Consumare
frutta e verdura spesso e volentieri è da sempre la prima raccomandazione dei
nutrizionisti. Mentre per la verdura non esistono limiti raccomandati, quando
si parla di frutta bisogna ricordare che la quantità di zuccheri in essa
contenuta, in alcuni casi, potrebbe essere, particolarmente, alta. Ciò
significa che per i pazienti diabetici e per chi sta seguendo particolari
diete, consumare grandi quantità di frutta potrebbe non essere consigliabile.
Insieme alla dottoressa Manuela Pastore, dietista di Humanitas, abbiamo cercato
di capire quali sono le dosi consigliate e soprattutto quali sono i frutti da
preferire.
Frutta e carico glicemico, una
questione di rapporti
La
risposta dell’organismo al consumo di carboidrati (CHO) dipende da molti
fattori, forma chimica, tipo di amido, presenza di fibre e di antinutrienti o
fruttoligosaccaridi, presenza di grassi, grado di maturazione della frutta, la
cottura determinano una velocità di digestione e di assorbimento diversa.
Inoltre, è determinante la quantità consumata giornalmente. Soprattutto per i
pazienti con diabete tipo 1 o che hanno necessità di evitare picchi glicemici
post prandiali è importante considerare due parametri: indice glicemico e
carico glicemico. L’indice glicemico è definito il rapporto percentuale tra la
risposta glicemica a un determinato alimento e la risposta glicemica della
stessa quantità di CHO contenuti in un alimento di riferimento (pane o
glucosio). L’indice glicemico di un alimento non fa riferimento alla quantità
di carboidrati contenuti nell’alimento stesso, ma si basa esclusivamente sulla
velocità con cui i carboidrati contenuti in quell’alimento possono essere
digeriti e assorbiti. Un parametro che tiene conto sia della quantità dei CHO
sia della loro diversa qualità è il carico glicemico (CG), che si ottiene
moltiplicando la quantità di CHO di un alimento per il suo indice glicemico
diviso 100. Il carico glicemico, tenendo conto anche della quantità di carboidrati
contenuti nell’alimento, dà quindi un’informazione più completa rispetto all’indice
glicemico.
L’importanza delle fibre
Quando
si parla di CHO della frutta non si tratta solo di valutare il contenuto di
carboidrati, ma anche la presenza di fibre, il grado di maturazione e la
quantità consumata, in che forma assumiamo lo assumiamo e quali sono gli
alimenti con cui lo associamo. Più è alto il contenuto di fibra più basso sarà
il picco iperglicemico post prandiale. Ecco perché 200g di succo di arancia o
di succo di uva o di mele, che non contengono fibra, producono un rialzo
glicemico più alto rispetto alla stessa quantità di frutta fresca.
Ecco i frutti che contengono più
zuccheri
La
quantità di frutta più del tipo di frutto fa la differenza sul picco glicemico
rilevato a 1-2 ore. Frutta come uva, banane, cachi, fichi possono, se consumati
nella porzione giusta, avere lo stesso carico glicemico di mela, arancia, pera,
ananas. Un esempio: una mela media ha un peso di 170 g con un carico glicemico
di 10, un valore molto simile a 100 g di banana o uva che hanno rispettivamente
un CG di 9 e 8. Un’arancia media di 170g ha un carico glicemico di 6.8.
La frutta esotica come mango, papaya,
avocado e maracuja è consigliata?
L’avocado
è un frutto con caratteristiche del tutto differenti rispetto agli altri frutti
e ha, infatti, un contenuto di CHO molto basso a fronte di una percentuale
molto alta di grassi e un buon apporto di proteine vegetali. Se inserito in un
piano dietetico ipocalorico può essere valutata l’adeguata sostituzione con i grassi
contenuti in un pasto. Il maracuja o frutto della passione ha un elevato
contenuto di CHO e di fibra, quasi doppi rispetto ai più comuni frutti
coltivati nelle nostre campagne, pertanto, occasionalmente può essere inserito
nella dieta nelle debite porzioni. Il mango si colloca alla pari di uva,
mandarini, fichi, banane pertanto vale il discorso fatto in precedenza. La
papaya può essere paragonata all’arancia come valori nutrizionali.
I succhi di frutta al 100% sono
validi sostituti dei normali succhi di frutta?
I
succhi di frutta possono essere consumati al posto di una porzione di frutta? I
succhi di frutta, anche quelli prodotti con polpa di frutta fresca e senza
zuccheri aggiunti, hanno una composizione nutrizionale differente rispetto al
frutto fresco soprattutto in termini di fibre alimentari che si trovano in
quantità trascurabili. Non sono mai validi sostituti se non in caso in cui il
paziente diabetico si trovi in ipoglicemia.