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 martedì 29 gennaio 2019

MALTA

Non giudicare gli altri… prima giudica te stesso

di Fra Mario Attard


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Dopo aver dato la comunione ai pazienti dell’ospedale, ho incontrato un signore siciliano, che aveva subito l’estrazione del dente del giudizio. Mamma mia! esclamo e mi disse: “Padre! Quanto fa male il dente del giudizio! Me l’hanno tolto!”. Per me, questa esperienza si è tramutata in un grande insegnamento. Non sapevo che il ‘wisdom tooth’, in italiano si chiamasse ‘dente del giudizio’. Dopo aver a lungo riflettuto su questa esperienza e sulla faccia dolorante di questo povero uomo siciliano, subito mi sono detto: Ma quanto fa male il giudizio! È vero, carissimi, il giudizio fa malissimo! Gesù stesso ci rassicura di questo fatto concretissimo. Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell’occhio tuo? O, come potrai tu dire a tuo fratello: “Lascia che io ti tolga dall’occhio la pagliuzza”, mentre la trave è nell’occhio tuo? Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello (Mt 7:1-5).

La base principale di questo brano è il seguente: elimina i tuoi peccati e dopo potrai parlare dei peccati degli altri! Se tutti noi volessimo che Dio avesse misericordia di noi perché la neghiamo agli altri? Anche Papa Francesco ha parlato ampiamente sulla piaga del giudizio. Nella sua messa mattutina di lunedì 23 giugno 2014, il Santo Padre ha sottolineato che chi giudica si mette al posto di Dio e così facendo va incontro a una sconfitta certa nella vita perché verrà ripagato con la stessa moneta. E vivrà nella confusione, scambiando la “pagliuzza” nell’occhio del fratello con la “trave” che gli impedisce la vista. Dunque, chi giudica “sbaglia sempre”. E sbaglia, ha affermato “perché prende il posto di Dio, che è l’unico giudice: prende proprio quel posto e sbaglia posto!”. In pratica, crede di avere “la potestà di giudicare tutto: le persone, la vita, tutto”. E “con la capacità di giudicare” ritiene di avere “anche la capacità di condannare”.

Per il Pontefice, colui che giudica “diventa uno sconfitto” e non può che finire male “perché la stessa misura sarà usata per giudicare lui”, come dice esattamente Gesù nel Vangelo di Matteo. Dunque, “il giudicatore superbo e sufficiente che sbaglia posto, perché prende il posto di Dio, scommette su una sconfitta”. E qual è la sconfitta? “Quella di essere giudicato con la misura con la quale lui giudica”, ha osservato il vescovo di Roma. Perché “l’unico che giudica è Dio e quelli ai quali Dio dà la potestà di farlo. Gli altri non hanno diritto di giudicare: per questo c’è la confusione, per questo c’è la sconfitta”. Signore Gesù dacci la grazia di imitarti nel essere intercessori, difensori, avvocati di misericordia degli altri. Non lasciarci mai ad imitare l’altro che alla fine ci distruggerà. Amen.


 


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