GIUSTIZIA
Giurato popolare: come si diventa?
di Olga Cancellieri
In Italia, il sistema delle
giurie popolari è molto diverso da quello degli Stati Uniti, dove si fa largo
uso delle giurie, richieste spesso nel giudizio penale. I giurati vengono
scelti a caso, nei registri della cittadinanza di quello Stato, e non possono
sottrarsi a tale onere, a meno che non vengano dichiarati “ostili o parziali”
da una delle parti in causa (ciascuna può avvalersi del diritto di “rifiutare”
un giurato, per un massimo di tre volte). In Italia, invece, si ricorre ai
giudici popolari (non togati, quindi non magistrati in carriera), solo per la
composizione di due Corti: “Assise” e “Corte di Assise di Appello”.
A questi tribunali, si ricorre
solo nel caso dei c.d. “delitti di sangue” (sicuramente, per gli omicidi, ma
anche per stragi, disastro ambientale, etc.), un’esigua parte rispetto alla
mole dei giudizi che deve sostenere un tribunale ordinario di una città
medio-grande. Inoltre, mentre negli USA la
giuria è composta solo da giudici popolari che emettono il verdetto solo all’unanimità
(altrimenti dichiarano al Presidente di non averlo raggiunto), in Italia i
giudici che compongono la giuria sono solo sei, affiancati però da due giudici
togati, e possono decidere della colpevolezza anche a maggioranza (6 voti su 8)
A questo punto, è opportuno chiedersi
chi sia il giudice popolare nel nostro Paese e quali siano i requisiti per
diventarlo. Il giudice popolare è cittadino
italiano chiamato a comporre, a seguito di estrazione a sorte da apposite
liste, la Corte di Assise e la Corte di Assise d’Appello. Per ognuna, viene
formata una lista per i giudici popolari ordinari e una per i giudici popolari
supplenti. Chi vuole entrare a far parte
delle liste deve presentare richiesta al sindaco del comune in cui risiede. Occorrono i seguenti requisiti:
cittadinanza italiana e godimento dei diritti civili e politici; buona condotta
morale; età non inferiore ai 30 e non superiore ai 65 anni; titolo finale di
studi di scuola media di primo grado e di qualsiasi tipo.
Per i giudici popolari di Corte d’Assise
d’Appello, è richiesto titolo finale di studi di scuola media di secondo grado.
Non possono fare il giudice popolare: i magistrati e i funzionari in servizio
all’ordine giudiziario, gli appartenenti alle Forze Armate e alla Polizia e i
membri di culto e religiosi di ogni ordine e congregazione. La nomina dura tre
mesi, salvo una maggiore durata del processo. La formazione degli appositi
elenchi, il loro rinnovo e la continua sussistenza dei requisiti per mantenerne
la permanenza, vengono effettuati dal sindaco ogni due anni.
Sempre compito del sindaco quello
di invitare, con manifesti pubblici, coloro che sono in possesso dei requisiti
e non sono già iscritti negli albi definitivi dei giudici popolari, a chiedere
di essere iscritti nell’elenco integrativo dei giudici popolari. Vengono
formati gli albi definitivi che sono approvati con decreto e trasmessi a
ciascun comune per la pubblicazione della parte che lo riguarda. Avverso gli
albi definitivi è possibile presentare ricorso. Infine, i giudici popolari
nominati ricevono un compenso giornaliero stabilito per legge in € 25,82 e un
rimborso per spese di viaggio se l’Ufficio è prestato fuori del comune di
residenza. Per i lavoratori autonomi, o
lavoratori dipendenti senza diritto, alla retribuzione nei giorni in cui esercitano
la loro funzione il rimborso è di € 51,65 per le prime 50 sedute e di € 56,81
per le udienze successive.
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