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 mercoledì 7 gennaio 2015

VATICANO

Il messinese Franco Montenegro cardinale

di Paola Saladino


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È con grande gioia che Messina ha accolto la notizia dell’elevazione a cardinale di un suo figlio molto amato, mons. Franco Montenegro attuale arcivescovo di Agrigento. È dall’Ottocento, quando fu fatto cardinale monsignor Guarino, che la città non viveva un evento di tale portata. Nato a Messina il 22 maggio del 1946, ordinato sacerdote nell’agosto del ‘69 e vescovo il 29 aprile del 2000, Montenegro è stato vescovo ausiliario di Messina fino al febbraio del 2008 quando è stato eletto arcivescovo di Agrigento. Cresciuto alla scuola del servo di Dio mons. Francesco Fasola, arcivescovo di Messina, di cui è stato segretario, è stato direttore della “Caritas”, della “Pastorale della Salute” e, attualmente, della “Consulta dei migranti”. Fin dall’inizio, nota distintiva della missione di parroco e di vescovo di Montenegro è stata la scelta di stare accanto ai malati, agli ultimi, ai poveri afflitti da povertà vecchie e nuove, ai migranti che fuggono da guerre, fame, persecuzione.

Padre Franco – come ama farsi chiamare – ha da sempre attenzionato le periferie che conosce bene avendo a lungo vissuto a Villaggio Aldisio, una delle periferie più problematiche della nostra città, invitando, continuamente, ad uscire dalle chiese per portare fuori un autentico e concreto amore evangelico ai tanti affamati: di Dio, di solidarietà e di amicizia. La sua porta è sempre stata aperta a quanti vi hanno bussato, anche solo per avere conforto e consiglio, né si è mai negato a nessuno quando si richiedeva la sua presenza per una celebrazione eucaristica o per una catechesi, come quella appassionata tenuta, su invito del Movimento Apostolico, sulla famiglia e sulla coppia. Non si può dimenticare la forza con cui, in tale occasione, pur nella consapevolezza delle sofferenze della famiglia di oggi, ha incoraggiato gli sposi a vivere il matrimonio come un’avventura nuova ogni giorno, scommettendo sempre sull’altro, ma rimanendo strettamente legati a Dio.

È evidente, senz’altro, la profonda sintonia che vi è tra il magistero di Papa Francesco e Montenegro, un vescovo che ha, come dice Papa Bergoglio, l’odore delle pecore perché si fa prossimo delle sue pecore, non solo condividendo il percorso spesso accidentato della vita, ma anche portando loro la tenerezza e la compassione di Gesù. Un vescovo, questo, mite e umile in cui intelligenza e cuore, strettamente collegati, valorizzano le qualità spirituali e umane a favore del suo gregge. Caro padre Franco – ci permetta di continuare a chiamarlo così – le auguriamo di vivere con sorpresa ogni giorno di questa sua nuova missione e di portare anche nei piani alti della gerarchia ecclesiastica la sua calda umanità, espressione concreta del suo amore per Gesù e per gli uomini.


 


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