Rosa
purpurea tatuata,
che
non ha alcuna speranza
di
risorgere alla vita.
Imprigionata
senza catene,
in
un piccolo lembo di pelle
per
mostrarsi come beltà.
Colma
di bellezza assoluta,
scevra
da ogni impurità
statica
per essere ammirata.
Come
un trofeo d’amore,
immersa
in sfumate melodie
di
ricordi piacevoli e lontani.
Immutata
nella memoria,
nonostante
la fredda clessidra
continui
senza indugio a girare.
È
lì pronta a sfogliare,
ogni
angoscia e delusione
fra
le sorgenti dell’arsura.
Come
se i petali della sua anima,
volessero
aprirsi per sfuggire
alle
antiche malinconie.
Ma
restano lì incastonate,
con
il ricordo delle sue spine
che
ancora si fanno sentire.
Risvegliate
dal buio della notte,
aspettando
in silenzio la nuova alba
in
quella loro effimera dimora.
Sognando
come una crisalide,
per
spiccare un volo nell’infinito.