MALTA
Non giudicare gli altri… prima giudica te stesso
di Fra Mario Attard
Dopo
aver dato la comunione ai pazienti dell’ospedale, ho incontrato un signore
siciliano, che aveva subito l’estrazione del dente del giudizio. Mamma mia!
esclamo e mi disse: “Padre! Quanto fa
male il dente del giudizio! Me l’hanno
tolto!”. Per me, questa esperienza si è tramutata in un grande
insegnamento. Non sapevo che il ‘wisdom tooth’, in italiano si chiamasse ‘dente
del giudizio’. Dopo aver a lungo riflettuto su questa esperienza e sulla faccia
dolorante di questo povero uomo siciliano, subito mi sono detto: Ma quanto fa
male il giudizio! È vero, carissimi, il giudizio fa malissimo! Gesù stesso ci
rassicura di questo fatto concretissimo. Non giudicate, affinché non siate
giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e
con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi. Perché guardi la
pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è
nell’occhio tuo? O, come potrai tu dire a tuo fratello: “Lascia che io ti tolga dall’occhio
la pagliuzza”, mentre la trave è nell’occhio tuo? Ipocrita, togli prima dal
tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall’occhio
di tuo fratello (Mt 7:1-5).
La
base principale di questo brano è il seguente: elimina i tuoi peccati e dopo
potrai parlare dei peccati degli altri! Se tutti noi volessimo che Dio avesse
misericordia di noi perché la neghiamo agli altri? Anche Papa Francesco ha
parlato ampiamente sulla piaga del giudizio. Nella sua messa mattutina di lunedì
23 giugno 2014, il Santo Padre ha sottolineato che chi giudica si mette al
posto di Dio e così facendo va incontro a una sconfitta certa nella vita perché
verrà ripagato con la stessa moneta. E vivrà nella confusione, scambiando la “pagliuzza”
nell’occhio del fratello con la “trave” che gli impedisce la vista. Dunque, chi
giudica “sbaglia sempre”. E sbaglia, ha affermato “perché prende il posto di Dio, che è l’unico giudice: prende proprio
quel posto e sbaglia posto!”. In pratica, crede di avere “la potestà di giudicare tutto: le persone,
la vita, tutto”. E “con la capacità
di giudicare” ritiene di avere “anche la capacità di condannare”.
Per
il Pontefice, colui che giudica “diventa
uno sconfitto” e non può che finire male “perché la stessa misura sarà
usata per giudicare lui”, come dice esattamente Gesù nel Vangelo di Matteo.
Dunque, “il giudicatore superbo e
sufficiente che sbaglia posto, perché prende il posto di Dio, scommette su una
sconfitta”. E qual è la sconfitta? “Quella
di essere giudicato con la misura con la quale lui giudica”, ha osservato
il vescovo di Roma. Perché “l’unico che
giudica è Dio e quelli ai quali Dio
dà la potestà di farlo. Gli altri non hanno diritto di giudicare: per questo c’è
la confusione, per questo c’è la
sconfitta”. Signore Gesù dacci la grazia di imitarti nel essere
intercessori, difensori, avvocati di misericordia degli altri. Non lasciarci
mai ad imitare l’altro che alla fine ci distruggerà. Amen.
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