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 mercoledì 16 marzo 2016

SICILIA MONDO

Intervista a Liliana Frenda, Presidente della Trinacria, Associazione dei Siciliani di Rio De Janeiro

di Redazione


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Nel Progetto di servizio, di informazione, di conoscenza e di ascolto alla comunità, riportiamo l’intervista a Lilliana Frenda, presidente della Trinacria, Associazione dei Siciliani di Rio De Janeiro da 25 anni aderente a Sicilia Mondo. Di anni 68, nata ad Agrigento, dal 1954 a San Paolo del Brasile e dal 1984 a Rio de Janeiro. Ragioniera, per 12 anni alla Montedison Farmaceutica brasiliana, 22 anni come dirigente alla Banca Sudameris do Brasil. Dal 1984 a Rio responsabile dei conti della Comunità italiana-dirigente di agenzia fino al 2004. Per due mandati membro del COMITES, Consigliere Tesoriera della Camera Italo-Brasileira de Comercio e Industria di Rio de Janeiro. A Liliana abbiamo domandato:

Come è vista la situazione italiana in Brasile?

L’Italia oggi è vista come un Paese contestualizzato con l’Europa, forse il Paese che più fa per gli immigrati che arrivano via mare ed è il Paese che ha mostrato di saper darsi da fare per uscire dalla crisi. La fonte principale di informazioni è Rai International, alcuni giornali editi qui in Sudamerica quale Comunità Italiana ed altri via web. C’è la coscienza quindi che i dati sia economici che socio-poiltici sono in miglioramento e che nonostante i problemi di partecipazione alla emergenza umanitaria e nelle azioni per combattere il terrorismo, il Paese è in prima linea sia con azioni puntuali che con azioni finanziarie che comunque sono risorse sottratte al paese ed ai servizi ai cittadini. La posizione di noi italiani residenti in Brasile è sempre a favore del prodotto italiano sia per consumarlo che per divulgarlo nei propri ambiti.

Come vive la comunità siciliana di Rio de Janeiro?

I siciliani di Rio, in percentuale molto inferiori a quelli di San Paolo, sono cittadini ambientati e totalmente integrati nella società “carioca”. In linea di massima sono dirigenti in aree bancarie, aziende multinazionali o che lavorano in proprio con ristoranti, società di import-export ed agenzie di viaggi. Sono molto orgogliosi di essere siciliani e tentano di tramandare le tradizioni delle loro origini ai figli ed ai nipoti.

Come va l’economia in Brasile?

In Brasile siamo in un regime democratico dal 1985, dopo un lunghissimo periodo di dittatura e governo militare. Fino ad allora, ci sono stati diversi processi di stabilizzazione anche finanziaria e dal 2000 fino al 2013 si è avuto un periodo di crescita nonostante la crisi mondiale iniziata nel 2008. Per ragioni politiche e scelte unilaterali del Governo attuale, sono due anni che siamo in una crisi profonda. Al Governo, da 13 anni, la coalizione è guidata dal Partido dos Trabalhadores (PT) con Lula prima e Dilma adesso. Attraversiamo un periodo di inflazione altissima – 12% annuo - di corruzione sfrenata, qualcosa come il nostro “Mani Pulite”. Un team di giudici sta condannando politici e dirigenti di grandi aziende infliggendo loro giusta prigione. Lo stesso ex presidente Lula è sotto inchiesta. Dallo scorso anno il Ministero di Grazia e Giustizia con il Procuratore Sergio Moro sta tentando di far crollare tutto l’impianto di corruzione che coinvolgeva politici e grandi imprese legate alle infrastruttura di grandi opere pubbliche e che coinvolgevano aziende tipo Petrobras e Vale do Rio Doce, petrolio la prima e miniere la seconda, entrambe il fiore all’occhiello della economia interna ed estera del Paese. Oggi, con una popolazione che sfiora i 210 milioni, ci ritroviamo con l’inflazione oltre il 10% ed un indice di disoccupazione che supera il 10% senza considerare le aree rurali. La miglior previsione per ripartire da zero è solo dopo il 2018 dovendo però risolversi la crisi politica che giorno dopo giorno sembra avvicinarsi ad un Impeachment dovuto a brogli elettorali e conti pubblici taroccati. Tutto questo ha accentuato l´inerzia del Governo che cerca giornalmente solo di pararsi da scandali e da attacchi diretti. Non mancano le reazioni nel tentativo di tagliare i costi della macchina pubblica, ridurre le tasse e far riprendere l’economia.

C’è ospitalità per i giovani che arrivano a Rio de Janeiro?

L’ospitalità brasiliana e principalmente “carioca” è riconosciuta in tutto il mondo. Ma nell’ultimo periodo, soprattutto a causa della crisi, non abbiamo visto arrivare molti italiani e meno ancora ragazzi siciliani. Solo turisti.


 


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