Nel Progetto di servizio, di informazione, di
conoscenza e di ascolto alla comunità, riportiamo l’intervista ad Aldo Bevacqua,
sostenitore di Sicilia Mondo da oltre 20 anni. Socio fondatore e già Presidente
della Associazione Trinacria di Londra. 81 anni, nato a Catania, in Gran
Bretagna da 57 anni. Laurea in Scienze Politiche, Giornalista Pubblicista.
Commendatore dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana e Cavaliere
dell’Ordine dei SS Maurizio e Lazzaro. Operatore turistico nel settore
esportazione dalla Gran Bretagna, porta a 11 i voli settimanali della sua
azienda per la Sicilia. Ha esteso la promozione anche alla costa orientale
degli Stati Uniti e a Toronto in Canada. Attualmente Consulente nell’industria
turistica. Ha ricevuto per il turismo il Premio Mondello nel 1975 e l’Aetna nel
1986. Promotore per la valorizzazione del Castello Nelson di Bronte attraverso
incontri, gemellaggi e manifestazioni in Inghilterra, ha gettato le basi per un
turismo culturale e di qualità nella zona focalizzando la centralità e l’immagine
della Sicilia nel Mediterraneo e nel mondo. Imprenditore, dagli anni’90 ha promosso
l’inserimento e la promozione dei vini siciliani nel Regno Unito ed attualmente
del Tarocco, l’Arancia Rossa di Sicilia. Fondatore del periodico bilingue l’Italiano
e Fondatore ed editore del periodico bilingue The London Italian. Fondatore del London Italian Rugby Supporters Club, di cui è Segretario onorario.
Appassionato sportivo a livello agonistico in rugby ed equitazione, con la
passione per l’agricoltura e zootecnia. Inviato a Fukuoka in Giappone in
rappresentanza della Regione Siciliana per le Universiadi del 1995. Ad Aldo
abbiamo domandato:
Come è vista la situazione italiana in Gran Bretagna
?
Gli inglesi
hanno girato il mondo con la loro Marina Mercantile, sempre supportata dalle
loro forze armate. Hanno costruito un impero ed hanno sempre meticolosamente
documentato impressioni, caratteri nazionali, punti di forza e di debolezza dei
popoli con cui sono entrati in contatto. E questo hanno fatto anche con l’Italia,
che rispettano enormemente per il suo passato, ma di cui conoscono carattere e
debolezze. Noi in effetti siamo un paese dove i panni sporchi non si lavano in
famiglia, ma vengono messi in mostra: prima, durante e dopo il lavaggio; messi
al vento, giacché tutti li possano osservare. Ma ci considerano geniali, per
cui qualunque cosa succeda o si racconti, ci si ride sopra, perché tanto alla
fine troviamo una soluzione.
Come vive la comunità siciliana in Gran Bretagna?
La nostra
emigrazione siciliana in Gran Bretagna è stata sporadica prima e nell’immediato
dopoguerra. Poi, con la crisi degli anni ‘50, sono arrivati i primi contingenti
che trovarono lavoro in fabbriche di automobili o di mattoni. A Bedford, poco distante da Londra, si
registravano oltre 20.000 italiani, tra cui molti meridionali e siciliani.
Tutta gente onesta che si è rapidamente inserita nel rispetto delle leggi ed in
armonia con gli inglesi e le altre comunità. Alla fine degli anni ‘50, si sono spostati dall’agrigentino e dal
calatino, notevoli gruppi di agricoltori che trovarono lavoro nelle
coltivazioni sotto vetro, in serre. Un successo. Apprezzatissimi, da affittuari
diventarono proprietari delle serre, orgogliosi di un sogno divenuto realtà.
Parliamo di circa tremila famiglie, con un totale di circa 15-20.000 persone. Tanti hanno continuato a sviluppare le
aziende di famiglia, altri si sono ben inseriti in altri commerci o
professioni. Complessivamente si conta oggi una comunità di circa 50.000
siciliani residenti in Gran Bretagna.
Come va l’economia in Inghilterra?
Potrebbe andare
meglio. L’industria soffre, mentre i servizi tengono bene. Il turismo ha fatto
passi da gigante negli ultimi cinquanta anni muovendosi da una ricettività
quasi esclusivamente legata al mondo di lingua inglese a sofisticate
organizzazioni che offrono servizi in lingue diverse. Italiani di ogni regione
e giovani siciliani si sono inseriti bene in tutti i settori. L’industria
risente la spietata concorrenza dell’Oriente per i prezzi assolutamente
inferiori. È proprio di questi giorni la crisi della più grossa acciaieria del
paese, con conseguenze disastrose non solo per l’economia ma anche per circa
40.000 membri del suo personale. Ne approfitta il movimento anti europeista in
rapida espansione sul supporto emotivo che gioca sulle glorie del passato per
presentare all’elettore, in vista dell’imminente referendum, la visione di un
futuro eccellente basato sulla libertà di azione oggi limitata dai burocrati di
Bruxelles. Staremo a vedere.
C’è ospitalità per i giovani che arrivano a Londra?
Le opportunità
esistono. L’ingresso del Regno Unito in Europa ha snellito l’inserimento di
molti giovani siciliani, i quali con la conoscenza della lingua e una forte
volontà di portarsi avanti si trovano oggi in tutti i settori della vita
produttiva e delle professioni. In questo paese, se si rispettano le leggi e si
hanno capacità e buona volontà, si possono avere quelle soddisfazioni che
spesso sono negate ai giovani in Italia. Dalla Sicilia sono venuti parecchi
giovani che si sono inseriti nei servizi e nelle professioni raggiungendo, nei
tempi necessari richiesti, posizioni di merito. Non è raro trovarli a lavorare
in banche, in ospedali, in uffici postali e qualcuno si è anche inserito con
successo nel mondo accademico. Non possiamo lamentarci.