SANITÀ PENITENZIARIA
Chiusura degli Ospedali Psichiatrici
di Filippo Scolareci
Finalmente, si è ormai giunti alla chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, data storica il 31 marzo del corrente anno. Infatti, il processo di superamento
degli OPG, dallo Stato alle Regioni, nell’ambito del passaggio di competenze in
tema di sanità penitenziaria, ha già preso definitivamente forma. Quanto sopra ha preso avvio e
giusta motivazione sulla scorta di un video-documentario presentato in data 16
marzo 2011, realizzato dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta, presieduta
dall’allora sen. Ignazio Marino, in merito all’efficienza del servizio
Sanitario Nazionale ai fini della propria missione istituzionale, che ha messo
a nudo le cattive e tremende condizioni che erano costretti a subire gli
internati che si trovavano nei vari Nosocomi Giudiziari sparsi per l’Italia. In quella sede il sen. Marino
ebbe a dire che quella povera gente si trovava ormai “nell’inferno dei dimenticati” e, a sua volta, il presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano, ha definito queste condizioni “orribili e indegne per un Paese… appena
civile”.
Moltissimi di questi internati
hanno subito proroghe di sicurezza di sei mesi in sei mesi e, a volte, per
periodi più lunghi, per giungere in alcuni casi di “ergastolo bianco”,
nonostante si trovassero in condizioni d’intendere e di volere, rimanevano,
purtroppo, lì dentro per sempre, dimenticati dal mondo e dalle famiglie. Proprio questo stato
d’insicurezza e d’abbandono li prostrava maggiormente, inducendoli spesso a
farla finita con la vita, come l’ultimo decesso per impiccagione avvenuto due
settimane or sono nell’Ospedale Psichiatrico di Barcellona P.G., di un internato
di 43 anni, originario della provincia di Catania, che si trovava rinchiuso da
circa 15 anni per avere ucciso il padre con modalità atroci, il quale,
nonostante avesse partecipato come sempre alle attività sociali dell’Istituto,
aveva più di una volta tentato questo gesto estremo.
Oggi, sono circa 700 gli
internati negli OPG e il loro trasferimento non sarà, tuttavia, un’operazione
di massa, ma un percorso che richiede l’adozione di provvedimenti sia
giudiziari che sanitari per ciascuno dei ricoverati nelle varie strutture. Per
la maggior parte di loro sarà possibile, entro il 31 marzo 2015, la completa
dimissione in Comunità o nelle loro famiglie, mentre per gli altri che sono
stati riconosciuti dalle varie DSM (Dipartimento Stato Mentale) non dimissibili
per le loro gravi patologie mentali, saranno trasferiti entro il mese di aprile
nelle Rems, dove vigeranno le stesse regole dell’OPG, ma saranno gestite con
solo personale sanitario e con l’abolizione del regolamento applicativo
carcerario. In Sicilia, gli internati che sono già stati destinati alle Rems, i
quali dovranno seguire dei progetti terapeutici individuali, saranno trasferiti
a Naso (Me) e a Santo Pietro di Caltagirone.
|