostiniano
Salvino Caruana ci ha fatto scoprire l’attualissimo pensiero di sant’Agostino, vescovo
di Ippona, padre della Chiesa Latina Occidentale, e dottore della Chiesa, sull’amicizia.
È stato notato che spesse volte Agostino si trovò in conversazione con Dio! Ma
sperimentò anche l’inciampo del linguaggio, il fatto che si sentiva una
differenza abissale tra gli interlocutori, cioè, tra lui e Dio, i due
componenti di questa amicizia. Il pericolo corso in questa situazione fu il
fatto che era sempre Dio a porre i referenziali in questa amicizia. Ma Agostino
seppe sempre coniugare questo linguaggio in questa amicizia tra l’uomo e Dio,
con l’amore, ovvero la caritas. Chiunque è in grado di guardare all’universo
concepito strutturalmente gerarchico e ordinato, non può che ammettere che
tante volte noi scopriamo che stiamo di fatto amando tutto quello che è
inferiore a Dio. Ed è proprio questa poi la ragione per la quale dobbiamo
sanare il problema dell’amore del prossimo, cioè, trattandosi della giustizia e
della pace.
Una
volta che Dio è messo a capo, tutto quello che si troverà poi sottoposto
servirà solamente perché ci si possa elevare verso di Lui. L’amore del prossimo
o è indebolito o eliminato. Questa è, difatti, la novità introdotta da Agostino
nel concetto dell’amore cristiano del prossimo. Perché debba io amare il mio
prossimo? Il novanta per cento di noi sicuramente pensa che parecchi tra quelli
che si contano tra il nostro prossimo, di fatto non meritano il nostro amore.
In quanto, ad alcuni mancano delle ragioni umane per essere amati. Per Agostino,
se noi li amiamo, è solo per il fatto che Dio stesso lo vuole, ed è perché Lui li
ama. Se ami Dio devi per forza amare ciò che Lui ama. Il motivo agostiniano
dell’amore di tutti in Dio è certamente una forma di amore più inclusivo.
Infatti, esso è un amore completamente diverso dall’amicizia.
Parlando
dell’onestà tra gli amici, Agostino estende il discorso fino all’ambito
letterario, ossia: l’amicizia può recare conforto sia in caso di errori come di
tristezza (Lettera 130,2,4, e, La Città di Dio 19,8). L’amicizia è capace di
rinnovare tutte le cose (cat.rud. 12,17). Inoltre, l’amicizia è ben ancorata
sulla verità, perciò è giusto parlare con gli altri con sincerità. In
conseguenza, qualunque cosa che essa sia, secondo come uno la vede, se capita
che incontrano qualche sbaglio nella mia scrittura, non debbano nascondermelo.
Così, sono convinto che sarebbe il modo col quale l’amicizia si offende per le
regole infrante delle buone relazioni tra le persone (cf Lettera 82,4,31).
Questo
è il nocciolo, il messaggio di Agostino agli uomini d’oggi, a coloro che si
sentono sinceramente senza parole davanti allo sfacelo di tutto.Ma sono pure
coloro che desiderano e anelano per la giustizia e la pace nel mondo. I due
termini, giustizia e pace, si trovano sempre accoppiati nell’insegnamento di
Agostino. La pace non è possibile senza la giustizia. Pratichi la giustizia e
avrai la pace: così, si abbracceranno la pace e la giustizia. Se non ami la
giustizia non avrai neppure la pace, perché queste due virtù si abbracciano l’uno
all’altra. In questo modo, chi ama la giustizia troverà pure la pace che
abbraccia la giustizia. Stiamo trattando di due amici. Desideri la pace, ma non
pratichi la giustizia. Difatti, non c’è nessuno che non desidera la pace. Ma
non tutti praticano la giustizia.
Così,
esordisce il grande Agostino: “Quanto
grande è questa virtù! (dell’amore e della carità). L’anima delle Scritture, il vigore delle profezie, la salvezza dei
Sacramenti, la base della scienza, il frutto
della fede, la ricchezza dei poveri, la vita dei morenti. Che cosa vi è di più
magnanimo che morire per i cattivi? Che
cosa vi è più benevole che amare i nemici? Essa sola non si lascia esaltare
della felicità altrui, perché non è gelosa. Essa sola non si esalta per la sua
prosperità, perché non si gonfia. Essa sola non sente il prurito della cattiva
coscienza, perché non agisce male, in
mezzo a trame insidiose, fra gli insulti è tranquilla; fra gli odi, benefica;
placida nell’ira; innocente, in mezzo
a trame insidiose, afflitta, per le cattiverie; respira nella verità. Che cosa
è più forte della Carità, perché non
ricambia le offese, ma cura le ingiurie? Cosa più fedele di essa, non alla vanità ma all’eternità? Essa tutto sopporta
nella vita presente, perché tutto crede della vita futura, e sopporta tutto ciò che dobbiamo sopportare, perché spera
tutto ciò che le è stato promesso senza
mai soccombere. Cerca dunque di praticare la Carità, e pensando santamente di
essa porta frutti di giustizia. E
quello che con più eloquio, e che io non ho saputo, meglio esprimere, tu troverai nelle sue lodi, mostralo nella tua
vita. Occorre che il discorso di un vecchio non solo sia grave, ma anche breve (Discorso 350, 2 –
3)”. È vero carissimo Sant’Agostino quello che hai detto! Che cos’è l’amicizia
se non il veicolo privilegiato dove uno si pratica la carità?
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