MESSINA
Il “Don Giovanni” di Moliere con Alessandro Preziosi
di Maria Schillaci
Un teatro vivo, gremito
di persone curiose e piene di entusiasmo, questo il “benvenuto” per Alessandro
Preziosi e la sua Compagnia. L’Artista fa un “salto” in tempi antichi e, con
immensa passione, diventa il vero “don Giovanni” sul palcoscenico. Riesce ad
interpretare perfettamente l’anima passionale, libertina, irriverente, senza
scrupoli del suo personaggio. Per amor suo, donna Elvira, una delle tante “vittime”
dei suoi giochi amorosi, ha addirittura lasciato i voti e la sua vita di
clausura per poi essere disonorata ed abbandonata nella più nera disperazione.
Sganarello, il servitore di don Giovanni è davvero senza parole ed addolorato
per la condotta del suo signore, che non solo, ha disonorato un numero
indefinibile di donne, oltraggiato le loro famiglie, ma sposava anche donne,
ingannandole, con il suo atteggiamento fintamente onesto ed il suo “savoir fare”,
per poi, abbandonarle. Ogni mese cambiava moglie. Sganarello tentava in ogni
modo di aprire gli occhi al suo padrone per condurlo sulla “retta via” ma senza
ottenere risultati. Don Giovanni in una foresta soccorre un gentiluomo,
aggredito da ladri, che si scopre fosse proprio uno dei fratelli di donna
Elvira, alla ricerca del seduttore per riscattare l’onore della sorella. Don
Giovanni non viene ucciso per gratitudine, per la sua buona azione compiuta.
Anche Carlotta, promessa sposa di Pierino, si fa incantare dalle belle parole
di don Giovanni, che, nel frattempo, si è promesso in sposo anche a Merrina.
Con uno dei suoi discorsi “incantatori”, il protagonista riesce a venir fuori
dall’inganno commesso. La statua del commendatore da lui ucciso, si anima,
incutendo paura in tutti, poichè comprendono un segno divino di avvertimento,
tranne nel seduttore che reagisce ridendo con sarcasmo. Anche il creditore
viene ingannato dai modi gentili di don Giovanni, il quale, in seguito, finge
di essersi convertito, non avendo alcuna Fede, solo per salvarsi dagli imbrogli
compiuti. Don Luigi, suo padre, si reca da lui per ammonirlo, per indurlo a
pentirsi dei mali commessi, ma viene cacciato crudelmente. Donna Elvira,
riprendendo i voti, con amore puro, lo avverte di sfruttare l’ultima Misericordia
Divina. Gli apparve anche un fantasma. Sganarello lo prega di pentirsi, ma don
Giovanni non vuol sentire ragioni. La statua del commendatore riappare sulla
scena, gli tende una mano per aiutarlo dicendo che la Misericordia Divina non
va presa in giro. Don Giovanni viene letteralmente catturato dalla fiamma dell’Inferno.
Tutti sono felici della sua morte tranne il suo fedele servo Sganarello. La
maestria con cui Alessandro Preziosi, regista e attore della pièce teatrale,
unisce il fascino del mondo antico con effetti visivi cinematografici, “sfumati
di magia”, come la statua animata, la foresta, gli elementi in 3D incantano
tutti. Ma prima di ogni cosa, salta agli occhi la bravura grandiosa di Preziosi
e della sua Compagnia che sembrano davvero “usciti da tempi trascorsi” e
riescono a trasmettere le emozioni, le paure, le passioni, le speranze, l’amore,
i dolori di ogni singolo personaggio interpretato. Emerge chiaramente l’amore
per la recitazione di ognuno di loro ed il messaggio principale della storia di
don Giovanni: Ogni nostra azione viene sempre osservata dal Cielo, soprattutto
se non ci curiamo degli altri, se facciamo piangere persone innocenti e piene d’amore.
Applausi scroscianti e complimenti, sotto gli sguardi felici e sorridenti degli
attori, hanno accompagnato il loro inchino, al termine di questo spettacolo
grandioso.
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