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 lunedì 14 marzo 2016

TEATRO

“Volevo essere brava”: il successo di uno psico-dramma al femminile

di Tiziana Santoro


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Già in scena a Messina, nella Sala Laudamo, i primi giorni del mese, lo psico-dramma al femminile “Volevo essere brava” approderà al Teatro Primo di Villa San Giovanni il prossimo 29 marzo. A portare in giro lo spettacolo è il regista Paride Acacia che dirige la Compagnia teatrale “Vaudeville”, produttrice dello spettacolo. Ad ispirare la rappresentazione teatrale è la penna della scrittrice newyorkese Eve Ensler, che nell’opera “The perfect body” ha dato voce ad 8 donne dei nostri tempi. Le protagoniste, alcune delle quali sono dei personaggi reali, denunciano una società che chiede e pretende dalle donne solo efficienza e perfezione. Al centro della scena tra scatoloni, cyclette, specchi e bilance si consuma il dramma di otto donne, tutte diverse per condizione economica ed estrazione culturale, tuttavia, costrette a fare i conti con il proprio corpo, i propri difetti e le aspettative di fidanzati, mariti, amanti e datori di lavoro. Il sogno da bambina, quello di “essere brava”, diventa da adulte il peggiore incubo: la ricerca spasmodica di un’utopica perfezione. Le protagoniste: Helen, Bernice, Carmen, Tiffany, Dana, Carol e Nina raccontano ad Eve i loro calvari: le operazioni chirurgiche per migliorarsi, le diete estreme per rimanere magre e giovani.

Eve, piglio da femminista, accoglie le testimonianze e gli stati d’animo delle donne con cui dialoga e contestualmente affronta un percorso attraverso cui affermerà la propria identità. Il registro linguistico, dissacrante e cinico, è smorzato da un’irriverenza leggera e malinconica che trasporta lo spettatore dal piano di considerazioni meramente estetiche ed esteriori ad un piano che è tutto intimo e privato. Il regista snoda un percorso interiore che muove dalla volontà di ritrovare una felicità perduta guardando dentro di sé e alle relazioni umane, quelle più intime che si consumano tra figli e genitori e che stanno alla base della consapevolezza di ciascuno e del proprio valore come individuo. Acacia, pur ispirandosi alla più irriverente tra le scrittrici, supera il limite estremo della prospettiva femminista per percorrere un viaggio esistenziale che partendo dal corpo approda all’anima e alle sue ombre, per affermare che “felicità” altro non è se non “consapevolezza di sé”.

In questa rinnovata presa di coscienza, tuttavia, è insita la denuncia delle protagoniste ad una società che rimane ancora inconsapevole del valore e del potenziale della donna-individuo. A smorzare i toni dello psico-dramma contribuiscono le coreografie di Sarah Lanza eseguite sulle note ribelli e punk-rock di Lou Reed, David Bowie, Sex Pistols, The Prodigy e Beatles e magistralmente interpretate da: Gabriella Cacia, Laura Giamone, Elvira M. Ghirlanda, Rita Lauro, Anna Musicò, Francesca Gambino, Giovanna Verdelli, Milena Bartolone.


 


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