PERSONAGGI
L’amore di Claretta Petacci
di Alfonso Saya
“Non c’è più grande amore
di colui che dà la vita...!”. L’Amore è condivisione,
è Sacrificio, “Solo il sangue è Spirito,
solo il sangue dà la porpora e la Gloria!”. Il supremo Sacrificio di
Claretta, per l’uomo che tanto amava, fu un sublime atto d’amore evangelico! Si
può definire, senza dubbio, è un Fatto incontestabile, l’eroina dell’Amore! Ha
voluto condividere le ultime, drammatiche ore e la tragica sorte del dittatore,
fu un olocausto d’Amore senza precedenti storici. Un amore così grande, così
commovente, se si riflette, non si è mai registrato nella storia, è unico e
solo! Si rimane colpiti, smarriti e reverenti davanti a un sentimento umano
così eccelso e sublime.
Un
giorno, una bambina, figlia prediletta del famosissimo scienziato dott. Petacci,
medico personale di tre papi, rimase come traumatizzata quando vide in una
rivista, la foto del duce. Fin da allora, inizia a scrivergli letterine legate
da un nastro tricolore in cui esprime il suo amore per la Patria e l’ammirazione
per lui che la rappresenta. In estrema sintesi, una bella domenica di aprile
del 1932, la famiglia Petacci percorre, con una grande macchina targata “Città
del Vaticano”, l’autostrada, Ostia-Lido, Claretta vide una potente Alfa Spider
rossa, tentare il sorpasso. Riconobbe il duce, si affacciò sporgendosi,
gridando con tutta la voce che aveva in gola, con tutto l’amore che aveva nel
cuore, con tutte le lacrime che aveva accumulato durante i suoi sogni, i suoi
desideri d’incontrarlo almeno una volta. Il duce che si accorse della bimba
straordinaria ed euforica, la volle premiare, rallentò fino a tanto da
avvicinare la macchina vaticana.
Si
videro, si salutarono, si sorrisero... fu un attimo, ma in quell’attimo fuggente,
nacque l’Amore con la lettera maiuscola che li avrebbe uniti per tutta la vita
fino alla tragica morte. Un amore infinito che non avevano mai sentito. Così,
inizia la lunga storia d’Amore... Indro Montanelli, l’unico che ha seguito
passo passo tutta la vita e le opere del duce come vero storico, autore di
molti libri compreso la Storia d’Italia, scrive tutto dei due amanti
eccezionali da ogni punto di vista. “I primi quattro lunghi anni, furono solo
incontri romantici, culturali, intellettuali, spirituali. Dopo il primo
incontro, ebbero una ventina di colloqui molto brevi, corretti, puri. All’adorazione
della ragazza, Mussolini rispondeva come un vero padre per la sua figlia
prediletta, sfogando con essa la sua solitudine, la sua malinconia da morire,
pur essendo potente.
Col
tempo, non potendo vivere senza di lei, l’accolse come la sua donna, pur
essendo ancora una bambina, la donna preferita che voleva vicina non tanto per
il sesso (aveva 30 anni più di lei) quanto per la gioia, la compagnia, la
giovinezza che emanava la dolce fanciulla, colta, bella, diligente, disinteressata,
semplice sportiva. È certo il fatto – conclude il principe dei giornalisti –
che Mussolini trovandosi a Roma, ogni sera, era sempre, infallibilmente, a casa
con la famiglia, lo attesta Donna Rachele. Ogni uomo, pur non pensando al letto
e all’amore, gode la compagnia di una donna, specie se è bella e dotata di una
spiccata femminilità. Claretta fu la sua ispiratrice, ha consacrato tutta la
sua vita per lui, volle, assolutamente morire con lui. L’aveva detto tante
volte: “Ti seguirò fino alla morte!”.
|