MOVIMENTO SPORT E SALUTE
Italiani troppo sedentari. Solo la metà tra gli adulti e un bambino su quattro svolgono attività fisica
di Redazione
Solo
un italiano su due tra gli adulti raggiunge i livelli raccomandati di attività
fisica e un bambino su quattro dedica al massimo un giorno a settimana (almeno
un’ora) allo svolgimento di giochi di movimento. Inoltre, circa un italiano su
tre pratica sport nel tempo libero, anche se tale pratica interessa
maggiormente le fasce d’età più giovani. Sono questi alcuni dei dati riportati
nel Rapporto Istisan “Movimento, sport e salute: l’importanza delle politiche
di promozione dell’attività fisica e le ricadute sulla collettività”,
realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dal Ministero della Salute
e dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) e presentato oggi in un
convegno all’ISS dedicato all’argomento.
“La promozione dell’attività fisica –
sottolinea Walter Ricciardi, presidente dell’ISS – è sicuramente importante a
livello del singolo, ma anche e soprattutto in una visione societaria, per la
quale diventa necessario un approccio
multi-disciplinare e multi-settoriale, frutto della collaborazione di varie
istituzioni e del coinvolgimento di
diversi settori (educazione, trasporti, ambiente, politiche fiscali, media, industria, autorità locali), affinché
l’attività fisica possa diventare direttamente integrata nella quotidianità di
ognuno e affinché il singolo individuo possa farsi promotore della propria
salute adottando uno stile di vita ‘attivo’.
Non è, infatti, solo un’attività sportiva di tipo strutturato o agonistico a mantenere il cittadino in buona
salute, ma tutte le occasioni in cui si può combattere la sedentarietà (come ad esempio camminare,
andare in bicicletta, fare giardinaggio, portare il cane a passeggio, ecc.)”.
La
giornata è, perciò, un’importante occasione d’incontro per condividere il ruolo
fondamentale dei programmi e delle politiche intersettoriali per promuovere l’attività
fisica, ma è anche un momento di confronto tra tutti gli attori che, a diverso
titolo, si occupano di promozione dell’attività fisica, movimento e sport. Tra
gli argomenti trattati: le politiche internazionali di promozione dell’attività
fisica; le linee di indirizzo sull’attività fisica e motoria per le differenti
fasce di età; la strategia nazionale di promozione dell’attività fisica; l’importanza
del movimento sulla salute; la promozione dell’attività fisica a livello
locale; l’attività fisica e sportiva in Italia; il diritto allo sport e all’effettivo
svolgimento di attività fisica quale corollario del diritto alla salute.
I numeri
Nel
Rapporto Istisan, si legge che la sedentarietà è responsabile del 14,6% di
tutte le morti in Italia, pari a circa 88.200 casi all’anno, e di una spesa in
termini di costi diretti sanitari di 1,6 miliardi di euro annui per le quattro
patologie maggiormente imputabili ad essa (tumore della mammella e del
colon-retto, diabete di tipo 2, coronaropatia). Un aumento dei livelli di
attività fisica e l’adozione di stili di vita salutari determinerebbero un
risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) pari a oltre 2 miliardi e
300 mila euro in termini di prestazioni specialistiche e diagnostiche
ambulatoriali, trattamenti ospedalieri e terapie farmacologiche evitate. Anche
i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) parlano chiaro: si stima
che nel mondo un adulto su quattro non è sufficientemente attivo e che l’80%
degli adolescenti non raggiunge i livelli raccomandati di attività fisica. In
particolare, in Europa oltre un terzo della popolazione adulta e due terzi
degli adolescenti non sembrano svolgere abbastanza attività fisica.
Riguardo
l’Italia, i dati raccolti dai sistemi di sorveglianza di popolazione (dedicati
a diverse fasce di età e basati su indagini campionarie di popolazione condotte
dalle ASL, coordinate dalle Regioni, con il supporto tecnico scientifico e il
coordinamento dell’ISS) riferiscono che solo il 50% degli adulti raggiunge i
livelli raccomandati di attività fisica [fonte: PASSI, 2017], che un bambino su
quattro dedica al massimo un giorno a settimana (almeno un’ora) allo
svolgimento di giochi di movimento [fonte: OKkio alla Salute, 2016], che tra
gli adolescenti meno del 10% raggiunge le raccomandazioni dell’OMS e che i
maschi sono più attivi delle femmine (anche se usano, maggiormente, i computer)
[fonte: HBSC, 2014] e che fra gli ultra 64enni il livello di attività fisica
svolto dagli anziani diminuisce all’avanzare dell’età ed è significativamente
più basso tra le donne, tra le persone con svantaggio socio-economico e tra i
residenti nel meridione [fonte: Passi d’Argento].
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