mercoledì 20 novembre 2013
CORRADO AUGIAS – “INCHIESTA SU MARIA”
Nel cortile dei Gentili l’eterno conflitto tra fides e ratio
di Rachele Gerace
Venerdì 15 novembre u.s., presso l’Auditorium del “Palacultura”,
Corrado Augias ha incontrato gli studenti e i docenti dell’Istituto d’Istruzione
Superiore “La Farina-Basile”, per presentare il suo ultimo prodotto editoriale,
intitolato Inchiesta su Maria,
scritto a due mani e in forma dialogica con lo studioso di mistica Marco
Vannini. Protagonista la figura di Maria, all’interno della Chiesa Cattolica.
Una figura che è marginale nei Vangeli canonici, poiché dice solo tre frasi in
tutte le scritture e compare solo di sfuggita anche negli Atti degli Apostoli e
nelle Lettere di San Paolo scritte nei primi secoli dopo Cristo; le uniche
testimonianze della sua vita si devono ai vangeli cosiddetti apocrifi, che non
vengono inclusi tra i testi sacri, perché frutto, certamente, di rielaborazioni
successive e perché intrisi di leggende e di credenze popolari.
Augias descrive il travaglio
della dottrina e le dispute teologiche che avvengono all’interno del Concilio
di Efeso, del 431 d.C., tra Nestorio che vorrebbe Maria Cristotokos (Madre di Cristo) e Cirillo che la vorrebbe, invece, Theotokos (Madre di Dio).
È naturale, però, chiedersi cosa
spinge laici e atei ad avvicinarsi alla religione indagando, ponendo e ponendosi
degli interrogativi? “Innanzitutto, l’approfondimento
di questi temi – confessa Augias – nasce da una curiosità intellettuale, poiché
chi ha fede crede, indipendentemente, dalla ragione e dalla forza ideologica.
In secondo luogo, sono stato attratto dalla figura di questa giovinetta
sedicenne che si spoglia, completamente, dell’‘amor sui’ per consacrarsi, completamente, all’‘amor Dei’.
Stiamo vivendo, comunque, un momento di riformismo che coinvolge anche la
Chiesa, con un Pontefice che sembra che voglia riportarla alla purezza delle
origini e questo mi sembra un segno di apertura cui, anche da laici e da atei,
bisogna rispondere e, quindi, seguire questa riforma con attenzione”.
L’autore, inoltre, non risparmia
i cattolici di “approssimazione e sconoscenza di quella che è una delle più
grandi religioni dell’umanità”.
Si tratta di un testo, certamente,
interessante dal punto di vista storico, preciso nella citazione delle fonti e
con uno stile chiaro e sintetico, in cui, tuttavia, manca (o, forse, viene
omesso, volontariamente) il riferimento ad un’autentica e attuale riflessione
mariologica e alla realtà di un popolo che oggi, nel nostro presente, cerca
attraverso la fede ragioni di vita e di speranza.
Augias ci ricorda che la
religione resta un prodotto della storia tanto da risultare, spesso, poco
lineare e piena di contraddizioni, frutto di Concili che si sono annullati a
vicenda, con piogge di scomuniche e turbinose eresie, battaglie ideologiche e
veti incrociati. A che pro, dunque, spiegarci i dogmi e la complessità della
figura di Maria? Di sicuro per ricordarsi, che fede e ragione camminano,
sempre, su due binari paralleli e che bisogna saper deporre gli strumenti della
ragione per fare il grande salto nel vuoto, accettando la grande scommessa
della fede?
Si tratta forse di ampliare la
nostra idea di razionalità, affinché la ragione possa incontrare, efficacemente,
la Verità. Già i Padri della Chiesa, dopo gli scritti del Nuovo Testamento,
avevano “ampliato” il concetto di ragione, cioè il lògos dei Greci, di matrice platonico-stoica, per esprimere così il
Lògos della predicazione cristiana,
la seconda Persona della Trinità Beata, il Figlio di Dio divenuto carne nel
grembo di quella Fanciulla pura. Alle profonde radici di quest’ampliamento
della ragione risiede la scelta netta della fede cristiana primitiva; Papa
Benedetto XVI, durante il simposio europeo del 7 giugno 2008, aveva affermato: “La fede cristiana ha fatto la sua scelta
netta contro gli dei della religione per il Dio dei filosofi, vale a dire
contro il mito della consuetudine per la verità dell’essere”.
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