DICCI LA TUA
Come celebrare il Natale 2018 in Italia? Riflessione sul gesto di Don Farinella
di Redazione
La
celebrazione del Natale interroga ogni comunità (cristiana, religiosa, laica,
civile) sul senso del suo stare insieme. La memoria di fede della nascita di un
Dio che si fa uomo nascendo nella povertà di un viaggio senza accoglienza
dovrebbe mettere in crisi i limiti del nostro cuore, inquietare le nostre
coscienze, aprirci a una rivoluzione interiore che metta prima di sé gli altri,
spingerci a rifondare la nostra convivenza (comunitaria, sociale, civile,
nazionale) in base a quei principi di amore, accoglienza, nonviolenza, dono di
sé e, perfino, della propria vita che Gesù ha incarnato in maniera assoluta e
radicale nella sua vita. Invece, rassicura i “turisti della fede”, come li ha
definiti don Farinella, parroco di San Torpede a Genova, decidendo di tenere
chiusa la sua parrocchia per il Natale 2018.
Di
fronte alle scelte politiche di chi mette “prima degli altri, noi”, non
possiamo non condividere la ribellione espressa da don Farinella, perché Gesù è
venuto a testimoniare l’esatto opposto. Dal suo primo momento di vita (quando
richiama, misteriosamente, attorno a sé la parte umile, laboriosa e affaticata
della società: i pastori dormienti in una fredda notte decembrina), fino all’ultimo
suo respiro (quando, dopo aver ripudiato l’uso della spada per difendere la sua
incolumità, pone il dono della propria vita come segno dell’amore più alto
verso ogni uomo), Gesù ha sussurrato, vissuto, gridato nell’abbandono in croce:
“prima di noi, gli altri”.Per
questo, è ipocrita celebrare il Natale plaudendo rassicurati a chi sceglie di
chiudere porti e Paese, lavandosi le mani del sangue di giusti; è ipocrita
celebrare il Natale senza levare una voce di protesta contro politiche che,
prima di essere antistoriche e miopi, sono antiumane e oscurantiste; è ipocrita
riempirsi la bocca di “radici cristiane” per la società nazionale e ripudiare
nelle scelte di governo del Paese i valori di Gesù. È blasfemo recitare
preghiere e brandire il Vangelo nei comizi elettorali per poi tradirne il
messaggio e le istanze nei provvedimenti che si assumono.
E
non è accettabile la risposta di chi pretende di relegare alla sfera privata l’attivazione
dei doveri di solidarietà che sono alla base della convivenza civile. Non può
dirsi cristiana una società che respinge con la violenza delle porte chiuse chi
chiede aiuto, condannandolo a una “irregolarità sociale” che deriva non dalla
sanzione ad azioni antisociali di cui si è personalmente responsabili, ma
solamente dal fatto di non esser nati in Italia e di cercare nel “civile”
occidente un rifugio operoso dalla guerra, dalle persecuzioni o dalla fame. Il
cristiano che ha ricevuto la responsabilità di guidare la comunità non può
rivendicare orgogliosamente il ripudio dei valori di Gesù.Noi
celebriamo il Natale chiedendo a Gesù che nasce di ridonarci il messaggio di
amore, speranza, emancipazione dell’umanità che vorremmo incarnare nella nostra
esistenza e nella nostra resistenza a una società malata, ipocrita e, nei
fatti, anticristiana. Celebriamo il Natale esprimendo la nostra vicinanza e il
nostro apprezzamento a chi, per scuotere la coscienza nazionale, rifiuta con
clamore di celebrare un Natale ipocrita.
La Piccola Comunità Nuovi Orizzonti
di Messina
|