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 martedì 15 ottobre 2013

NOBEL PER LA FISICA

Assegnato a due fisici ottantenni il Nobel per la Fisica

di Domenica Timpano


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Il Nobel assegnato a Peter Higgs e Francois Englert, fisici ottantenni, lascia tutti soddisfatti. I due studiosi, durante gli esperimenti condotti al Cern, dove hanno porto il loro prezioso contributo anche gli italiani Guido Tonelli e Fabiola Gianotti, hanno scoperto il bosone di Higgs di cui, già negli anni 60, intuirono l’esistenza.

Il bosone, denominato anche “particella di Dio”, spiega perché la materia, ovvero tutte le cose nell’Universo, hanno una massa.

Abbiamo raggiunto una tappa storica nella nostra comprensione della natura”, disse, nel luglio del 2012, il direttore del Cern Rolf Heuer, dando conferma delle ipotesi già formulate.

Ma che cosa sono i bosoni? Sono particelle che trasportano una forza, come i fotoni, particelle della luce. Il bosone di Higgs, particella subatomica, si distingue, però, perché possiede una qualità speciale: quella di conferire alle altre una massa che, insieme alla forza di gravità, dà peso a qualunque oggetto. È una particella Madre, tra le tante elementari, che nell’Universo primordiale, prima del Big Bang, si muovevano alla velocità della luce, si spandevano e si raffreddavano perdendo energia. Dopo il Big Bang, nell’Universo, con l’abbassamento della temperatura avvenne un cambiamento di fase che determinò il “campo di Higgs”, un campo inondato da una sorta di melassa, di colla, composta da numerosi bosoni in movimento, che avevano il potere di convertire l’energia delle altre particelle elementari in massa, rallentandone la velocità e tenendole insieme.

A seconda di come le particelle elementari lo attraversavano o interagivano, acquisivano masse differenti.

Mezzo secolo di colossali esperimenti con l’utilizzo di macchine sempre più grandi e potenti, come l’acceleratore Large Hadron Collider (Lhc) del Cern (Centro Europeo Ricerche Nucleari), hanno, finalmente, portato alla scoperta che ha rivoluzionato le conoscenze e che è destinata ad allargare gli orizzonti sull’Universo, certamente non in tempi brevi, considerato che per catturare l’impronta del bosone di Higgs ci sono voluti moltissimi anni di ricerca e impegno.


 


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