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 domenica 27 agosto 2017

ROMA

Nota del presidente “Vittime della Strada”

di Redazione


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Non è stato facile contrastare il connubio tra i poteri forti a danno dei più deboli: le vittime. Era necessario smontare le pregiudizievoli considerazioni dei politici che, per sostenere l’interesse di profitto privato delle assicurazioni, contrabbandavano come interesse sociale l’abbassamento dei risarcimenti alle vittime, ritenendolo necessario per diminuire le tariffe assicurative.

Ci siamo impegnati a chiarire che la valutazione delle tariffe, rappresentando un introito, va correlata agli utili assicurativi, che essendo alti possono già permettere l’abbassamento delle tariffe, ritenuto di interesse sociale; i risarcimenti, invece, hanno a che fare con il danno alla persona, che è irreversibile, e il loro abbassamento non provocherebbe la diminuzione del danno. Pertanto, il risarcimento del danno alla persona non si tocca e per esso abbiamo continuato a chiedere l’osservanza dei parametri delle Tabelle del Tribunale di Milano. Una richiesta che ha trovato sostegno con la creazione di un vasto movimento, centrato sulla Carta di Bologna dell’11 gennaio 2014, un documento contenente le richieste dei danneggiati per la tutela dei loro diritti.

È stata una lunga battaglia, fatta di convegni, rapporti con i politici, partecipazione alle audizioni, diffusione di comunicati alla stampa e ai politici anche tramite tutte le sedi dell’AIFVS, e, addirittura, pubblicazione a pagamento di una lettera su “La Repubblica” il 12 settembre 2012! Una battaglia iniziata dall’AIFVS ancor prima, poiché il 3 agosto del 2011 il Governo aveva varato uno schema di tabelle che dimezzava i risarcimenti alle vittime della strada rispetto alle Tabelle di Milano, riconosciute dalla giurisprudenza quale parametro di riferimento nazionale. A nome delle vittime della strada, abbiamo fatto sentire il nostro dissenso e il Parlamento ha rimediato a fine ottobre con la votazione a larghissima maggioranza della Mozione Pisicchio, impegnando il Governo “a ritirare lo schema di decreto e a definire come valido criterio di riferimento i valori previsti nelle Tabelle del Tribunale di Milano”.

La decisione della Camera non era per niente scontata, tant’è che nel 2012, nei successivi incontri con il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico, prof. De Vincenti, riscontravamo sempre l’orientamento a sostenere gli interessi delle assicurazioni e non le ragioni delle vittime. E anche il Ministro alla Salute, Balduzzi, ha tentato di approvare uno schema di decreto contrario ai diritti delle vittime, tentativo contrastato negli incontri con il Capo di Gabinetto, il consigliere Guido Carpani, e nell’ulteriore incontro del 16 aprile 2013, a cui partecipò una delegazione dell’Ania, ci siamo opposti a un accordo al ribasso in danno delle vittime, bloccando l’approvazione del decreto.

Nell’audizione del 14 novembre 2013, presso la VI Commissione Finanze della Camera, tenuto conto di fuorvianti comparazioni, abbiamo dimostrato come il risarcimento del danno alla persona in Italia si collochi in una posizione mediana. Nelle successive audizioni, del 12 giugno 2015, presso la Commissione Finanze della Camera riunita con la X Commissione delle Attività Produttive, dell’11 novembre 2015, con la Commissione X Industria del Senato, sono state ancora chiarite e documentate le ambiguità del sistema assicurativo, frutto della creazione della “Carta di Bologna”, ufficializzata come documento base del movimento per un mercato assicurativo concorrenziale e in grado di garantire al danneggiato la possibilità di scegliere il proprio medico, il proprio riparatore e di ottenere un giusto ed equo risarcimento.

Il movimento ha riscontrato l’attenzione dei politici, sostenendo la possibilità di proposte di legge elaborate dal basso, che tengano conto dei diritti dei danneggiati e non degli interessi dei poteri forti. Da parte nostra, il riferimento era sia al tema delle pene con misure che ne assicurino l’espiazione, e sia al tema del risarcimento, con l’indicazione delle Tabelle di Milano. I risultati ottenuti con il Ddl concorrenza il 2 agosto 2017 rappresentano per l’AIFVS una vittoria, poiché scongiurano l’abbassamento dei risarcimenti per le vittime della strada e annullano le richieste riduttive dell’Ania, stabilendo per legge che “la tabella unica nazionale è redatta, tenuto conto dei criteri di valutazione del danno non patrimoniale ritenuti congrui dalla consolidata giurisprudenza di legittimità”. Un’affermazione che rimanda alla Tabella del Tribunale di Milano, i cui valori monetari sono ritenuti congrui dalla Suprema Corte di Cassazione.

Il riconoscimento dei diritti delle vittime da parte dei decisori, ottenuto con faticoso impegno, gratifica l’AIFVS degli sforzi compiuti e sollecita tutti noi a continuare perché gli ulteriori sviluppi siano sempre a garanzia dei diritti delle vittime. A tal fine dobbiamo vigilare perché il Ministero dello Sviluppo economico rispetti rigorosamente il dettato normativo senza farsi influenzare dalle numerose pressioni dei potenti gruppi assicurativi che, ora come allora, possono continuare nella loro azione, anche alla luce della lettura di recenti comunicati stampa.Auspichiamo, inoltre, che la medicina legale indipendente e non soggetta alle pressioni delle mandanti contribuisca all’elaborazione di tabelle medico-legali aggiornate, che non ubbidiscano a freddi meccanicismi ma tengano conto delle reali sofferenze delle Vittime della Strada.


 


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