IL TACCUINO DI NUCCIO FAVA
La conquista della libertà
di Nuccio Fava
La libertà è il
bene più prezioso che si può anche perdere e non è mai facile conquistare.
Dovremmo ricordarlo sempre e a questo dovrebbe contribuire la celebrazione del
25 aprile. Per colpa di tutti, non solo della politica ma anche della scuola,
degli intellettuali e dei media, e non poco delle famiglie il 25 aprile rischia
di diventare solo un giorno di vacanza: non si va in ufficio, non ci sono
lezioni, si fa una scampagnata. Il passare degli anni accentua tutto questo
anche se fortunatamente vivono uomini e donne che hanno attraversato quegli
anni e hanno partecipato alla Resistenza e alla lotta partigiana. Alla
liberazione dell’Italia un contributo determinante fu dato dall’intervento
degli Stati Uniti. Ma vi parteciparono progressivamente in modo sempre più
qualificato ed efficace formazioni italiane composte anche da giovani che
volevano liberarsi dall’occupazione nazista e dalla dittatura di Mussolini. In
montagna e nelle valli della nostra penisola, nelle città e nei paesi, con la
presenza di militari che avevano disertato, si costituirono formazioni
partigiane che - con equipaggiamenti approssimativi e forze modeste, con
perdite di compagni ed enormi sacrifici - si sono battute per conquistare la
libertà. Ci sono stati anche episodi feroci da condannare ma in certa misura
inevitabili per gli aspetti di guerra civile che la lotta partigiana ha vissuto
in certe zone del paese.
Ma se pensiamo al voto alle donne, al referendum per
la Repubblica, cogliamo i passaggi più decisivi della nuova Italia che scaturiva
dalla lotta di liberazione. Il suo frutto più maturo è stato naturalmente la
Costituzione che guida ancora i nostri passi fondamentali. Ciò non significa,
ovviamente, imbalsamarne il testo e la lettera, che vanno anzi adeguati e
rinnovati per uno sviluppo della democrazia nella salvaguardia dei principi
fondanti e dei valori universali riconosciuti e sanciti dalla nostra
Costituzione. Principi e valori che saranno presto sottoposti al nostro
giudizio con il prossimo referendum costituzionale di ottobre. Anche per questo
fare memoria del 25 aprile non è solo celebrare una grande vittoria della
libertà contro la dittatura. Quella vittoria decisiva di tanti anni fa può
aiutarci a capire che la democrazia non è mai compiuta una volta per tutte, che
va alimentata ed arricchita continuamente anche per lottare le ingiustizie e la
corruzione. Sono i nostri maggiori problemi anche dell’oggi, intossicano la
vita sociale e la politica, tolgono speranza e futuro specie ai giovani.
Ai
tanti radunati a San Pietro Papa Francesco ha detto: “non accontentatevi della mediocrità”. Può valere sul terreno civile
per celebrare il 25 aprile nel modo migliore. Non basta ricordare l’anniversario
e rinnovare gratitudine agli uomini che seppero battersi per la libertà di
tutti. Conta non smarrire mai la fiducia nella libertà e nella democrazia, beni
irrinunciabili e preziosi da praticare e rinnovare giorno per giorno.
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