giovedì 27 settembre 2018
MALTA
Un dipinto per l’abside della chiesa parrocchiale di Paola
di Fra Mario Attard
Nel
mese di luglio, la Parrocchia di Paola ha inaugurato un nuovo dipinto per la
sua grande abside. La parrocchia è dedicata a Cristo Re. Fu istituita dall’arcivescovo
di Malta, mons. Pietro Pace, nel 1910. Il primo parroco fu il rev. Salv
Chircop. La chiesa, che è considerata la più grande dell’Isola, fu costruita a
forma di croce latina, su disegni di Ġużè Damato, che fu anche uno dei suoi
grandi benefattori. Cominciò a essere usata come chiesa parrocchia nel 1936. L’arcivescovo
di Michele Gonzi la consacrò nel 3 giugno 1967. Assunse il titolo di chiesa
parrocchiale dalla chiesa barocca del XVII secolo che fu dedicata a Santa
Ubaldesca, costruita ovviamente durante il periodo in cui Malta fu governata
dai Cavalieri di San Giovanni, dalla bolla papale, di papa Urbano VIII, che
concesse all’Ordine il permesso di erigere una chiesa dedicata a Santa
Ubaldesca. Questa bolla fu emessa il 31 luglio 1629.
Tutti
i parroci di Paola hanno lavorato duramente per la manutenzione e l’abbellimento
di questo grande, monumentale e magnifico tempio; Il-Knisja ta ‘Kristu Re, (La
Chiesa di Cristo Re), a Raħal Ġdid (Paola). E, oggi, si può godere dell’architettura
interessante, degli arredi interni, dei lampadari di cristallo e dei vari
tesori d’arte con cui la chiesa si è arricchita, grazie ai generosi contributi
dei parrocchiani. L’attuale parroco è il canonico Marc Andrè Camilleri. Venne
dalla parrocchia di San Sebastiano, a Ħal Qormi, dove prestò servizio come vice
parroco. È stato ufficialmente affidato alle cure spirituali dei Pawlisti il 22
novembre 2014. Al suo fianco ha Padre Herbert Friggieri S.J., don Keith
Scicluna e don Gilbert Scicluna che lo aiutano.
Il
canonico Camilleri – sempre vestito con la tonaca nera del prete – è un prete
carismatico, che va sempre in giro, incontra persone, sorride, ascolta e dà
consigli incoraggianti. È un ottimo cantante che canta la canzone come chiede
il Signore Onnipotente ai suoi discepoli. Oltre a occuparsi diligentemente dei
bisogni spirituali del gregge a lui affidata, ha intrapreso diversi progetti
per la chiesa, alcuni dei quali sono già stati completati con grande
soddisfazione. Tra questi, si trovano gli apostoli in bassorilievo in stucco
dello scultore Lawrence Attard, quattro negli ovali recessi in alto sopra le
colonne del presbiterio e otto in nicchie sopra le colonne della navata, vicino
al decorazione interna che circonda la chiesa; il vecchio pulpito di mogano
restaurato (che era stato abbandonato nella Chiesa di Santa Ubaldesca) ora
installato sulla prima metà della colonna d’angolo, sul lato sinistro della
navata; i dipinti di santi ai lati degli altari, nella navata a destra della
chiesa, e quelli con episodi della vita di Cristo ai quattro angoli dei
transetti, tutti lavorati dell’artista Manuel Farrugia: due statuette in bronzo
dei santi Pietro e Paolo fatti a Napoli; la nuova statua, ora titolare, che
raffigura Cristo Re del celebre Alfredo Camilleri Cauchi, portata a spalla
nella processione annuale della festa parrocchiale celebrata nell’ultima
domenica di luglio; quattro grandi e preziosi lampadari di cristallo appesi
agli angoli della traversata; una nuova serie di paramenti liturgici e la
galleria d’organo decorata e dorata in alto sopra la porta principale, all’interno
della chiesa.
Manuel
Farrugia, un giovane artista di Gozo, ancora sotto i 30 anni, era stato scelto
per eseguire i dipinti che erano già stati collocati in situ nella chiesa, sul
merito di aver mostrato un grande talento in altre sue opere. È promettente e
dipinge con uno stile contemporaneo realistico e quasi fotografico, un
linguaggio che è immediatamente compreso e tocca l’anima umana. Il suo
recentissimo grande dipinto su tela, approvato dalla Commissione diocesana per
l’arte sacra lo scorso maggio, fu ufficialmente inaugurato per la festa di
quest’anno. Era stato incollato al muro della grande abside durante i primi
giorni del mese di luglio e misura circa 20 metri di larghezza e 13 metri di altezza.
In esso, Farrugia raffigura un glorioso e solenne Cristo Re, seduto su un trono
d’oro, con la mano destra che benedice l’universo e l’umanità e la mano
sinistra con un libro aperto, con le lettere “A” su una pagina e “Ω” “dall’altra,
il titolo alfa e omega di Cristo e Dio nel libro dell’Apocalisse, sotto le
braccia tese di un radioso Padre Eterno con cherubini su entrambi i lati e una
colomba bianca che rappresenta lo Spirito Santo – la Santissima Trinità – come
l’attrazione centrale. Alla loro destra, sono affiancati da una estatica Santa
Vergine Maria seduta e un umile San Giuseppe con un bastone bianco, al suo
fianco. Nell’angolo in basso, a sinistra del dipinto, San Giovanni Battista
predica la venuta del Messia (Ecce Agnus Dei).
Nel
frattempo, nella parte inferiore opposta domina San Paolo che portò il
cristianesimo ai maltesi nel 60 d.C. Accanto, c’è una giovane donna tutta
sottomessa, che rappresenta Malta, vestita con un normale abbigliamento
femminile, con in mano uno stemma con la croce a otto punte dei cavalieri
maltesi (per le otto beatitudini). Lei è inginocchiata – come in un atto di
adorazione (simile a quello ai piedi del monumento a Cristo il Re di Antonio
Sciortino a Floriana) – accanto a un angelo sovrastante che ha in mano un turibolo
d’argento. Essa ci ricorda il XXIV Congresso Eucaristico Internazionale,
tenutosi a Malta nell’aprile del 1913. Infatti la dedicazione della chiesa a
Cristo Re fu ispirata da questo Congresso. Due delle tre pecore bianche, che
simboleggiano i fedeli, bevono dall’acqua che scorre dai sette rami di un
ruscello (che rappresentano i sette Sacramenti), tra il verde e le rocce nel
terreno sottostante.
Tutte
le figure, che sono state rese relativamente giovani di età, sono grandi e
possono essere apprezzate appropriatamente dal profondo in basso, specialmente
dallo spazio nella traversata. Il drappeggio dei vestiti che indossano le
figure è colorato e riempie la composizione artistica con movimenti che
soddisfano gli occhi e riempiono le menti con fascino e i cuori con
gratificazione spirituale. Il dipinto fu inaugurato e benedetto alla sera del
sabato 21 luglio, dopo la celebrazione di una Messa solenne. Il dipinto è
sublime. Infatti, è un insieme di colori, bellezza e grandezza! Fornisce una
sinossi di insegnamenti teologici e biblici e include un’illustrazione di due
monumenti storici di Malta cattolica. Inoltre, è riconoscimento e credenza in
Cristo Re – il Re dei re – l’unico e solo perfetto, giusto e sempre amorevole
Re, che è assolutamente sovrano nella Sua autorità ed eterno nel Suo regno. È
un dipinto che simboleggia la credenza indiscutibile del cristiano nel Figlio
dell’Altissimo; il Signore Dio … [in cui regno] non avrà fine (Lc 1,32-33). Dio
onnipotente ed eterno, che hai voluto rinnovare tutte le cose in Cristo tuo
Figlio, Re dell’universo, fa’ che ogni creatura, libera dalla schiavitù del
peccato, ti serva e ti lodi senza fine. Per Cristo, il Re dell’universo e
nostro Signore e Fratello. Amen.
|