Chiara, creatura dolce
e delicata,
dalle chiome d’oro, pia
e casta,
il tuo cuore, al
sentire Francesco predicare, palpitò
e al bagliore del
Signore t’avvicinò.
Nell’interiorità, impetuoso
s’alzò un anelito d’immensità,
così da rinunciare al
mondo e alle sue vanità.
Donasti te stessa
totalmente al Signore,
per divenire Sua sposa
con fervore.
L’acqua limpida attinta
dal Suo cuore,
come rugiada ti
dissetò, ti empì d’amore,
schiuse i petali della
tua anima con semplicità,
per immergerli in
un’aurora di luce, povertà,
silenzio e fraternità.
Chiara, permeata di
grazia e carità,
nella quiete del
chiostro, gioiosa germogliavi.
La tua parola e le lodi
che inneggiavi,
risuonavano a valle, a monte,
al piano,
sino a suscitare nei
giovani cuori
un ardente desiderio di
vivere del Signore.
Chiara, vestita
d’umiltà e di candore,
nello splendore
dell’ultimo dì, un corteo d’alate
creature ti scortavano
al cielo: erano tante...
Erano le vergini... e con
esse vi era
la più bella: la
Vergine Maria,
venuta a prendere te,
sposa del Suo Figlio.
E tu, Chiara, avvolta
nel tuo saio
e circondata da così
alta corte celeste, ancora cantavi:
Laudato sii mio
Signore,
perché m’hai creata
così... pura di cuore.