RATZINGER
I 90 anni di Benedetto XVI - Un Papa da non dimenticare
di Domenica Timpano
Quando Benedetto XVI ha lasciato il
Pontificato, l’ha fatto cogliendo tutti di sorpresa, fatta eccezione per
qualche fedelissimo che ha nascosto l’emozione dietro un paio di occhiali scuri,
e l’ha fatto con estremo convincimento e compostezza adducendo quale
motivazione la propria “incapacità” a mantenere vivo e incisivo il proprio
ruolo. La notizia ha lasciato tutti
attoniti, ma non ignari delle grandi difficoltà cui è andato incontro il Santo
Padre negli anni di pontificato. Difficoltà e giudizi, talvolta brutali, di cui
è stato oggetto in seno ad una società che ha perso il senso del rispetto che,
forte del relativismo, mette tutto in discussione, che sta mandando in soffitta
valori etici e sociali.
Nella bolgia in cui tutti viviamo perdendo la
dimensione umana, dove anche la Chiesa ha dovuto fare dei mea culpa, Benedetto XVI,
un Papa che si è distinto per la cultura teologica, la semplicità e la
riservatezza, non ha più trovato la forza per continuare ed ha presentato, in
occasione di un concistoro, le proprie dimissioni, mostrando grande senso di
responsabilità. Forte della fede profonda egli ha scelto il ritiro spirituale
lanciando al mondo un messaggio fortissimo: quello del valore della preghiera
per ritrovare se stessi. Si è fatto da parte scegliendo come dimora il
monastero Mater Ecclesiae, in cui il
chiasso del mondo non potrà turbare il suo tempo. Da quel luogo, con la forza della
preghiera, a cui molti cristiani dedichiamo spesso brevi istanti, continuerà la
missione come uomo di Dio, dando corpo alle parole già pronunziate: Il cuore della Chiesa non è dove si
progetta, si amministra, si governa, ma è dove si prega.
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