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 sabato 19 gennaio 2019

MALTA

Una grandissima prestazione di coraggio

di Fra Mario Attard


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Helen Caruana, che sabato 12 gennaio, ha subito un trapianto per un nuovo fegato, è stata rilasciata dalla unità di cure intensive domenica sera. In una foto scattata la mattina di lunedì 14 gennaio, presso l’ospedale nel Regno Unito, Helen è apparsa sorridente per una nuova speranza in futuro. Anche se questi sono ancora momenti delicati, ogni ora che passa è una buona notizia in quanto prolunga la speranza che il corpo di Helen sta accettando il nuovo fegato. Questo è stato dichiarato da Christine Caruana Aquilina, moglie del figlio di Helen, Charles, che è attualmente con la madre nel Regno Unito.Abbiamo trovato grande assistenza. Anche se l’attesa di trovare un donatore è molto crudele”, ha detto Christine. Helen e suo marito avevano entrambi smesso di lavorare fino a quando si è presentato un donatore nel Regno Unito, dove sono stati per quasi un anno. Christine ha aggiunto che è stato doloroso per i suoi bambini che non potevano essere al suo fianco, prima dell’intervento che, nonostante ha superato con grandissimo coraggio.

La famiglia Caruana continua a esprimere la propria gratitudine al donatore che ha dato nuova speranza a Helen, esprimendo il desiderio di incontrare in futuro i suoi parenti per ringraziarli di questo magnifico gesto di solidarietà e vero amore.Quando parla sul rispetto della dignità delle persone il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna così: Il trapianto di organi è conforme alla legge morale se i danni e i rischi fisici e psichici in cui incorre il donatore sono proporzionati al bene che si cerca per il destinatario. La donazione di organi dopo la morte è un atto nobile e meritorio ed è da incoraggiare come manifestazione di generosa solidarietà. Non è, moralmente, accettabile se il donatore o i suoi aventi diritto non vi hanno dato il loro esplicito assenso. È, inoltre, moralmente inammissibile provocare direttamente la mutilazione invalidante o la morte di un essere umano, sia pure per ritardare il decesso di altre persone (n. 2296).


 


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