MALTA
Il futuro della Chiesa a Malta
di Fra Mario Attard
È
un fatto ormai riconoscibile e, sì, infallibile. Anche se è duro di ammetterlo.
Le chiese, i seminari e i conventi di Malta cattolicissima stanno diventando
sempre più vuoti. Soprattutto, anche il rispetto per la Chiesa nella Malta
post-cattolica è sostituito da qualcosa di peggio del rifiuto, l’indifferenza e
l’irrilevanza. Perché, e diciamolo pure con massima onestà, gli orpelli esterni
delle feste religiose e delle tradizioni, che sono vivi grazie al turismo, al
commercio o alla politica, non sono l’autentica testimonianza della fede
cristiana. Davanti a tutta questa realtà, assai complessa – mi domando – come
cristiano e cittadino di questo celebre Paese, tradizionalmente cattolico:
esiste veramente un futuro per la Chiesa a Malta? O tutto crollerà come un
mazzo di carte? Ecco la buona novella in questa storia intrigante anche se
addolorante: Sì! C’è un futuro per la Chiesa a Malta! Ma tutto ciò dipende se
la Chiesa rimane la comunità vivente dei credenti e non semplice istituzione
che ormai è sorpassata.
Nel
1969, Papa emerito Joseph Ratzinger, fece delle riflessioni profondamente
profetiche che ci guidano nel nostro cammino verso una Chiesa più Chiesa. Per
dirla in modo più positivo: il futuro della Chiesa, ancora una volta e come
sempre, verrà rimodellato dai santi ovvero dagli uomini le cui menti sono più
profonde degli slogan del giorno che vedono più di quello che vedono gli altri,
perché la loro vita abbraccia una realtà più ampia. La generosità, che rende
gli uomini liberi, si raggiunge solo attraverso la pazienza di piccoli atti
quotidiani di negazione di sé. Con questa passione quotidiana, che rivela all’uomo
in quanti modi è schiavizzato dal suo ego, da questa passione quotidiana e solo
da questa, gli occhi umani vengono aperti lentamente. L’uomo vede solo nella
misura di quello che ha vissuto e sofferto. Se oggi non siamo più molto capaci
di diventare consapevoli di Dio, è perché troviamo molto semplice evadere,
sfuggire alle profondità del nostro essere attraverso il senso narcotico di
questo o quel piacere. In questo modo, le nostre profondità interiori ci
rimangono precluse. Se è vero che un uomo può vedere solo col cuore, allora
quanto siamo ciechi!
Nella
stessa trasmissione del 1969 alla radio tedesca, Padre Ratzinger disse: “Non abbiamo bisogno di una Chiesa che celebra il culto dell’azione nelle preghiere
politiche. È del tutto superfluo. E, quindi, si distruggerà. Ciò che rimarrà
sarà la Chiesa di Gesù Cristo, la Chiesa che crede nel Dio che è diventato uomo
e ci promette la vita dopo la morte. In altre parole, preghiere, liturgie,
dogmi e dottrine non salveranno mai nessuno se non esprimono e nutrono un’amorevole
accettazione di Cristo come Dio che
si è fatto uomo. Egli può essere visto e toccato solo attraverso relazioni
personali e amorevoli.E, che tipo di sacerdote
tale Chiesa avrà bisogno? – continua Ratzinger –. Il tipo di
sacerdote che non è altro che un operatore sociale può essere sostituito dallo
psicoterapeuta e da altri specialisti, ma il sacerdote che non è uno
specialista che non sta sugli spalti a guardare il gioco, a dare consigli
ufficiali, ma si mette in nome di Dio a disposizione dell’uomo che lo
accompagna nei suoi dolori, nelle sue gioie, nelle sue speranze e nelle sue
paure, un sacerdote di questo tipo sarà, sicuramente, necessario in futuro. Non
è la stessa cosa che dice Papa Francesco sul sacerdote quando dice a noi
sacerdoti: Questo vi chiedo: di essere pastori con “l’odore delle pecore”,
pastori in mezzo al proprio gregge e pescatori di uomini?
Secondo
Razinger, la Chiesa del futuro, come risultato dalla crisi odierna emergerà una
Chiesa che avrà perso molto. Diventerà piccola e dovrà ripartire più o meno
dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare molti degli edifici che aveva
costruito nella prosperità. Poiché il numero dei suoi fedeli diminuirà, perderà
anche gran parte dei privilegi sociali. In contrasto con un periodo precedente,
verrà vista molto di più come una società volontaria, in cui si entra solo per
libera decisione. Allora, in questo modello di Chiesa, finiti sono i giorni di
definizioni, obblighi e sanzioni. Il più grande è meglio verrà sostituito dal
più piccolo è il più bello. Il futuro del Vangelo dipende dalla Chiesa
diventando una testimonianza vivente, un compagno amorevole e un insieme di
sostegno alla ricerca dell’estrema significatività dell’esistenza.
Per
Ratzinger, la Chiesa del futuro ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da
una minoranza che rimetterà la fede e la preghiera al centro dell’esperienza e
sperimenterà di nuovo i sacramenti come servizio divino e non come un problema
di struttura liturgica. La Chiesa del futuro che subirà il processo, infatti,
della cristallizzazione e della chiarificazione la renderà povera, la farà
diventare una Chiesa dei piccoli, il processo sarà lungo e faticoso, perché
dovranno essere eliminate la ristrettezza di vedute settaria e la caparbietà
pomposa. Si potrebbe predire che tutto questo richiederà tempo. Dunque, addio
al clericalismo e carrierismo ecclesiastico. No! Mai questo! Afferma Raztinger:
Sarà una Chiesa più spirituale, che non si arrogherà un mandato politico
flirtando ora con la sinistra e ora con la destra.
Infine,
in un mondo futuro, pieno di mancanza di significato e la devastante solitudine
quotidiana, la Chiesa – sottolinea il celebre teologo e futuro Papa – conoscerà
una nuova fioritura e apparirà come la casa dell’uomo dove trovare vita e
speranza oltre la morte. E, allora, quello della Chiesa sarà un futuro
sbocciante che inizia proprio ora, con me e con te, se ci impegniamo, nella visione
di Raztinger, a pregare e coltivare la generosità, la negazione di sé, la
fedeltà, la devozione sacramentale e una vita centrata in Cristo. Come,
esattamente, ci insegna il nostro unico Signore e Salvatore, Gesù Cristo, nel
suo potentissimo vangelo: “In verità, in
verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo;
se, invece, muore, produce molto frutto (Gv 12:24). È quando la Chiesa è pronta a morire per diventare il sale della terra
che possiamo dire che essa ha veramente un futuro, non solo a Malta, ma in ogni
parte del mondo!”.
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