Nel Progetto di
servizio, di informazione, di conoscenza e di ascolto alla comunità, riportiamo
l’intervista a Lilliana Frenda, presidente della Trinacria, Associazione dei
Siciliani di Rio De Janeiro da 25 anni aderente a Sicilia Mondo. Di anni 68,
nata ad Agrigento, dal 1954 a San Paolo del Brasile e dal 1984 a Rio de
Janeiro. Ragioniera, per 12 anni alla Montedison Farmaceutica brasiliana, 22
anni come dirigente alla Banca Sudameris do Brasil. Dal 1984 a Rio responsabile
dei conti della Comunità italiana-dirigente di agenzia fino al 2004. Per due
mandati membro del COMITES,
Consigliere Tesoriera della Camera Italo-Brasileira de Comercio e Industria di
Rio de Janeiro. A Liliana abbiamo domandato:
Come è vista la situazione italiana in Brasile?
L’Italia oggi è
vista come un Paese contestualizzato con l’Europa, forse il Paese che più fa
per gli immigrati che arrivano via mare ed è il Paese che ha mostrato di saper
darsi da fare per uscire dalla crisi. La fonte principale di informazioni è Rai International, alcuni giornali editi
qui in Sudamerica quale Comunità Italiana
ed altri via web. C’è la coscienza quindi che i dati sia economici che
socio-poiltici sono in miglioramento e che nonostante i problemi di
partecipazione alla emergenza umanitaria e nelle azioni per combattere il
terrorismo, il Paese è in prima linea sia con azioni puntuali che con azioni
finanziarie che comunque sono risorse sottratte al paese ed ai servizi ai
cittadini. La posizione di noi italiani residenti in Brasile è sempre a favore
del prodotto italiano sia per consumarlo che per divulgarlo nei propri ambiti.
Come vive la comunità siciliana di Rio de Janeiro?
I siciliani di
Rio, in percentuale molto inferiori a quelli di San Paolo, sono cittadini
ambientati e totalmente integrati nella società “carioca”. In linea di massima
sono dirigenti in aree bancarie, aziende multinazionali o che lavorano in
proprio con ristoranti, società di import-export ed agenzie di viaggi. Sono
molto orgogliosi di essere siciliani e tentano di tramandare le tradizioni
delle loro origini ai figli ed ai nipoti.
Come va l’economia in Brasile?
In Brasile siamo
in un regime democratico dal 1985, dopo un lunghissimo periodo di dittatura e
governo militare. Fino ad allora, ci sono stati diversi processi di
stabilizzazione anche finanziaria e dal 2000 fino al 2013 si è avuto un periodo
di crescita nonostante la crisi mondiale iniziata nel 2008. Per ragioni
politiche e scelte unilaterali del Governo attuale, sono due anni che siamo in
una crisi profonda. Al Governo, da 13 anni, la coalizione è guidata dal Partido
dos Trabalhadores (PT) con Lula prima e Dilma adesso. Attraversiamo un periodo
di inflazione altissima – 12% annuo - di corruzione sfrenata, qualcosa come il
nostro “Mani Pulite”. Un team di giudici sta condannando politici e dirigenti
di grandi aziende infliggendo loro giusta prigione. Lo stesso ex presidente
Lula è sotto inchiesta. Dallo scorso anno il Ministero di Grazia e Giustizia
con il Procuratore Sergio Moro sta tentando di far crollare tutto l’impianto di
corruzione che coinvolgeva politici e grandi imprese legate alle infrastruttura
di grandi opere pubbliche e che coinvolgevano aziende tipo Petrobras e Vale do
Rio Doce, petrolio la prima e miniere la seconda, entrambe il fiore all’occhiello
della economia interna ed estera del Paese. Oggi, con una popolazione che
sfiora i 210 milioni, ci ritroviamo con l’inflazione oltre il 10% ed un indice
di disoccupazione che supera il 10% senza considerare le aree rurali. La
miglior previsione per ripartire da zero è solo dopo il 2018 dovendo però
risolversi la crisi politica che giorno dopo giorno sembra avvicinarsi ad un
Impeachment dovuto a brogli elettorali e conti pubblici taroccati. Tutto questo
ha accentuato l´inerzia del Governo che cerca giornalmente solo di pararsi da
scandali e da attacchi diretti. Non mancano le reazioni nel tentativo di
tagliare i costi della macchina pubblica, ridurre le tasse e far riprendere l’economia.
C’è ospitalità per i giovani che arrivano a Rio de
Janeiro?
L’ospitalità
brasiliana e principalmente “carioca” è riconosciuta in tutto il mondo. Ma nell’ultimo
periodo, soprattutto a causa della crisi, non abbiamo visto arrivare molti
italiani e meno ancora ragazzi siciliani. Solo turisti.