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 giovedì 16 febbraio 2017

SINODO 2018

Giovani Fede Discernimento

di Nicola Antonazzo


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L’annuncio, avvenuto il 13 gennaio 2017, che il prossimo Sinodo della Chiesa Cattolica sarà dedicato interamente ai giovani, alla loro fede e al discernimento vocazionale apre le porte verso una nuova consapevolezza della Comunità Ecclesiale rispetto dell’accompagnamento nel cammino di fede. Il documento preparatorio, in vista della XV Assemblea Generale Ordinaria che si svolgerà ad ottobre del 2018, è l’ennesima testimonianza dell’attenzione che la Chiesa nutre nei confronti dei giovani e del cambio di prospettiva rispetto alla loro cura pastorale. Le pagine consegnate dalla Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi non sono un pacchetto di proposte già definite e chiuse quanto, piuttosto, una bussola e, al tempo stesso, una mappa per favorire la ricerca personale e comunitaria. Il documento, infatti, offre una serie di indicazioni che aprono alla consultazione sia delle principali Istituzioni Ecclesiali (vescovi, conferenze episcopali, università, congregazioni religiose), ma soprattutto dei giovani attraverso un sito internet per indagare sulle loro aspettative.

Tutto ruota attorno ad alcune parole chiave (uscire, vedere, chiamare) che definiscono la linea di riflessione ecclesiale e danno il senso del percorso che la Chiesa intende intraprendere per incontrare i giovani lì dove vivono e si esprimono. In un mondo caratterizzato dai repentini mutamenti e da forme di incertezza cronica, le sfide da affrontare per chi ha a cuore i giovani e intende farsi carico delle loro attese e dei loro desideri sono particolarmente difficili. Accanto al costante desiderio di appartenenza e partecipazione emerge il costante e immutato desiderio di possedere riferimenti personali e istituzionali stabili. Al contempo, però, cresce e prende forme una diffidenza nei confronti delle istituzioni, comprese quelle ecclesiali, che rende tutto più difficile. A ciò, si aggiunge la rivoluzionaria condizione giovanile che li vede, almeno dalle nostre parti, nell’Occidente opulento, perennemente connessi e fruitori, quindi, di un’esperienza totalmente nuova anche sul piano delle relazioni interpersonali.

È qui che scatta la necessità di recuperare la categoria e l’esperienza del discernimento per orientare decisioni e azioni nel pantano di incertezze e difficoltà che il mondo attuale presenta. La realizzazione di sé per meglio servire il mondo e, nell’ottica di una fede autentica, rispondere alla chiamata verso un progetto più grande richiede tre abilità: riconoscere, interpretare, scegliere. Pensato, soprattutto, per gli accompagnatori di questo difficile cammino, il Documento offre una panoramica strategica e strumentale per rendere il più compente possibile il loro lavoro. Così, vengono individuati nei verbi uscire, vedere e chiamare (propri dell’azione di Gesù), lo stile pastorale da assumere e nell’intera Comunità cristiana il soggetto cardine che si assume la responsabilità dell’educazione.

Lo spazio entro il quale elaborare questo difficile ed impegnativo processo non è più solo la parrocchia e gli ambienti ad essa collegati. Mondo della scuola/università, esperienza del volontariato e lo stesso spazio digitale sono altrettanti luoghi dell’agire educativo, dove riconoscere e interpretare i segni del proprio percorso. Il Documento è introdotto dalla Lettera di Papa Francesco ai giovani. Accanto a San Giovanni Apostolo, indicato dal Sinodo come modello e paradigma da seguire, il Papa indica in Abramo, padre nella fede delle tre religioni monoteiste, l’esempio da seguire per uscire dagli angusti confini dell’io ed aprirsi con generosità al mondo.


 


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