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 lunedì 5 novembre 2018

MALTA

La conferenza infermieristica sulla morte

di Fra Mario Attard


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Venerdì 26 ottobre, a Hilltop Gardens a Naxxar, the Malta Nurses and Midwives (MUMN l’unione maltese degli infermieri e ostetriche) ha organizzato una conferenza molto interessante sulla morte e morire, e come sostenere questo importantissimo viaggio. La prima presentazione della conferenza è stata quella del rev. prof. Emanuel Agius, che ha parlato della protezione dei diritti umani e della dignità dei malati terminali e dei moribondi. Con l’avanzamento nella biotecnologia, il processo della morte è prolungato inutilmente. La qualità della vita dei moribondi viene spesso ignorata, così come la loro solitudine, la loro sofferenza e la loro famiglia e quelli dei operatori sanitari nella cura del paziente. L’obbligo di rispettare e proteggere la dignità della persona malata o moribonda deriva dall’inviolabilità della dignità umana in tutte le fasi della vita. Questo rispetto e protezione trovano la loro espressione nella fornitura di un ambiente adeguato, permettendo all’essere umano di morire dignitosamente.

Nella seconda presentazione, che s’intitolava Celebrare la scienza e l’arte della morte nell’Reparto della Cura intensiva, Fiona Farriuga ha detto lo scopo principale delle cure mediche ospedaliere è quello di mantenere la vita. In realtà, molti spingono il reparto della cura intensiva verso i trattamenti salvavita. La morte può essere difficile da accettare, specialmente se è inaspettata. Nonostante ciò, la morte è inevitabile. Le infermiere che lavorano nella cura critica sono direttamente coinvolte con i pazienti e le loro famiglie e la loro esperienza può identificare le pratiche migliori per una cura di fine-di-vita dignitosa. Un buon approccio di squadra composto da parenti, pazienti, infermieri e medici è fondamentale per dignitosa morte nella cura intensiva. Problemi di fine vita nella cura intensiva sono tra i problemi più gravi che uno deve affrontare nelle professioni infermieristiche e mediche di oggi. Questioni sulla morte e di morire contribuiscono allo stress occupazionale tra infermieri che lavorano in aree di cure intensive. Così, è importante che la formazione adeguata ed il supporto psicologico siano offerti alle infermiere che lavorano nelle cure intensive per risolvere il loro proprio processo di lutto.

La terza presentazione è stata quella di Kristine Bonnici dal titolo: “Le esigenze dei familiari quando la madre è malata terminale di cancro”. Questo studio ha mirato a esplorare le esperienze vissute dei membri della famiglia maltese quando la madre fu malata terminale, insieme alle esigenze dei membri della famiglia in tutta la malattia e come hanno gestito la loro vita quotidiana. Inoltre, questo studio ha esplorato gli effetti dei servizi palliativi di cura forniti sullo stato di salute e sulla qualità di vita dei malati e della loro famiglia integralmente. Le principali raccomandazioni fornite da questo studio sono: fornire supporto informativo e professionale dall’insorgenza della malattia; rinvio più iniziale dei pazienti e delle loro famiglie ai servizi palliativi di cura; la fornitura di cure di tregua e di sostegno durante la notte; programmi per sostenere i bambini durante il cancro parentale; migliore comunicazione sulla progressione e la prognosi della malattia ed altri infermieri specializzati in oncologia disponibili nella Comunità.

La quarta presentazione di Alexandra Castillo sul tema: “Affrontare la gravidanza e la perdita del bambino”. Appena una prova di gravidanza risulta positiva i genitori attendono il giorno in cui sentono il grido del loro bambino per la prima volta. Ma ci sono momenti in cui possono essere affrontati con un aborto spontaneo, nato morto, morte neonatale o la scoperta di un bambino anormale e tutti piangono al posto del loro bambino. In queste situazioni doloranti, è importantissimo capire il vero significato di un tale evento per coloro che sono coinvolti. Soltanto quando si capisce davvero il significato della situazione che uno può essere in grado di fornire la cura olistica che è necessaria in momenti così delicati che tali perdite portano. In questa presentazione, Alexandra Castillo ha cercato di capire l’impatto di queste perdite e come la cura può rendere il viaggio del recupero più agevole, meno spaventoso e non così confuso.

La quinta presentazione eseguita da Jesmond Sharples, ha parlato sulla vita come un viaggio, la metafora della morte come un meccanismo per fronteggiare questa dura realtà. Infermieristica è sia un’arte ed anche una scienza. Mentre la scienza si occupa dell’obiettivo e del misurabile, l’aspetto estetico si occupa del soggettivo, incommensurabile e intangibile. L’interazione e l’esperienza umana come la nascita, la malattia e la morte richiedono l’uso di metafore letterari come la metafora di esprimere nozioni di emozioni affini come la gioia, il dolore e la sofferenza. Nella sua presentazione, Jesmond Sharples ha esplorato l’importanza della metafora come mezzo per far fronte a tali eventi vitali e critici come la morte. Essere in grado di esprimere aspetti dei momenti difficili nella vita attraverso le metafore aiuta sia i pazienti e anche gli infermieri ad affrontare tale narrazione emotiva attraverso il tentativo di chiarire i sentimenti del significato attraverso la creazione del linguaggio simbolico o metaforico.

La sesta presentazione è stata la mia, uno dei sei cappellani a Mater Dei, ho parlato sul sacramento dell’Unzione degli Infermi come la presenza di Dio che guarisce i suoi figli sofferenti. Come punto di partenza per questa presentazione, ho accennato al fatto che la mia presenza in ospedale è sacramentale in se stessa. La mia presenza annuncia il Gesù, il Dio con noi, incarnato, che guarisce e rafforza. Poi, sacramentalmente, questa guarigione viene espressa nel sacramento della chiesa, che fa esattamente quelle che fece Gesù due mila anni fa. Nella mia riflessione, ho fatto accenno anche a un’esperienza che dimostra la presenza confortante di Gesù che restaura i cuori doloranti. In quella circostanza, il Signore mi ha usato per incoraggiare e sanare le ferite interne di una infermiera assai devastata dalla perdita della sua paziente giovane.

La settima presentazione, a cura di Paul Calleja, ha concentrato approccio familiare alla donazione degli organi. Senza una cura adeguata e qualificata per la fin di vita e abile comunicazione informata con le famiglie dei pazienti, la donazione (e l’opportunità di aiutare i destinatari) non si verificherà. Gli infermieri condividono la responsabilità con altri operatori sanitari per la qualità di entrambe le cure di fine vita e le condizioni che possono influenzare il processo di donazione. L’ottava e l’ultima presentazione della conferenza concentrava il suicidio. Infatti, l’infermiere Kevin Gafa, presentava questo argomento: “Parliamo del suicidio”. In tutto il mondo, circa 2000 persone muoiono di suicidio ogni giorno. Eppure, parlare di suicidio è ancora considerato come un tabù anche tra i professionisti della sanità. Un professionista sanitario competente deve utilizzare le conoscenze di diverse teorie per meglio comprendere la complessità del suicidio e identificare i fattori di rischio che si verificano simultaneamente indicando un rischio maggiore di comportamento suicidario. Kevin Gafa ci ha aiutato a migliorare le nostre conoscenze su come utilizzare semplici ed efficaci procedure di valutazione del rischio e fornire cure immediate e appropriate.

Come diceva il presidente della conferenza, Joseph Camilleri, citando Christine Bell: Gli infermieri sono lì quando l’ultimo respiro è preso e gli infermieri sono lì quando il primo respiro è preso. Anche se è più piacevole celebrare la nascita, è altrettanto importante confortare nella morte”.


 


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