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 domenica 31 gennaio 2016

MESSINA

Il “Don Giovanni” di Moliere con Alessandro Preziosi

di Maria Schillaci


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Un teatro vivo, gremito di persone curiose e piene di entusiasmo, questo il “benvenuto” per Alessandro Preziosi e la sua Compagnia. L’Artista fa un “salto” in tempi antichi e, con immensa passione, diventa il vero “don Giovanni” sul palcoscenico. Riesce ad interpretare perfettamente l’anima passionale, libertina, irriverente, senza scrupoli del suo personaggio. Per amor suo, donna Elvira, una delle tante “vittime” dei suoi giochi amorosi, ha addirittura lasciato i voti e la sua vita di clausura per poi essere disonorata ed abbandonata nella più nera disperazione. Sganarello, il servitore di don Giovanni è davvero senza parole ed addolorato per la condotta del suo signore, che non solo, ha disonorato un numero indefinibile di donne, oltraggiato le loro famiglie, ma sposava anche donne, ingannandole, con il suo atteggiamento fintamente onesto ed il suo “savoir fare”, per poi, abbandonarle. Ogni mese cambiava moglie. Sganarello tentava in ogni modo di aprire gli occhi al suo padrone per condurlo sulla “retta via” ma senza ottenere risultati.

Don Giovanni in una foresta soccorre un gentiluomo, aggredito da ladri, che si scopre fosse proprio uno dei fratelli di donna Elvira, alla ricerca del seduttore per riscattare l’onore della sorella. Don Giovanni non viene ucciso per gratitudine, per la sua buona azione compiuta. Anche Carlotta, promessa sposa di Pierino, si fa incantare dalle belle parole di don Giovanni, che, nel frattempo, si è promesso in sposo anche a Merrina. Con uno dei suoi discorsi “incantatori”, il protagonista riesce a venir fuori dall’inganno commesso. La statua del commendatore da lui ucciso, si anima, incutendo paura in tutti, poichè comprendono un segno divino di avvertimento, tranne nel seduttore che reagisce ridendo con sarcasmo. Anche il creditore viene ingannato dai modi gentili di don Giovanni, il quale, in seguito, finge di essersi convertito, non avendo alcuna Fede, solo per salvarsi dagli imbrogli compiuti. Don Luigi, suo padre, si reca da lui per ammonirlo, per indurlo a pentirsi dei mali commessi, ma viene cacciato crudelmente. Donna Elvira, riprendendo i voti, con amore puro, lo avverte di sfruttare l’ultima Misericordia Divina. Gli apparve anche un fantasma.

Sganarello lo prega di pentirsi, ma don Giovanni non vuol sentire ragioni. La statua del commendatore riappare sulla scena, gli tende una mano per aiutarlo dicendo che la Misericordia Divina non va presa in giro. Don Giovanni viene letteralmente catturato dalla fiamma dell’Inferno. Tutti sono felici della sua morte tranne il suo fedele servo Sganarello. La maestria con cui Alessandro Preziosi, regista e attore della pièce teatrale, unisce il fascino del mondo antico con effetti visivi cinematografici, “sfumati di magia”, come la statua animata, la foresta, gli elementi in 3D incantano tutti. Ma prima di ogni cosa, salta agli occhi la bravura grandiosa di Preziosi e della sua Compagnia che sembrano davvero “usciti da tempi trascorsi” e riescono a trasmettere le emozioni, le paure, le passioni, le speranze, l’amore, i dolori di ogni singolo personaggio interpretato.

Emerge chiaramente l’amore per la recitazione di ognuno di loro ed il messaggio principale della storia di don Giovanni: Ogni nostra azione viene sempre osservata dal Cielo, soprattutto se non ci curiamo degli altri, se facciamo piangere persone innocenti e piene d’amore. Applausi scroscianti e complimenti, sotto gli sguardi felici e sorridenti degli attori, hanno accompagnato il loro inchino, al termine di questo spettacolo grandioso.


 


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