PREGHIERA
La Madonna della Lettera
di Crisostomo Lo Presti
C’è
un limite difficile da valicare nel rapporto col Sacro; c’è un limite difficile
da conoscere nel rapporto con il Divino; c’è un limite difficile da immaginare
con il Femminile Assoluto. Io penso d’aver valicato, nutrito, pensato,
desiderato, vissuto quel limite nel rapporto con la Vergine Santa. Questo
accade quando si ama senza confini, né pertinenze, né norme: l’Amore è vero;
unico e indivisibile; cercato e nutrito sin dall’infanzia quando, per la prima
volta, valicai lo Stretto per le nebbie del Nord. Ero un bambino dai calzoncini
corti, dalla fantasia ricca e dalle speranze inespresse, a cui si aggiunse una
lacrima quando il traghetto transitò di fronte alla immagine della Madonna
della Lettera illuminata dalle prime luci del neon che ne disegnavano la
bellezza e dalla luna nel Cielo creato per Lei. Quella “Madonnina del porto”,
voluta nel 1934 da mons. Angelo Paino, mi seguì sempre nelle scorrerie future.
E fu così, tutte le volte, tante volte con tanti ricordi di granite solo
desiderate e con tante lacrime per la mia (la nostra) Eletta, a cui poi ho
dedicato dodici poesie d’amore: Il
miracolo delle dodici stelle, appunto.
Oggi, mi trovo ai Suoi piedi per
recitare la parola più alta che mai cuore di un uomo smarrito (il mio) abbia
potuto incorniciare nella sua mente. Non c’è traguardo più sublime del profondo
sentire e della certezza dell’ascolto in un mosaico di sensazioni e di patemi
che invadono le vene, dove il sangue nobile scorre veloce, pulsato dal battito
dello sguardo che va alle Sue pupille o incantata, amata, desiderata Vergine
Patrona della mia Città, patrona di Messina, patrona di una gente colpita nei
meandri della società imperfetta, ma che canta le sue lodi alla Madre dei
misteri e delle acque dello Stretto. Hanno chiesto che La salutassi oggi, 1973
anni dopo lo storico viaggio a Gerusalemme dell’Ambasciata messinese, guidata
da San Paolo, per incontrarLa Regina delle genti e dei marinai che da qui, da
questo porto, prendono il largo per i lidi più lontani. Lei li segue con il Suo
manto celeste e li protegge con la Sua parola dolce e incantata… Lei, donna di
Nazareth, Betlemme, Gerusalemme ed Efeso, emerge dai vortici delle acque salate
sotto i paralleli del globo, Madre e Dea Unica; Assoluta Sapienza… creatura
prima, cristallina dal profumo increspato di preci e lacrime… volge lo sguardo
agli uomini “deboli” come me.
Hanno chiesto che La omaggiassi a nome dei Suoi
fedeli: forse sanno quanto il mio cuore pulsa per Lei; forse immaginano la
preghiera giornaliera che raggiunge le Sue argentee vesti; forse il pensiero
travalica la realtà, ma è certo che nella purezza dell’Amore si riflette il
labirinto dell’Anima da Lei curata, voluta, cercata, desiderata, posseduta.
Oggi, io canto parole di speranza così come Lei, nella Lettera, ha saputo
trasferire la Sua benedizione, la Sua benevolenza, il Suo afflato ai fedeli di
un borgo che ricorda le tragedie, le miserie, ma anche gli splendori di una
vita a Lei dedicata in ogni minuscolo particolare del quotidiano, perché Sue
sono le genti di questo angolo incantato del mondo, Sua è la storia e Sue sono
le vibrazioni dei cuori che descrivono, giorno per giorno, giorno dopo giorno,
momento dopo momento, l’amore sublime della preghiera rivolta a Lei ricca di
sole e di luna, di acque e zolle, di poesia e lacrime. Lacrime proprio come
quelle dai miei occhi scaturite quando, per la prima volta, ho incrociato il
Suo sguardo di Luce, di Lei Madonna della Lettera di Messina e dei messinesi
che attendono sempre un sorriso dall’alto della stele nell’armonia del disegno
che domina la falce e dà speranza di luce e amore a questa martoriata Città.
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