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 domenica 2 giugno 2019

PREGHIERA

La Madonna della Lettera

di Crisostomo Lo Presti


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C’è un limite difficile da valicare nel rapporto col Sacro; c’è un limite difficile da conoscere nel rapporto con il Divino; c’è un limite difficile da immaginare con il Femminile Assoluto. Io penso d’aver valicato, nutrito, pensato, desiderato, vissuto quel limite nel rapporto con la Vergine Santa. Questo accade quando si ama senza confini, né pertinenze, né norme: l’Amore è vero; unico e indivisibile; cercato e nutrito sin dall’infanzia quando, per la prima volta, valicai lo Stretto per le nebbie del Nord. Ero un bambino dai calzoncini corti, dalla fantasia ricca e dalle speranze inespresse, a cui si aggiunse una lacrima quando il traghetto transitò di fronte alla immagine della Madonna della Lettera illuminata dalle prime luci del neon che ne disegnavano la bellezza e dalla luna nel Cielo creato per Lei. Quella “Madonnina del porto”, voluta nel 1934 da mons. Angelo Paino, mi seguì sempre nelle scorrerie future. E fu così, tutte le volte, tante volte con tanti ricordi di granite solo desiderate e con tante lacrime per la mia (la nostra) Eletta, a cui poi ho dedicato dodici poesie d’amore: Il miracolo delle dodici stelle, appunto.

Oggi, mi trovo ai Suoi piedi per recitare la parola più alta che mai cuore di un uomo smarrito (il mio) abbia potuto incorniciare nella sua mente. Non c’è traguardo più sublime del profondo sentire e della certezza dell’ascolto in un mosaico di sensazioni e di patemi che invadono le vene, dove il sangue nobile scorre veloce, pulsato dal battito dello sguardo che va alle Sue pupille o incantata, amata, desiderata Vergine Patrona della mia Città, patrona di Messina, patrona di una gente colpita nei meandri della società imperfetta, ma che canta le sue lodi alla Madre dei misteri e delle acque dello Stretto. Hanno chiesto che La salutassi oggi, 1973 anni dopo lo storico viaggio a Gerusalemme dell’Ambasciata messinese, guidata da San Paolo, per incontrarLa Regina delle genti e dei marinai che da qui, da questo porto, prendono il largo per i lidi più lontani. Lei li segue con il Suo manto celeste e li protegge con la Sua parola dolce e incantata… Lei, donna di Nazareth, Betlemme, Gerusalemme ed Efeso, emerge dai vortici delle acque salate sotto i paralleli del globo, Madre e Dea Unica; Assoluta Sapienza… creatura prima, cristallina dal profumo increspato di preci e lacrime… volge lo sguardo agli uomini “deboli” come me.

Hanno chiesto che La omaggiassi a nome dei Suoi fedeli: forse sanno quanto il mio cuore pulsa per Lei; forse immaginano la preghiera giornaliera che raggiunge le Sue argentee vesti; forse il pensiero travalica la realtà, ma è certo che nella purezza dell’Amore si riflette il labirinto dell’Anima da Lei curata, voluta, cercata, desiderata, posseduta. Oggi, io canto parole di speranza così come Lei, nella Lettera, ha saputo trasferire la Sua benedizione, la Sua benevolenza, il Suo afflato ai fedeli di un borgo che ricorda le tragedie, le miserie, ma anche gli splendori di una vita a Lei dedicata in ogni minuscolo particolare del quotidiano, perché Sue sono le genti di questo angolo incantato del mondo, Sua è la storia e Sue sono le vibrazioni dei cuori che descrivono, giorno per giorno, giorno dopo giorno, momento dopo momento, l’amore sublime della preghiera rivolta a Lei ricca di sole e di luna, di acque e zolle, di poesia e lacrime. Lacrime proprio come quelle dai miei occhi scaturite quando, per la prima volta, ho incrociato il Suo sguardo di Luce, di Lei Madonna della Lettera di Messina e dei messinesi che attendono sempre un sorriso dall’alto della stele nell’armonia del disegno che domina la falce e dà speranza di luce e amore a questa martoriata Città.


 


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