PENSIERI IN LIBERTÀ
Senti chi parla
di Domenica Timpano
Mi chiamo Roger e sono un cane, così almeno dicono gli esperti. Il nome
mi è stato imposto alla nascita, ma mi è andata bene, perché è carino e anche
famoso in tv, dove in una... ehmm... fiction americana (mi s’imbroglia la
lingua con queste parole straniere!), che spopola tra le signore, c’è un mio
omonimo.
I miei genitori, di razza Chihuahua, che mi hanno messo al mondo (non
faccio per vantarmi), sono… o erano… (ne ho perso le tracce, da qualche tempo)
esemplari importanti: Kelly del Pasador e Uran dei Guappi. Capirete che ne ho
abbastanza per sentirmi una personalità di spicco nel mondo degli animali. Ma
ho altri genitori, diciamo... adottivi, appartenenti al genere umano, dai
quali, credetemi, io sono amato e vezzeggiato come un bambino. Il mio papi, che
non voleva saperne di adozione, i primi tempi mi sgridava. Adesso, dipende
quasi da me e mi cerca e mi custodisce ed è geloso, persino, se lo trascuro per
la mamma, che è il mio rifugio, e gli altri componenti della famiglia che per
me stravedono. Come io, beninteso, stravedo per loro! Per questo, soffro
maledettamente quando vanno fuori per fare shopping (altro imbroglio di lingua
e... di tasca, per loro!) o a trovare gli amici o all’università. Solo come un “cane”
(embè… allora sì, davvero!), ad aspettare dietro la porta, in attesa di sentire
il rumore della macchina, o il rumore dell’ascensore… non è bello. Mi passa
persino la fame, mi vengono attacchi di panico, di paura immotivata, che non
tornino più da me. L’attesa però, credetemi, è ricompensata da una gioia grande
quanto un osso di elefante, al loro rientro.
La mamma, per farsi perdonare, non la smette più di farmi le coccole e di
ripetermi “piccolino mio... bello… gigiolino… vieni che ti prendo in braccio!”.
E come lei tutti gli altri.
Quasi mi fanno stancare a girare loro intorno, a dimenare senza tregua la
mia minuscola coda per fare capire che non è stata poi la fine del mondo!
Diamine, stare su con le zampette che si fanno sempre più fragili, per
ricambiare loro “la festa”, non è roba da poco!
Eh sì, carissimi! Sono un cane, e fortunato per giunta, ma sono
vecchietto, perché il prossimo mese compirò 18 anni e nessuno può sapere quanti
giorni felici il buon Dio mi regalerà ancora.
Scusatemi, ora se vi lascio, la mamma insiste per portarmi dal dottore,
pardon dottoressa (non lo dite in giro, ma poveretta, è innamorata pazza di me!)
per una tosse che mi sta dando fastidio.
Ci sentiremo, comunque… a presto!
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