RIFLESSIONI DI PAPA BERGOGLIO
Papa Francesco racconta il momento mistico prima dell’accettazione nel Conclave!
di Alfonso Saya
La Chiesa è Mater et Magistra, cioè Madre
e Maestra. Dal lungo colloquio che il Papa Francesco ha avuto con Eugenio
Scalfari, sulle pagine di Repubblica, ho tratto la vaga impressione che il
direttore di “Repubblica”, volesse dare lezione alla Chiesa ed al Papa. Al Papa
Francesco che afferma che i più gravi mali che affliggono il mondo sono la
disoccupazione dei giovani, che vivono schiacciati sul presente, senza memoria
del passato e senza il desiderio di proiettarsi nel futuro, senza lavoro e
senza speranza, oppure la solitudine dei vecchi. Scalfari risponde che questo
problema non riguarda la Chiesa, ma è un problema politico ed economico che riguarda
i governi, i partiti e i sindacati. Ma il Papa lo redarguisce affermando che il
problema riguarda, soprattutto, la Chiesa, perché ha una sfaccettatura
spirituale e non è solo materiale, che ciò ferisce i corpi e le anime, per cui
la Chiesa, così il Papa, testualmente, devono sentirsi responsabili sia delle
anime, sia dei corpi.
Scalfari, non soddisfatto da
questa magistrale risposta, Lo rimbecca ancora, affermando che allora la Chiesa
non è consapevole di questo problema, se il Papa la incita in questo senso. Il
Papa non si lascia intrappolare e risponde a tutti i quesiti che Scalfari gli
sottopone. Lungo, interessante, bello il colloquio che si snoda.
Mi ha colpito la risposta che il
Papa ha dato alla domanda sul misticismo e sulla sua importanza per la Chiesa.
Il Papa ha affermato che i Mistici sono fondamentali per la Chiesa: una
Religione senza Mistici è una filosofia e racconta che, anch’egli, ha avuto un
momento mistico, prima del Conclave. Papa Francesco racconta che si sentiva la
testa vuota ed era invaso da una grande ansia, e che per farla passare e
rilassarsi, chiuse gli occhi e scomparve ogni pensiero, sin quando scomparvero
ansie ed emotività. “Ad un certo punto
– prosegue – una grande luce m’invase,
durò un attimo che mi sembrò lunghissimo… poi, la Luce si dissipò, io mi alzai
di scatto e mi diressi nella stanza dove mi attendevano i cardinali e il tavolo
su cui era l’atto di accettazione. Lo firmai ed andai sul balcone dove si
comunico l’‘Habemus Papam’”.
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