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 sabato 6 dicembre 2014

RECENSIONE LIBRARIE

Mek Zodda – Canti d’amuri

di Alfonso Saya


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Mek Zodda – nel volumetto Canti d’amuri – esprime, davvero, la “Sicilianità” che connota la sua poesia e rivela la sua attitudine di esprimersi in vernacolo siciliano, o meglio, nella nostra lingua che è congeniale al suo spirito. Si nota, difatti, una spiccata sensibilità che si manifesta nell’incisiva e pregnante espressività della lingua siciliana con cui riesce, con immediatezza, a dar voce alle cose, a fatti e persone. Basti, ad esempio, la bellissima lirica A pittinissa, un vero capolavoro che ha conseguito il primo premio in denaro, che parla e dà pace al suo cuore: “Oh ‘pittinissa’, paci du me cori trafittu e adduluratu… quannu scopru a tia/ mi ascordu puru di la guerra/ chi lu me cori ha sempri travagghiatu”.

Sin da giovane ha dimostrato il suo amore per la nostra Sicilia e comincia, difatti, a far parte di una compagnia teatrale, recitando commedie di Martoglio come San Giovanni decollato, L’aria del continente. I civitodi in Pretura, con la sua spiccata ed eccezionale mimica. Si è cimentato ed affermato anche nel campo delle canzoni folkloristiche, girando dappertutto con famosi complessi. Ha inciso due canzoni ed ha dato una superba interpretazione. Ha partecipato, con queste due canzoni, alla Corrida televisiva di Corrado ed ha riscosso un trionfale successo classificandosi al primo posto e così nelle tante rassegne poetiche e spettacoli nazionali ed internazionali. Le sue poesie sono state pubblicate e si pubblicano in tante prestigiose riviste. Alcune sono state pubblicate nella Rivista “Peloro 2000”, di cui il sottoscritto è stato il vide direttore. Ha partecipato a tanti concorsi di poesie ed ha conseguito prestigiosi premi e riconoscimenti.

È un Artista nella piena accezione del termine, un artista nato. Oltre alla poesia, la sua passione si estende alla pittura e al teatro. Nelle sue liriche, si nota la ricchezza di espressione della nostra lingua siciliana. Riempie, davvero – al dire di Pirandello –, i versi del “senso che ha dentro di sé, sono piene di sentimento, di amore, di passione per la nostra Sicilia che porta ne cuore”, per cui questo prezioso volumetto è un inno al nostro dialetto, alla nostra lingua “chi è ‘na musica chi tocca ‘u cori”.


 


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