giovedì 18 settembre 2014
STORIA
Pagine di Storia cittadina nella biografia di San Placido
di Alfonso Saya
Appassionato delle cose della mia
città, ho letto la biografia di San Placido di mons. Pantaleone Minutoli. L’ho
trovata molto interessante poiché è uno scrigno di notizie storiche. L’Autore
ha messo da parte ogni disquisizione critica e si è basato sulla tradizione e
sugli scritti dei nostri migliori storici, ha inquadrato il filo degli
avvenimenti senza indulgere alla fantasia, seguendo, semplicemente – come ho
già detto – la nostra tradizione popolare che può dar poco, ma non sa mentire e
non bisogna aver l’ardire di toccare perché è un’autentica gloria di Messina.
Dovrebbero leggere questa
biografia i giovani che crescono sradicati ed ignari, e i negatori della
tradizione che asseriscono che San Placido non è un martire messinese. Questa
biografia l’ho trovata – dicevo – molto interessante ed ho così appreso che la
mamma di San Placido era messinese, che San Benedetto ha mandato San Placido
nella nostra città che era, allora, stretta tra la Capperrina, dove sorge il
Santuario di Montalto, e Rocca Guelfonia, per rendersi conto dei beni di suo
padre, Tertullo, un nobile ricco, romano, e per fondare un Monastero che fu
costruito dopo quello di Montecassino.
Si trovava al di là del Torrente
Boccetta, fuori delle mura della città dove sorgono i resti della grande Chiesa
di San Giovanni di Malta, accanto alla Prefettura, annessa al Monastero che si
riempì di giovani messinesi che praticarono la Regola dell’ora et labora. San Placido fu poi raggiunto
dalla sorella Flavia, Eutichio e Vittorino. Nel 541, vi fu l’invasione dei
pirati con a capo Mamuca, che sbarcarono nei pressi del Faro in una località
che si chiama, appunto, Acqualadroni.
I pirati assaltarono il Monastero
e appiccarono il fuoco. I monaci furono incatenati e condotti fuori del
Monastero, sulla spiaggia, dove furono uccisi. Si salvò dal martirio Gordiano
che diede sepoltura ai compagni. San Placido e i fratelli furono sepolti nella
Chiesa, gli altri trenta compagni martiri sulla spiaggia. Nel 1588, il 4 agosto, furono
trovati i corpi, quelli di San Placido e dei fratelli furono trovati sotto l’altare
maggiore, in un sepolcro in marmo. Quando fu aperto, i corpi emanavano
soavissimo odore. Da quel giorno, iniziò una grande devozione. Ci furono tanti
prodigi e guarigioni bevendo l’acqua miracolosa scaturita nel luogo dove si
erano trovati i corpi dei Martiri, fu chiamata l’acqua di San Placido.
Il pozzo dell’acqua miracolosa fu
sepolto sotto lo sterro quando fu costruito il Palazzo del Governo, nonostante
l’opposizione dei devoti messinesi, per odio anticlericale, perché nulla doveva
rimanere della Messina cristiana. Poi l’acqua miracolosa è stata trovata
scavando un pozzo di 7 metri, nella villetta antistante la Chiesa.
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