I “folli” di questa nostra storia
non sono di certo quelli cari a Basaglia, ma sono coloro che hanno, almeno una
volta, visitato un palazzo dell’amministrazione pubblica, cioè tutti quei
cittadini che, proprio come Asterix e Obelix, sono costretti ad affrontare la “settima
prova”, cioè quella che costringe i due galli a recuperare un fantomatico,
quanto inesistente documento. Perciò, se da un lato sembra la meno ardua tra le
dodici prove, dall’altro, invece, li fa arrivare ad affrontare la burocrazia romana,
ben più pericolosa di un’intera legione.
Perciò, ogni volta che cerchiamo un
“lasciapassare A38”, presso “la casa che rende folli”, inizia un’infinità di
rimandi e formulari, una sfilza di dipendenti con cui parlare e di uffici da
trovare.
Tutto questo ci porta, se non
proprio alla pazzia, quantomeno sull’orlo di una crisi di nervi.
Secondo le ultime stime dell’Unione
Europea, l’Italia è tra i Paesi peggiori per efficienza nella pubblica
amministrazione. Addirittura, siamo al 23° posto tra i 28 Paesi dell’Unione
europea!
I problemi maggiori riguardano la
lentezza della Giustizia e la macchinosità della burocrazia che diventa un
freno a mano tirato per le imprese già esistenti ed un muro di gomma sul quale
si scontrano le nuove iniziative imprenditoriali. Tutto ciò, secondo la
Confindustria, comporta, addirittura, la perdita del 2% del Pil e secondo le
stime della Commissione europea in Italia le imprese sono costrette ad affrontare
ben 52 adempimenti fiscali, tutto ciò a discapito della produzione e, di
conseguenza, dei lavoratori.
Peggio, se mai è possibile, lo si
riscontra sul fronte giudiziario. Basti pensare che per una causa civile si
calcolano una media di sei anni per arrivare alla fine del secondo grado di
giudizio.
Per non parlare poi della carenza,
ormai fisiologica, di magistrati e di strutture. Da una recente valutazione
della Commissione europea la performance
della pubblica amministrazione italiana è equiparata a quella della Grecia, della
Bulgaria e della Romania, cioè le più scadenti e farraginose in Europa.
Insomma, se questa è la
macrosituazione a livello locale il cittadino si scontra, quotidianamente, con
il burocratese e poche sono le armi con le quali può difendersi. Tra queste mi
sento di consigliarne tre: la prima è avere tanta, ma tanta pazienza; in
secondo luogo bisogna sempre protestare, anche con veemenza ed anche se si è in
torto; infine, dotare la propria biblioteca del fondamentale dizionario
burocratese-italiano.
Un esempio su tutti cercate la
parola “Istruttoria”; traduzione dal burocratese in italiano: “attività svolta
da un ufficio della Pubblica Amministrazione per raccogliere le informazioni
necessarie a decidere una determinata questione”. Traduzione dall’italiano all’italiano
corrente: “tempi di attesa per una risposta concreta da sei mesi a… non si sa
quando”.
Infine, ricordate sempre le
parole con le quali Lord Samuel descrisse la burocrazia: “una difficoltà per ogni soluzione”.