FEDE
Eric Clapton e la sua devozione alla Madonna
di Alfonso Saya
Eric Clapton,
grande chitarrista, nei momenti di disperazione invoca Maria, “Spes Nostra” (Speranza Nostra). Una
testimonianza vecchia di quasi vent’anni, da parte di un rocker dei più grandi.
“Holy mother, where are you?” (Santa
Madre, dove sei? / Stanotte mi sento spezzato in due / Ho visto le stelle
cadere dal cielo / Santa Madre, non riesco a smettere di piangere). Eric
Clapton, si rivolge proprio a Maria di Nazaret, nella poderosa “Holy Mother”, una preghiera-canzone
davvero bella, soprattutto, nella versione con Pavarotti e un coro gospel. Il
rocker la scrisse nel 1986 (insieme a Stephen Bishop) toccato dalla morte di un
musicista ed amico. Chi non conosce questo musicista, plurivincitore dei
Grammy, più volte inserito nella Rock and Roll Hall of Fame, commendatore dell’Ordine
dell’Impero Britannico dal 2004. Chi non ha anche solo sentito o fischiettato “Tears in Heaven?”, Holy mother, hear my
prayer, Somehow I know you?re still there…(Santa Madre, ascolta la mia
preghiera In qualche modo so che sei ancora qui. Oh, ho bisogno del tuo aiuto
in questo momento/ Fammi superare questa notte solitaria /Ti prego dimmi quale
strada prendere/Per ritrovare me stesso). Clapton confessa: “Mia nonna che mi ha insegnato a pregare con
le preghiere di una volta. Ed ogni tanto mi ritornano alla bocca, soprattutto
nei momenti più difficili”. Da notare che il cantante evidentemente
preferisce le preghiere di una volta, dovrebbe far riflettere certuni,
ossessionati dalla fregola, di continui cambiamenti. Siamo nell’anno 1987, il
musicista ha sofferto la piaga dell’alcoolismo: “Ero completamente disperato... ho chiesto aiuto. Non sapevo a chi
pensassi di parlare, sapevo solo che non ne potevo più… e inginocchiandomi mi
sono arreso. Pochi giorni dopo ho capito che avevo trovato un luogo a cui
rivolgermi, un luogo che avevo sempre saputo che era lì ma a cui non avevo mai
veramente voluto credere, o di cui pensavo di non aver bisogno. Da quel giorno,
non ho mai smesso di pregare al mattino, in ginocchio, chiedendo aiuto, e la
sera, per esprimere gratitudine per la mia vita e soprattutto per il fatto di
essere sobrio”. (Clapton:The Autobiography)
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