Il mare, oltre ad essere un elemento
naturale, biologicamente indispensabile, rappresenta, da sempre per l’uomo, una
passione. Dall’incontro con il mare possono derivare spinte verso il potenziamento
della personalità. La navigazione rappresenta un forte incentivo per la
costruzione di un carattere forte e sicuro e una stimolazione all’utilizzo di
energie costruttive interiori. Il mare è, dunque, un ambiente unico e la
possibilità di viverlo da protagonisti costituisce un mezzo efficace di
riabilitazione e di formazione, oltre che di potenziamento del proprio
carattere.
Da anni, i volontari dell’Associazione “L’Aquilone” collaborano ad un progetto di utilità sociale, con i
medici e gli assistenti del Dipartimento di Igiene Mentale del Centro Diurno “Camelot”,
Asp5 della Cittadella Sanitaria “L. Mandalari”, di Messina, fruitori i pazienti
della struttura, in quello che è diventato un vero Progetto di MareTerapia.
Quest’anno, l’iniziativa sociale
vedrà l’importante collaborazione della “Lega
Navale Italiana”, sezione di Messina.
Nel periodo estivo, una serie di
iniziative vedranno impegnati, oltre agli utenti del “Camelot”, anche quelli
dell’ANFFAS di Messina ed altre associazioni del territorio.
Un ruolo importante quello della “Lega Navale” che oltre a mettere a
disposizione i locali della sede di Grotte, darà un apporto sostanziale, con l’ausilio
di esperti nel settore della marineria.
Come non ricordare gli inizi del
progetto, quando a bordo di un peschereccio di circa 20 metri, il San Giuseppe
II, acquisito in donazione dall’Associazione
“L’Aquilone”, si cominciò a navigare lo Stretto di Messina, a conoscere i
segreti, le correnti, i miti e le leggende.
Oggi, l’imbarcazione, purtroppo,
non è più fruibile e giace in cantiere in attesa di essere demolita.
Nonostante i sacrifici da parte dei volontari dell’Associazione, nulla fu mai fatto, da parte delle amministrazioni
pubbliche, per dare un valido contributo al Progetto
ed alla sua valenza, riconosciuta dai medici, che in questi anni hanno
supportato l’iniziativa.
Bisognava adeguare l’imbarcazione
all’abbattimento delle barriere architettoniche in mare, dotarla di una
passerella per l’accesso a bordo di persone disabili in carrozzina e, per
questo, fu richiesto un contributo alla Regione Sicilia, avendo avuto allora,
ampie garanzie di accoglimento.
Ma, ahimè, tutto si arenò per
incuria e poca attenzione ad un problema sociale d’importante rilevanza. Ma mai
arrendersi e mai demordere su qualcosa alla quale si crede, ed oggi, nonostante
tutto, ci si avvia ad una nuova stagione, con più stimoli e voglia di fare.