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 mercoledì 5 marzo 2014

NUOVE RICERCHE

Una lampadina fatta di batteri

di Redazione


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Milioni di batteri fluorescenti che si accendono e si spengono all’unisono: la si può considerare una sorta di lampadina al neon naturale, una forma d’arte, una ricerca di bioingegneria, o più semplicemente un mix di tutto questo. L’opera è il frutto di un lavoro di biologia sintetica realizzato dai ricercatori dell’Università della California di San Diego (Ucsd) e pubblicata sulla rivista Nature.

Per realizzare questa “lampadina batterica” i ricercatori hanno modificato batteri del tipo Escherichia coli in modo che gli stessi producessero una proteina fluorescente sincronizzata con il loro orologio biologico; quindi, hanno sincronizzato le migliaia di batteri delle singole colonie racchiuse all’interno di ogni biopixel e, infine, sincronizzato tutte le colonie per farle brillare all’unisono. Utilizzando lo stesso metodo i ricercatori hanno sintetizzato un semplice batterio in grado di misurare il livello di arsenico presente nell’acqua; il suo lampeggiare e la frequenza indicano la presenza e la concentrazione del veleno.

Come sottolineano gli stessi ricercatori, questi batteri lampeggianti non sono solo una rappresentazione artistica e visibile dei nuovi progressi nel campo della biologia sintetica, in grado di progettare le cellule come una macchina, ma potrebbe portare alla realizzazione di nuove applicazioni come, ad esempio, per realizzare biosensori batterici a basso costo in grado di rilevare una vasta gamma di metalli pesanti e sostanze inquinanti.

Secondo i ricercatori il risultato potrebbe aprire la strada ad una nuova generazione di sensori che, a differenza di quelli attuali, sarebbero in grado di monitorare un campione, continuamente, e per lunghi periodi. Modulando il modo in cui lampeggiano, i batteri fluorescenti sono in grado di rispondere in maniera diversa alle diverse concentrazioni delle varie sostanze, fornendo, in questo modo, un aggiornamento continuo.


 


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