STORIA
Messina dalle sue origini (III parte)
di Filippo Scolareci
Tra i Siculi c’era una volta un
re che si chiamava Italo, che dopo avere dato il nome all’Italia durante la
loro permanenza nella Penisola (infatti in alcuni punti della Penisola vi sono
ancora delle genti di origine Sicula), probabilmente quando giunsero nella
nostra bella Isola, sempre in onore del loro re, chiamarono Itala il noto Paese
della provincia di Messina. Come già detto nella I parte,
abbiamo iniziato a sfogliare queste pagine della memoria da quel lembo di terra
dove nel tempo ha trovato radici la nostra Città, la quale in un primo momento
ha visto l’arrivo dei Sicani (provenienti dalla Spagna, intorno al 2148 a.C.) e
il successivo arrivo dei Siculi (popolo indoeuropeo di origine incerta, giunti
nel XIII secolo a.C.), più evoluti e più organizzati dei loro predecessori, che
hanno lasciato impronte indelebili della loro civiltà durante il loro
insediamento nell’area dello Stretto, iniziando a commerciare con i popoli del
Mare Egeo, con quelli del Tirreno e intrecciando rapporti anche con gli
Etruschi, i quali si erano spinti sulle sponde della Trinacria, sul versante
settentrionale.
Nel tempo, questo movimento
mercantile marittimo non passò, assolutamente, inosservato, anzi, intorno alla
metà dell’VIII secolo a.C. ha richiamato in un primo momento, sia come arteria
di traffico e anche come punto strategico logistico e di riferimento
commerciale, una colonia di pirati calcidesi provenienti da Cuma degli Opici,
che occuparono il sito dell’attuale Messina, che allora si chiamava “Zancle”,
cioè “la falce” a causa della forma naturale che protegge il porto, ma anche in
onore di un capo dei Siculi che si chiamava “Zanclo”. Inizialmente, per certi versi,
sottomisero gli indigeni locali, in quanto non venivano fatti partecipare nei
loro affari, ma con il passare degli anni, oltre a integrarsi con loro,
divennero un unico popolo e quindi cominciarono a costituirsi un certo governo
e proprio per una loro maggiore tutela, oltre a iniziare la fortificazione
della città, vollero continuare a espandere e proteggere i loro confini e per
avere anche una ulteriore fonte di approvvigionamento dei prodotti
dell’agricoltura, in quanto trovandosi territorialmente ristretti tra il mare e
i Monti Peloritani, non avrebbero potuto costituire le sufficienti e necessarie
riserve alimentari per sfamare e soddisfare il sempre più crescente popolamento
della città.
Infatti, circa vent’anni dopo il
loro arrivo, gli Zanclei fondarono la subcolonia di Mylai sulla costa
tirrenica, dove nel suo interland
esistevano estensioni di terreno pianeggianti adatti per la coltivazione e dove
già stavano per insediarsi in pianta stabile i pirati etruschi, nella piccola
Penisola che si protende verso le isole Eolie. Pertanto, secondo Pausonia, dopo
i precedenti insediamenti sia dei Sicani e poi dei Siculi, la nuova fondazione
vera e propria della città dello Stretto, che già portava il nome “Zancle”, si
estrinseca in due distinte e simultanee date. La prima nel 757 a.C. e la
seconda tra il 753-728 a.C.
All’incirca un quarantennio dopo,
si aggiunsero poi altri coloni provenienti dalla Calcide e del resto
dell’Eubea, spinti in modo particolare da interessi espansionistici e per
trovare anche delle nuove terre in modo tale da sistemare l’eccedenza della
loro popolazione, che proprio in quel determinato periodo, aveva avuto in tutta
la Grecia, un’esplosione demografica che avrebbe potuto compromettere gli
equilibri già consolidati delle città greche, le quali non erano più in grado
di contenere e assistere la crescente popolazione, né di potere garantire loro
un futuro, ed erano proprio gli stessi amministratori greci a incoraggiare
l’emigrazione verso quei meravigliosi lidi tanto decantati da Omero, che
potevano offrire lo sbocco di nuovi insediamenti umani e nuovi mercati che
avrebbero potuto dare un maggiore sfogo al loro sempre più crescente sviluppo
commerciale, all’ottima creatività artigianale e alla sapiente capacità
nell’agricoltura che ormai nel loro originario ambiente, tutto quanto, era
divenuto abbastanza ristretto.
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