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 venerdì 21 aprile 2017

CACCAMO

La salsiccia di Caccamo tra i cibi di strada annoverati da Ribbene

di Redazione


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C’è anche la squisita salsiccia di Caccamo tra i cibi di strada siciliani, accuratamente descritti da Rosario Ribbene nel suo primo saggio dal titolo “Pani câ Meusa – La cucina di Strada in Sicilia”. Il volume, edito da Marcello Clausi, è stato presentato al pubblico caccamese mercoledì 19 aprile, nella Sala dei Duchi e dei Baroni del Ristorante “‘A Castellana”. “Questo libro non è un ricettario, bensì, una passeggiata tra le piazze siciliane inondate dai profumi e dai colori di pietanze gastronomiche, pronte ad essere consumate”, spiega l’autore. Ribbene, che esercita la professione di architetto, è giornalista pubblicista e ha al suo attivo collaborazioni con svariate riviste italiane, è fondatore di “Rodoarte” Onlus e della testata “Impronta Magazine”, che dirige.

Questa sua prima opera è composta da 143 pagine, elegantemente rilegate in brossura, il cui interno, in lingua italiana e inglese, è arricchito da 65 preziosi disegni realizzati da Rodo Santoro, architetto, pittore, scenografo, giornalista e saggista. La traduzione in inglese (con note esplicative di tutti i cibi di strada) ne favorisce una diffusione planetaria. “Pani câ Meusa” racconta la storia del cibo di strada siciliano, è una guida preziosa tanto per gli isolani quanto per i visitatori che desiderano approfondire le conoscenze sulla cultura gastronomica di questo popolo abile a coniugare oriente e occidente, anche a tavola.

È il racconto in chiave sociologica del cibo e degli uomini che lo preparano e lo vendono per le strade e le piazze siciliane – aggiunge Ribbene – un bagaglio di memoria da trasferire al futuro, ma anche a chi si appresta a conoscere la nostra terra. Infatti, non è casuale la scelta di tradurre, integralmente, il testo in lingua inglese, l’intento è di far trasparire la gastronomia siciliana in tutta la sua gustosa bellezza. Come pure, non è casuale la scelta di non inserire fotografie, bensì disegni per raccontare una Sicilia favolosa che, a volte, non c’è più”.

Una parte dei disegni sono schizzi in bianco e nero, tratti da una serie realizzata da Santoro per rappresentare i venditori ambulanti siciliani; mentre ben 20 sono disegni a colori prodotti con la tecnica della china (o collage di chine) e, appositamente, realizzati per questo libro. A partire dalla copertina, Santoro, che ha una notevole attività alle spalle anche come direttore artistico di eventi importanti come il “Festino di Santa Rosalia” e restauratore dei castelli feudali più importanti di Sicilia (ha curato tra gli altri il restauro del castello di Caccamo), illustra il vivacissimo mondo della cucina siciliana e dei suoi antichi mestieri: panellari, meusari, stigghiolari e così via; un mondo di ambulanti e piccoli putiari, oggi trasformati in piccole aziende per la produzione e la commercializzazione dei prodotti gastronomici locali.

Sebbene il “re” dei cibi di strada siciliani è il panino con la milza, l’autore ha riservato particolare attenzione alla salsiccia di Caccamo, la cui preparazione manuale affonda le radici nella notte dei tempi, ancor oggi consumata nelle due versioni: stagionata (salsiccia Pasqualora) e arrosto. L’ultima parte del libro è, infatti, dedicato ai Gustosi Consigli, un itinerario topografico dell’Isola per consentire, a chi desidera deliziare il palato con questi particolari cibi, di raggiungere quartieri, strade e noti street chef che esercitano, ancora oggi, il loro mestiere.

La presentazione del libro è stata affiancata da una “Mostra delle chine” riprodotte nel libro, sono intervenuti oltre all’autore, l’artista Rodo Santoro, Salvatore Porretta e Raimondo Canzone, rispettivamente, proprietari del Ristorante “À Castellana” e dell’“Antica Macelleria Canzone”. L’incontro è stato moderato dalla giornalista Adalgisa Sclafani. Nei prossimi giorni, “Pani câ Meusa” sarà presentato a Enna, Catania e Caltagirone, prima di approdare a Roma, Milano e Torino. Il libro sarà in vendita in tutte le librerie.


 


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