Per
un giudizio dettagliato sul rilascio della nuova AIA alla RAM bisogna attendere
il rilascio del decreto ministeriale. Tuttavia, la conferenza stampa tenuta il 29
marzo 2018, dalle amministrazioni di Milazzo e San Filippo del Mela ci consente
qualche preliminare considerazione. Nelle recenti settimane, la Raffineria di
Milazzo ha espresso più volte preoccupazione per le prescrizioni sanitarie
inviate dai sindaci, sostenendo che fossero ingiustificate. Queste prevedevano
un significativo abbattimento degli inquinanti tramite l’applicazione delle
migliori tecnologie. Nonostante le riserve della RAM, nella Valle del Mela non
si è registrata alcuna guarigione miracolosa e la grave emergenza sanitaria
dichiarata da autorevoli e numerosi studi scientifici permane.
Abbiamo
ragione di temere un colpo di mano abbia cancellato tali prescrizioni,
favorendo esclusivamente gli interessi economici dell’industria e a totale
discapito del territorio e della salute pubblica? Ci auspichiamo di no, ma non
possiamo esserne certi. L’Autorizzazione Integrata Ambientale, quindi, anche
quella che verrà concessa alla Raffineria di Milazzo non riguarda la
programmazione di studi sanitari, bensì delle condizioni di esercizio dell’industria
richiedente. Pertanto, la proposta dei comuni di Milazzo e San Filippo del Mela
di effettuare ulteriori indagini epidemiologiche e tossicologiche non può
essere considerata prescrizione sanitaria. Questa, invece, dovrebbe prevedere
ragionevoli riduzioni dell’impatto ambientale a difesa della salute dei
lavoratori e dei cittadini, perché motivate dalle già numerose evidenze
scientifiche e ambientali.
In
altre parole – è il segreto di pulcinella – la situazione sanitaria della Valle
del Mela impone limiti più restrittivi alle emissioni di sostanze inquinanti
pericolose per la salute, limiti (finora inesistenti) alle puzze che continuano
indisturbate ad ammorbare il territorio, obbligo di mettere in sicurezza tutti
i serbatoi, specie dopo lo sversamento di poche settimane fa e adeguamenti
impiantistici. Tali interventi avrebbero un impatto positivo sull’ambiente,
sull’economia ma anche sull’occupazione. A patto che la RAM investa
corposamente, cosa che non sembra intenzionata a fare. Spacciare come una
grande vittoria la promessa di ulteriori studi (come se quelli già esistenti
non fossero già sufficienti e/o validi) senza eliminare le cause dei rischi per
la salute, vale a dire senza ridurre l’inquinamento, è una bazzecola
tragicomica.
Manca
ancora la ciliegina finale: tali studi dovrebbero essere finanziati dalla RAM
stessa. Supponiamo che lo stipendio dei NAS dei Carabinieri lo pagassero i
ristoratori piuttosto che lo Stato, il rischio di mangiare cibo avariato
sarebbe maggiore o minore? Un esempio assurdo che racconta di un conflitto d’interesse
macroscopico: quello del controllato che paga il controllore. Ci chiediamo,
quindi: dove sono finite quelle prescrizioni contro cui la RAM ha presentato
ricorso? Non saranno mica state accantonate, nella foga di accordarsi con la
RAM?
Che
dire poi delle decine di migliaia di litri di prodotto petrolifero che la RAM
ha sversato nel nostro mare? Avranno preso dei provvedimenti per
impermeabilizzare i serbatoi e renderli sicuri? Nella conferenza stampa,
Formica e Biancuzzo hanno farfugliato qualcosa al riguardo, che in sintesi si
può tradurre con un “non lo sappiamo, dobbiamo aspettare il decreto”: una
grande vittoria, davvero. Un’ottima esposizione. La retorica ben compiuta del sindaco
Formica, accompagnata da qualche precisazione nel burocratese del commissario
Biancuzzo, ha, però, tralasciato i dettagli.
Stiano
pur certe le amministrazioni, il Ministero dell’Ambiente e il sindaco
metropolitano che, se al posto di investimenti in lavoro e salute, la nuova AIA
dovesse implicare la continuazione dell’odierna distruzione del territorio e
della salute in cambio di continui utili per l’azienda, i cittadini organizzati
in associazioni e comitati sapranno dare risposte all’altezza dell’inganno.
I Comitati e le Associazioni
contro gli inceneritori e in difesa della Valle del Mela