IL TACCUINO DI NUCCIO FAVA
Paolo VI e Romero testimoni per i giorni d’oggi
di Nuccio Fava
Il
mistero della santità non è facile da definire. Neppure per la chiesa che per
proclamarla impiega anni e anni di approfondimenti, di studio, di testimonianze
e verifiche. Per Papa Montini 40 anni; tempo analogo per Oscar Romero,
trucidato sull’altare da un sicario degli squadroni della morte che seminavano
violenza ed orrore a San Salvador in preda alla guerra civile. Due figure molto
diverse, in contesti altrettanto diversi e con responsabilità differenti. Per
noi la figura di Papa Montini è più familiare e vicina, anche se l’assassinio
di monsignor Romero ci apparve subito un martirio, una luminosa testimonianza a
difesa del suo popolo colpito da una violenza e intimidazione ininterrotte.
Quella di Paolo VI fu una testimonianza diversa, discreta ed efficace. Diretta,
soprattutto, ad aprire nuove strade alla chiesa nel rapporto col mondo
contemporaneo, nel confronto con le imponenti trasformazioni che si
manifestavano in ogni campo.
Lungo
queste linee guidò a conclusione il Concilio Vaticano II facendo navigare con
timone fermo e flessibile tutta la chiesa nella impegnativa stagione della
contestazione. Decise con coraggio l’introduzione delle lingue nazionali al
posto del latino, avvicinando direttamente ai testi delle scritture uomini e
donne di tutto il mondo. La sua convinzione profonda è sempre stata che solo la
conoscenza e l’assimilazione personale del vangelo potesse favorire la crescita
di cristiani adulti e consapevoli. Fin dagli anni della Fuci – come assistente
degli universitari cattolici negli anni ‘30 – indicò con insistenza la maturazione
interiore e intellettuale come la strada per affrontare nella vita della chiesa
e della società le responsabilità che incombono sul piano religioso, ma anche
civile e politico. Perché il cristiano non può restare in sacrestia, ha il
dovere di rinnovare il mondo in dialogo reciproco con credenti e non credenti,
accomunati tutti dall’impegno di costruire il bene comune, una società più
giusta e pacificata. Emerge forse qui la risposta al mistero della santità,
realtà straordinaria e non compiutamente definibile. Se non come attitudine a
ricercare sempre il bene e riuscire acontagiarne tutti quelli che incontriamo e
a cui ci rivolgiamo.
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