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 giovedì 6 ottobre 2016

L’INTERVISTA

Fabrizio Frizzi si racconta

di Maria Schillaci


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Negli anni ‘80, è arrivato in RAI “bucando gli schermi” con la sua professionalità, il suo sorriso, la sua simpatia, gentilezza e saggezza... un mix perfetto che tiene i telespettatori incollati alla TV. Ha condotto programmi come I fatti Vostri, Luna Park, Cominciamo Bene, Miss Italia, Scommettiamo Che..., L’Eredità e tanti altri. Sì, stiamo parlando proprio di Fabrizio Frizzi, famoso conduttore italiano che ho avuto la fortuna e la gioia di poter intervistare per telefono. Grazie al carattere speciale di Fabrizio, non è stata solo una semplice intervista, ma anche una splendida chiacchierata, ricca di emozioni, ricordi ed insegnamenti preziosi, che rimangono impressi nella mente. Fabrizio Frizzi, conduttore poliedrico, che crede nei veri valori della vita, si racconta per FiloDirettoNews.

Carissimo Fabrizio, dagli anni ‘80 sei uno dei grandi conduttori della RAI. Era il tuo sogno diventare un conduttore? Cos’hai provato quando, per la prima volta, hai condotto un programma in RAI?

“Da ragazzo, sognavo tante cose diverse. Forse, immaginavo di diventare un attore brillante non un conduttore televisivo. Parlando proprio di adolescenza, poi, ho cominciato, a 18 anni, a lavorare in radio, nelle prime radio di Roma, e lì ho cambiato le prospettive. Ho cominciato a sognare di fare il conduttore non popolare, il conduttore di programmi brillanti, magari di nicchia popolare com’era in Alto Gradimento di Arbore e Boncompagni. Poi, la vita mi ha portato a trovare una mia dimensione come conduttore brillante, a volte anche istituzionale, a seconda delle circostanze. Nella strada della carriera, di cose diverse ne ho fatte parecchie. La cosa più importante è mettersi alla prova, cercare di superare ogni volta un ostacolo nuovo e cercare di crescere giorno per giorno”.

Il mestiere del conduttore, se fatto con gioia e professionalità come lo hai sempre fatto, è un lavoro molto “carismatico” che attrae molto l’attenzione del pubblico e comunica sempre qualcosa, anche velatamente, a chi ascolta. Quando conduci cosa vuoi trasmettere al tuo pubblico? Cosa vuoi che rimanga impresso dentro il cuore dei tuoi telespettatori?

“Ah, che bella domanda, complimenti! – esclama con un sorriso –. Ho sempre pensato ai valori che uno deve cercare di veicolare, non che uno debba fare il maestro, per carità di Dio, non abbiamo questo tipo di responsabilità, però, dal modo di porsi passa la propria educazione, il proprio modo di essere, come la si pensa. Soprattutto, c’è un pubblico più giovane che può anche, in qualche modo, prendere esempio dal suo linguaggio, dalle modalità in cui uno si comporta, da quello che diciamo in televisione, quindi, ho sempre cercato di non dare cattivi esempi. Sono uno dei pochi, insieme a Carlo e a pochi altri, che non dicono parolacce in televisione. Uso il linguaggio che ogni famiglia normale italiana adotta all’interno della propria casa e che non credo sia scurrile, per una forma di rispetto verso adulti e, in particolare, verso i bambini.

Questa è la cosa importante, cioè cercare di essere all’altezza delle responsabilità dei genitori italiani. Si cerca di fare del proprio meglio, di far venir fuori un discreto italiano, di non essere un cattivo esempio, di veicolare anche un modo sorridente di essere, perché ho sempre pensato che il sorriso sia una medicina e adesso vedo che da tutte le parti sta saltando fuori che è proprio così. Non parliamo di una vita stolta, ma di un sorriso ironico, auto-ironico che serve a dare un po’ di leggerezza ad una giornata che può essere molto faticosa, tosta, piena di problemi com’è la vita degli italiani. Ogni tanto, il sorriso fa ‘staccare la spina’, ti rimotiva, è come fare un bel riposo. Un linguaggio corredato di sorriso è una sorta di film che ho sempre cercato di avere”.

Hai condotto tanti importanti programmi come I fatti vostri, Scommettiamo che, Luna Park, Cominciamo bene, L’eredità, Miss Italia e tanti altri. Riguardo Scommettiamo che, show televisivo che ha avuto un grandissimo successo, sin dal ’91, e che hai condotto insieme a Milly Carlucci. Ci racconti un’invenzione del programma che ti ha colpito, maggiormente? Puoi parlarci anche di un momento che ti è rimasto impresso della fantastica collaborazione con Milly?

“Abbiamo creato un’amicizia che resiste al tempo – ride divertito –. Con Milly siamo, veramente, ‘fratellone’ e ‘sorellona’. Lei mi ha chiamato in causa per la prima serie di Ballando con le stelle. Devo dire che con il mio essere ridicolo a ballare, le ho dato un bell’aiuto a lanciare il prodotto perché era divertente vedere anche il più scarso degli scarsi (che sarei io), provare a mettersi in gioco e ballare in diretta qualunque tipo di ballo. L’ho fatto solo per Milly, non l’avrei fatto per nessun altro. Mi sono ‘buttato’ solo perché era lei a condurre.

Scommettiamo che è un programma che mi è, infinitamente, caro. È stato il primo successo a livello popolare della mia carriera, fino a lì avevo fatto cose carine e dignitose come Europa, Europa, ma i 9 milioni di ascolti e rotti dell’ultima puntata della prima serie di Scommettiamo che sono indimenticabili, come i 16 milioni di un 6 gennaio della Lotteria (credo l’ultima serie fatta con Milly), una serata incredibile! A giocare con noi, sul divano c’erano: Fiorello, Raffaella Carrà, Gianni Morandi, Mariangela Melato. Tu pensa che cast pazzesco di artisti cari al pubblico italiano. Lì, abbiamo avuto di tutto: il mago Copperfield, Claudia Shiffer, gli attori più importanti del cinema americano. Erano altri tempi, in cui ci si divertiva con ospiti grandi e si riusciva ad averli nei programmi italiani. Adesso, è diventato tutto molto più difficile, non si verte più in questa direzione. Quello era un programma per cui si lavorava sempre durante tutta la settimana, dal lunedì al sabato notte, 18 ore e, a volte, più tra scrittura, copioni, prove, registrazioni, una roba da far schiattare un individuo. Poi, però, andavi in onda ed avevi un programma favoloso.

Tra le mille scommesse incredibili, quella che mi ha colpito di più rimane quella del mio amico Gerhard e dei suoi amici della Val Pusteria, che crearono una barchetta di carta, dentro cui riuscirono ad entrare in tre ed a circumnavigare un percorso all’interno di una piscina costruita dentro il Teatro delle Vittorie. Quella è stata la scommessa più grandiosa della serie di Scommettiamo che. Per quanto riguarda Milly, ne abbiamo fatte di tutti i colori. La cosa che mi diverte di più è che abbiamo fatto un ballo insieme, sulle note di Thriller, in cui io facevo Michael Jackson, veramente buffissimo! Lei cantava. Ci siamo fatti delle risate straordinarie. È una cosa che ci ha molto legato, tant’è che quando lei ha dovuto scegliere a chi passare il timone per Telethon ha pensato a me e da allora, dal 2005, mi sono preso questa bellissima responsabilità”.

Giocando un po’ con il titolo Scommettiamo che, quale scommessa che hai fatto a te stesso nella vita sei riuscito a vincere e ti ha reso felice?

“La scommessa più grande è quella della carriera. Ho pensato di poter avere delle doti di comunicatore, perché quando ero adolescente ho trascorso alcuni anni a parlare di calcio, delle notizie del giorno stando sempre a ridere, scherzare, a fare battute, ad intrattenere gli amici del bar o della vacanza, quando andavamo a Riccione o Rimini. Facevo imitazioni, cantavo ed è stato lì che ho detto a me stesso che, forse, avrei potuto fare questo lavoro. Ero meno timido, poi la timidezza è tornata e mi ha anche un po’ sfiancato le ali ad un certo punto della carriera, poi, l’ho ‘buttata al diavolo’ grazie al teatro. A 16, 17, 18 anni avevo una gran voglia di comunicare, scherzare, condividere. Ho capito che avevo delle armi da giocarmi nel mestiere. Immaginavo di giocarmele solo nella radio, invece, in un secondo tempo, è arrivata anche la televisione”.

Quale messaggio desideri mandare a tutti i lettori di FiloDirettoNews?

“Un abbraccione e grazie se riuscite a seguirci su L’Eredità. Il programma piace molto, ancora di più quest’anno, e sono contentissimo di questo. Grazie se tifate per noi. Non è facile mandare messaggi. Cercate sempre di fare del vostro meglio per raggiungere i vostri sogni. Qualche volta, uno non ce la fa, molte volte sì e non dipende solo dalla fortuna, ma anche dalla voglia che uno mette per raggiungere il risultato sperato”.


 


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