AUTOSTRADE
Riflessioni sull’ennesimo grave incidente sulla A18
di Sergio Lanfranchi
Non
ci sono parole per esprimere il dolore che prende tutti quando succedono simili
disgrazie. Questa volta, il danno pare sia stato causato dalla perdita del
gasolio da un camion, ma, considerate le condizioni in cui versa la A 18,
possiamo aspettarci di tutto. Conoscono bene le anomalie e i dissesti che
rendono pericoloso il tragitto Messina–Catania, quanti, per lavoro o per
raggiungere l’aeroporto, percorrono quotidianamente un tratto abbandonato all’incuria
da quanti, invischiati in difficoltà di ogni ordine e grado, avrebbero il
dovere di porre rimedio con immediatezza. Un tratto dove frane, notevoli
dissesti del manto stradale, segnaletica forse insufficiente, rendono evidente il
pericolo. Come si può sopportare che una frana avvenuta nel lontano 2016 a
Letojanni faccia ancora bella mostra di sé senza creare la giusta
preoccupazione?
Come
è possibile che ci si attivi per fare un lifting, per imbellettare un tratto,
solo quando passa per le nostre contrade un personaggio politico che fa
clamore? La gente comune vale zero? Quella gente può morire? Poniamoci queste
domande e speriamo che qualcosa cambi, che qualcuno si attivi ancora di più per
eliminare le criticità e ripristinare sicurezza e totale agibilità per l’intera
rete autostradale. Appare utile evidenziare che denunciare le criticità è,
senza dubbio, dovere anche della gente comune, che non deve arrendersi all’impotenza
di fronte ai problemi demandando ad altri la tutela dei propri interessi. È dovere
di chi opera nel mondo dell’informazione, di tutti i politici, di chi crede nel
futuro, di chi tiene alla vita. Si riporta, per opportuna conoscenza, un breve
resoconto dell’incidente.
Si
è verificato alle due della notte scorsa ed è costato la vita a tre persone e
costretto in ospedale sei feriti. Un risveglio doloroso per la nostra Città sul
cui territorio è avvenuta la tragedia. Non ci sono parole di fronte a fatti
così traumatici che hanno coinvolto tante persone. La causa del disastro un Tir
che, durante il percorso Catania–Messina, ha perso tanto gasolio da inondare,
letteralmente, il manto stradale all’altezza di Tremestieri. Pare che il
conducente abbia perso il controllo del mezzo che è andato a pararsi di
traverso sulla carreggiata impedendo, di fatto, il passaggio di un altro Tir
che è piombato su una pattuglia della Polizia Stradale, giunta per recare
soccorso, scagliando a 200 metri di distanza la loro auto. Il bilancio del disastro,
come già evidenziato, tre morti, tra questi un agente di 55 anni, Angelo
Spadaro di Giardini Naxos, quattro mezzi coinvolti in un maxi tamponamento i
cui conducenti, scesi dall’auto, sono stati investiti dai mezzi che nel
frattempo sopraggiungevano. A perdere la vita anche una anziana signora, Rita
Biviera di 81 anni, che a bordo di una Fiata Panda stava facendo rientro nella
sua Città e un operaio di 42 anni. Unico superstite, in tanta strage, un agente
che si è salvato saltando in una scarpata. Macchinosa la dinamica dell’incidente
su cui si sta indagando.
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