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 venerdì 17 marzo 2017

MESSINA

La biografia di Sant’Eustochia di Elena La Fauci Di Rosa

di Alfonso Saya


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La splendida opera, dal titolo “Comunione col Divino”, si apre con una bella foto dell’indimenticabile santo pontefice Giovanni Paolo II che ha canonizzato, la prima volta nella storia, la Beata Eustochia Smeralda Calafato a Messina e con la lettera del Papa emerito, Benedetto XVI, che esprime l’augurio che la suddetta opera, possa infondere nei cuori rinnovato entusiasmo di fede. Introduce all’opera anche il Manifesto francescano per antonomasia, “Il Cantico delle creature”, che delinea la grande Santa messinese. Figlia del “Poverello di Assisi, il serafico in ardore”, Elena La Fauci Di Rosa è stata, davvero, sapiente, poiché non poteva trovare introduzione più bella, più consona, più coerente a questa sua splendida biografia, trattandosi di una grande figlia di San Francesco. Nei versi “Laudatu si, mi Signore, per quelli che perdonano per lo tuo amore/ et sostengono infermitate et tribulatione”, San Francesco vede anche la sua grande figlia, Eustochia Smeralda Calafato, ne delinea e ne traccia il profilo spirituale. Elena La Fauci Di Rosa, da terziaria francescana, si adegua allo stile piano e popolare, alla semplicità che è proprio del Cantico di “Frate Sole”, è un riflesso di un’illuminazione interiore conquistata immergendosi nel mistero di Dio.

In questo suo immergersi, entra in “Comunione con il Divino” e, in piena sintonia con la spiritualità di Francesco e di Eustochia, Smeralda riscatta la “cosificazione consumistica” e riscopre la fraternità e gli ideali di vita evangelica. Le cose terrene, si evince dal cantico, non sono da disprezzare, ma da apprezzare, perché sono doni e invitano l’uomo a lodare il Creatore. Dietro e dentro le cose, le persone e gli eventi che costituiscono la scena di questo mondo, bisogna scorgere, vedere e contemplare il volto di Dio. In ogni cosa, vedere il Signore e pregare come pregava San Francesco: “Dio mio e mio tutto!”. Dio è tutto in tutte le cose, Così, pregava Sant’Eustochia Smeralda: “Jiesu, o Bone Jiesu!”. Elena, compenetrata e piena di ardore francescano, ha consultato, con pazienza e amore, tutte le fonti e gli scritti biografici, come si evince dalla bibliografia. Con la sua grande devozione e riconoscenza per una grande grazia ricevuta per intercessione della Santa nostra concittadina, ha tracciato un profilo, vero, completo, esaustivo e attraente anche per i suoi schizzi e opere pittoriche che illustrano ed impreziosiscono la biografia.

Leggendo questo libro, si prova serenità e una pace che – al dire del Manzoni – “il mondo irride, ma che rapior non può. È un libro – al dire dei presuli emeriti di Messina – l’indimenticabile “Buon Pastore”, mons. Ignazio Cannavò e mons. Giovanni Marra, che si fa leggere per il suo stile semplice e scorrevole, che coglie la spiritualità della nostra grande santa ed è avvincente perché arricchito da numerose raffigurazioni sulla vita della suddetta grande Santa da cui si deduce – afferma mons. Marra – che Elena La Fauci Di Rosa appare non solo come un’ottima scrittrice, ma anche una brava pittrice.


 


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